Lo psicologo di base in Campania

Un passo avanti per i servizi, una sfida per il Terzo settore


Angelo Buonomo | 21 Settembre 2020

Il 27 luglio scorso il Consiglio regionale della Campania ha approvato, all’unanimità, la Legge Regionale n.° 35 che istituisce la figura dello “Psicologo di base”. La norma rappresenta un vero e proprio atto di civiltà, un’importante innovazione legislativa con l’auspicio di avere un significativo impatto in termini sociali e culturali. Lo strumento apre la strada a diverse sfide per i professionisti e per gli Enti del Terzo Settore.

 

Secondo i dati Istat, la Regione Campania si colloca all’ultimo posto per consumo di psicofarmaci; questo dato va considerato alla luce di diverse variabili, in particolare sono da tenere in considerazione due fattori: in primo luogo la resistenza culturale nell’affidarsi a professionisti per la cura del benessere psicologico; in secondo luogo l’esistenza di diffuse reti familiari e sociali che agiscono contro l’aggravarsi dei disagi e delle fragilità. Se ciò è vero, l’approvazione della legge delinea un nuovo orientamento sociale e culturale capace di rompere le resistenze e di promuovere il benessere psicologico.

 

Cosa prevede la legge

La legge istituisce la figura dello “Psicologo di base”, stabilisce i criteri di selezione dei professionisti e sancisce la stretta collaborazione tra le Asl, la medicina generale e i professionisti, in convenzione, iscritti in un apposito elenco. Gli psicologi opereranno all’interno dei Distretti sanitari al fine di creare un meccanismo di presa in carico dei bisogni psicologici emergenti, un percorso di primo ascolto e di orientamento delle persone indirizzate dai medici di base in linea con quanto emerge da alcune ricerche scientifiche le quali stimano che il 50% delle segnalazioni agli psicologi provengono dalla medicina generale. Infine, è prevista una dotazione finanziaria per l’avvio del servizio pari a 600 mila euro annui per il biennio 2020 e 2021.

Le finalità della nuova figura sono: attività di prevenzione e filtro con i livelli secondari di cura, l’emersione dei bisogni e dei disagi inespressi, le attività di decentramento del servizio per avvicinarlo ai pazienti, l’integrazione dei servizi sociosanitari di primo e secondo livello. Come sancito dall’art.2 comma 4 della legge regionale, allo Psicologo di base competono le “funzioni di riduzione del rischio di disagio psichico, prevenzione e promozione della salute”. Lo stesso comma definisce le aree di intervento:

  1. problemi legati all’adattamento (lutti, perdita del lavoro, separazioni, malattia cronica);
  2. sintomatologia ansioso-depressiva;
  3. problemi legati a fasi del ciclo di vita;
  4. disagi emotivi transitori ed eventi stressanti;
  5. sostegno psicologico alla diagnosi infausta e alla cronicità o recidività di malattia;
  6. scarsa aderenza alla cura;
  7. richiesta impropria di prestazioni sanitarie;
  8. problematiche psicosomatiche;
  9. supporto al team dei professionisti sanitari.

 

La legge istituisce anche un Osservatorio regionale che sarà composto da un dirigente psicologo per ciascuna Asl, un dirigente, uno psicologo ospedaliero, due psicologi nominati dell’Ordine degli Psicologi della Campania, due docenti universitari, un funzionario della Regione Campania con competenze e/o titoli in ambito psicologico, un dipendente della Regione Campania con funzioni di segreteria, un rappresentante di una società scientifica di Psicologia, un rappresentante di un’organizzazione sindacale rappresentativa della categoria, un rappresentante dei Mmg e uno dei Pediatri di libera scelta. Inoltre, “L’Osservatorio regionale svolge un’azione di controllo, programmazione ed indirizzo sulle attività prestate dallo Psicologo di base, anche in funzione dei bisogni di salute emergenti nel territorio della Regione Campania”.

 

Le sfide per gli Enti del Terzo settore

L’istituzione dello “Psicologo di base” rappresenta un’innovazione in quanto prevede il decentramento delle attività di cura, il potenziamento dei canali di prevenzione e promozione del benessere psicologico, l’istituzione di un nuovo servizio erogato sul territorio regionale. In questa ottica si apre un nuovo scenario che coinvolge due tipologie di soggetti: da un lato gli psicologi; dall’altro gli Enti del Terzo settore. Secondo l’indagine ‘Psicologi Campania al lavoro!’, presentata nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Ordine degli psicologi della Campania nel 2017, i professionisti che operano nel territorio regionale risultano in totale 6.367 unità, di cui 6.349 iscritti all’Albo A (laurea magistrale o vecchio ordinamento), cioè pari ad uno ogni 921 abitanti. In questa ottica, la legge rappresenta anche un’opportunità lavorativa importante, in particolare per i giovani professionisti. Oltre a ciò, la norma disegna un’occasione per svolgere un ruolo di prossimità e di comunità, di lavorare con altri professionisti che operano nei Distretti sociosanitari al fine di creare percorsi e approcci multidimensionali per la presa in carico dei disagi psicologici, economici e sociali.

 

L’altro soggetto chiamato in causa, seppur non presente nella nuova norma, è rappresentato dagli Enti del Terzo settore per i quali diventa necessaria una profonda riflessione, poiché la strada che si apre è quella di immaginare e organizzare nuovi servizi e interventi integrati capaci di inserirsi in questo scenario. Le azioni di cura, prevenzione e promozione del benessere psicologico si collocano in una nuova posizione nella quale gli Enti del Terzo settore potranno giocare un ruolo decisivo, in particolare nelle attività di prossimità e di comunità. Quella proposta dalla legge rappresenta per gli Enti del terzo settore una sfida alla quale non potranno non farsi trovare pronti in termini progettuali: il benessere psicologico non può essere relegato solo alle situazioni di disagio e fragilità profonde, bensì rappresenta uno strumento per l’empowerment individuale, di gruppo e di comunità.

 

Co-progettare i servizi al tempo del Covid

I bisogni emersi nella fase di lockdown necessitano di risposte sempre più complesse e profonde, in tal senso l’introduzione dello Psicologo di base rappresenta un primo passo verso questa direzione. L’emergenza legata al Coronavirus ha fatto affiorare nuovi e vecchi disagi, rendendo sempre più necessario un supporto e un accompagnamento psicologico. Nel panorama appena descritto, prendendo in particolare considerazione le vulnerabilità dei bambini e dei ragazzi, si possono immaginare nuovi sviluppi in termini di prevenzione e cura come, ad esempio, l’introduzione della figura dello psicologo in tutte le scuole del territorio regionale.

Con l’introduzione della nuova figura professionale la Regione Campania inserisce un ulteriore tassello nei servizi erogati. Un cambiamento non secondario se si prende in considerazione il quadro generale delle politiche sociali. In questo senso, la Campania, anche a causa delle numerose fragilità economiche e sociali, negli ultimi anni ha determinato significative innovazioni nell’ambito della cura, della presa in carico individuale e collettiva, nei processi di sviluppo di comunità, in una logica di intervento integrato. D’altro canto, insistono i problemi cronici sull’organizzazione dei servizi, l’alto numero di soggetti in situazioni di fragilità, la scarsità di risorse. Alla luce di ciò diventa necessario, anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale, implementare e promuovere la co-progettazione dei servizi. Il nuovo servizio introdotto delinea una novità significativa, ma senza una programmazione e una progettazione diffusa si rischia di arretrare. Una sfida comune che coinvolge istituzioni, Enti del terzo settore e operatori. Una sfida improcrastinabile.