Una proposta per una protezione sociale universale contro la crisi


Cristiano Gori | 7 Aprile 2020

Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) e Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), insieme a Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento, hanno avanzato una proposta per fronteggiare immediatamente la perdita di reddito delle famiglie dovuta alla crisi innescata dalla pandemia Covid-19, integrando il Decreto “Cura Italia”1. La proposta sta ricevendo notevole attenzione del mondo politico ed istituzionale. Di seguito se ne presentano i punti chiave.

 

Introduzione

La recente emanazione del Decreto “Cura Italia” ha rappresentato una prima, e importante, risposta agli effetti economici e sociali della diffusione del Covid-19 nel nostro Paese. Si è trattato di un intervento tempestivo, guidato dal fondamentale obiettivo di impedire che la crisi accresca il disagio sociale e la diseguaglianza nel nostro Paese. Le misure previste devono essere urgentemente migliorate e completate affinché davvero nessuno resti escluso. E devono trovare attuazione, ora. Questo documento avanza alcune proposte di immediata attuazione che riguardano, come anticipato, una parte importante della tutela: la tutela dalla diminuzione del reddito derivante dalla crisi.

 

Quattro sono i principi che guidano le nostre proposte:

  • “Nessuno resti indietro”: il pacchetto complessivo di azioni deve raggiungere chiunque venga colpito dalla crisi (Principio dell’universalità della protezione sociale).
  • “Risposte a misura delle persone”: bisogna diversificare gli interventi in base alle differenti, e specifiche, esigenze di ognuno. Il riconoscimento delle specifiche condizioni e necessità di ciascuno deve costituire l’unico criterio che motiva le differenze nelle risposte pubbliche; in altre parole lo Stato non deve prevedere trattamenti preferenziali per alcuni rispetto ad altri (Principio dell’equità delle risposte).
  • “La semplicità è la prima strada per sostenere subito chi è in difficoltà”: si devono mettere in campo prestazioni che siano il più possibile agevoli da attuare, comunicare e ricevere, come insegna l’esperienza internazionale (Principio della sostenibilità attuativa).
  • “Cominciare oggi a costruire il welfare di domani”: le azioni realizzate nell’immediato devono rappresentare il miglior punto di partenza per quelle che sarà necessario predisporre in seguito (Principio dell’orientamento al futuro).

 

Il disegno d’insieme

Il piano si basa sulle prestazioni introdotte con il Decreto “Cura Italia” e su quelle di cui già dispone il nostro welfare state, modificandole come necessario ma senza stravolgerle. Vengono mantenute alcune tutele già in essere – cioè le indennità di disoccupazione per i dipendenti stabili e parasubordinati (Naspi e Dis-Coll) e le varie forme di Cassa Integrazione previste a seguito del Covid-19 – e se ne modificano altre, dando vita a due nuovi strumenti: il Sostegno di Emergenza per il Lavoro Autonomo (SEA) e il Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza (REM).

 

Le risposte immediate alla crisi

Misura Obiettivi Target
Indennità di disoccupazione (Naspi,Dis-Coll) Tutela del reddito dei lavoratori

Lavoratori dipendenti e parasubordinati senza occupazione

 

Cassa Integrazione Covid 19

Tutela del reddito dei lavoratori

Mantenimento della capacità produttiva delle imprese

Lavoratori dipendenti di imprese che hanno sospeso/ridotto l’attività

 

Sostegno di Emergenza per i lavoratori Autonomi (SEA)

Tutela del reddito dei lavoratori

Mantenimento della capacità produttiva del lavoro autonomo

Lavoratori autonomi che hanno ridotto/interrotto l’attività
Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza (REM)

Tutela del reddito delle famiglie povere e impoverite

 

Famiglie cadute in povertà

 

Le novità da noi ipotizzate rispetto al Decreto “Cura Italia” consistono, dunque, nell’introduzione del SEA e del REM, come parte di un progetto complessivo per tutelare l’intera popolazione nella prima fase successiva al diffondersi del Covid-19. Si tratta di un numero limitato di cambiamenti mirati. La motivazione dell’approccio da noi utilizzato è duplice. Primo, il Decreto ha messo in campo uno sforzo significativo a tutela del lavoro. Secondo, è opportuno valorizzare quanto è stato realizzato sinora e suggerire modifiche che possano integrarlo senza stravolgerlo. Si tratta, in altri termini, di cambiamenti che – proprio per questa loro natura – sono realisticamente introducibili nei tempi stretti imposti dalla situazione.

 

Il SEA (Sostegno di Emergenza per il Lavoro Autonomo)

Il SEA sostituisce il bonus di 600 euro una tantum per gli autonomi. Il suo valore non è più in somma fissa indistinta, bensì varia in base alle diverse situazioni. Per sostenere chi è in maggiore difficoltà, l’ammontare è determinato in modo progressivo secondo le condizioni economiche della famiglia del lavoratore. Per mantenere la capacità produttiva del lavoro autonomo, inoltre, l’importo è anche parametrato alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), così da supportare in modo più intenso chi ne è stato maggiormente colpito.

 

Il REM (Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza)

Il REM utilizza i dispositivi del Reddito di Cittadinanza e lo sostituisce per i nuovi richiedenti per il periodo in cui sarà in vigore. Il suo obiettivo consiste nel costruire subito una diga contro l’impoverimento, raggiungendo rapidamente la popolazione in condizione di necessità non toccata da altre prestazioni di welfare. A tal fine si agisce sui criteri di accesso, così da intercettare tutte le varie situazioni di povertà presenti nel nuovo contesto sociale, e sulle modalità per riceverlo, in modo da rispondere ai requisiti di rapidità e semplicità richiesti dal momento. Di conseguenza, rispetto al Reddito di Cittadinanza sono previsti: il rafforzamento dell’informazione agli aventi diritto; la drastica semplificazione della documentazione necessaria per richiedere della misura; la velocizzazione delle procedure per la sua l’erogazione; l’allentamento dei vincoli di accesso sul patrimonio mobiliare e immobiliare; l’allentamento delle sanzioni legate al lavoro irregolare; l’ampliamento della possibilità di fare domanda per le persone di cittadinanza non italiana.

 

Misure eccezionali e a tempo

Il SEA e il REM costituiscono misure eccezionali per una fase eccezionale. Esse sono, dunque, temporanee e devono essere presentate chiaramente all’opinione pubblica come tali. La loro durata è uniformata a quella delle prestazioni straordinarie per il lavoro dipendente introdotte in seguito al diffondersi della pandemia, cioè la cassa integrazione COVID 19: in prima approssimazione, dunque, sino al 31 agosto.

 

Una campagna straordinaria di comunicazione

Si prevede una campagna straordinaria d’informazione sul pacchetto anticrisi, che lo faccia conoscere all’intera popolazione, con particolare attenzione a coloro i quali hanno minore istruzione e cultura. Il segnale di universalità sarà il punto di forza della campagna: “tutti sono colpiti, tutti sono tutelati”.  Evidentemente, in assenza di un ventaglio di misure numericamente circoscritte, chiare nei rispettivi target e della medesima durata una campagna comunicativa efficace è irrealizzabile.

 

Le alternative appaiono peggiori

In termini d’impostazione generale, le alternative alla nostra proposta sono: una misura unica – ad esempio un Reddito di Cittadinanza rivolto a tutti i lavoratori colpiti dalla crisi – o uno “spezzatino” di micro-misure. L’unicità dell’intervento farebbe mancare la commisurazione delle risposte alla specificità dei bisogni e dei profili dei beneficiari: per quanto si possa cercare di adattarla, una misura unica risulterà sempre incongruente rispetto alle esigenze di molti. Inoltre, una siffatta prestazione – andando a sovrapporsi a una varietà di interventi già esistenti – affronterebbe l’urgenza del presente senza prendere in considerazione il problema del “dopo”, ossia del post-crisi.

Lo “spezzatino”, invece, vedrebbe una varietà di differenti misure destinate a segmentare la popolazione in tanti gruppi e inevitabilmente avvantaggerebbe quelle categorie con maggior “voce” e capacità di pressione. Inoltre, tale opzione seguirebbe una strada spesso praticata nel nostro Paese, la cui esperienza insegna che vi è un elevato rischio di creare disuguaglianze non comprensibili e, spesso, posizioni di rendita non rimuovibili. Mettere in campo una confusa frammentazione oggi rappresenterebbe quindi un’ipoteca sull’elaborazione di risposte unitarie superato il momento iniziale. La nostra proposta si fa, dunque, preferire perché, da una parte, differenzia l’utenza esclusivamente in base alle condizioni socio-economiche effettivamente presenti nella società italiana, dall’altra pone le basi per affrontare nel modo migliore il periodo successivo alla sua attuazione.

 

Conclusioni

In questa proposta abbiamo suggerito un impianto che completi il Decreto del Governo combinando una risposta immediata e tempestiva alle situazioni di massimo disagio con la costruzione di un adeguato punto di partenza per le azioni da compiere in seguito. Innanzitutto, la proposta garantisce protezione sociale a tutti i cittadini colpiti da una riduzione di reddito, consentendo loro di guardare avanti con maggiore fiducia. Inoltre, assicura al sistema del welfare misure certe in questi mesi successivi all’insorgere del Covid-19 e permette ai decisori e al dibattito di porre attenzione anche sugli interventi necessari nelle fasi successive. Nondimeno, coniuga l’obiettivo della tutela del reddito delle famiglie con quello di preservare la capacità produttiva di ogni forma di lavoro, dipendente e autonomo. Infine, unisce la semplicità delle risposte con la capacità di rispondere alle diverse condizioni socio-economiche esistenti nella società italiana e ai macro-settori del welfare sui quali bisognerà agire in seguito.

Peraltro, già si vedono all’orizzonte i temi sui quali nei prossimi mesi bisognerà confrontarsi, tra i quali: il sostegno ai percettori di indennità di disoccupazione quando la possibilità di riceverla si esaurisce; gli interventi strutturali a favore dei lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro; la funzione del Reddito di Cittadinanza in un contesto nel quale la domanda di lavoro sarà bassa e la richiesta di interventi sociali alta, e altri ancora. Proprio perché il medio e il lungo periodo richiederanno di affrontare sfide notevoli, è necessario adottare una strategia di breve termine orientata al futuro.

  1. La proposta è frutto della collaborazione tra il Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), assieme a Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento. Il testo è stato elaborato da un gruppo di lavoro coordinato dallo stesso Gori.

Commenti

rispetto alla proposta del bonus per autonomi, uno dei criteri per l’ammontare è il reddito della famiglia del lavoratore. Certamente giusto in linea di massima ma bisogna secondo me considerare anche la realtà di tutti quei soggetti,e non sono pochi, che con la crisi prima e adesso con la chiusura dell’attività di artigiano sono stati costretti a ritornare a vivere con i genitori che magari godono di una pensione media e quindi non rientrerebbero nei criteri di reddito fammiliare.