Il caro energia per le strutture per anziani

Preoccupa il testo del Decreto Aiuti Ter


Franco Pesaresi | 19 Settembre 2022

Nella bozza del decreto legge “Aiuti Ter” approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 settembre 20221 c’è una buona e una cattiva notizia per quel che riguarda il sostegno alle strutture per anziani per il devastante aumento del costo dell’energia.

 

La buona notizia

La buona notizia è che il Governo ha finalmente pensato a sostenere anche il settore della residenzialità per anziani e per le altre tipologie di assistiti.

Peraltro, solo pochi giorni fa era giunto l’appello di tutte le organizzazioni dei gestori delle strutture per anziani che segnalavano un aumento medio di 10-12 euro al giorno nei costi di degenza degli anziani a causa dell’aumento delle bollette dell’energia.

 

La cattiva notizia

La cattiva notizia consiste nel fatto che il decreto è scritto malissimo e che, al di là delle intenzioni, ci sono grandi rischi che  i ristori possano andare ad una minoranza delle strutture.

 

Quello che prevede la bozza del Decreto Legge

Vengono previsti tre fondi che, potenzialmente, potrebbero erogare dei contributi alle strutture residenziali sia per anziani che per altre tipologie di utenti (disabili, minori, ecc.).

Il primo fondo è di 400 milioni euro che va ad aumentare il Fondo sanitario nazionale da distribuire alle regioni allo scopo di contribuire ai maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche delle aziende sanitarie. Le regioni, poi, possono riconoscere alle strutture sanitarie private accreditate una parte di questi fondi con le medesime finalità. Ora, occorre sottolineare che le strutture residenziali per anziani (ma anche di altro tipo) generalmente sono classificate come strutture sociosanitarie o sociali per cui non potrebbero rientrare tra quelle finanziabili che si riferiscono solo a quelle sanitarie. Sicuramente ci rientrano le case di cura private e non ci rientrano le strutture sociali ed è molto dubbio che ci possano rientrare le strutture sociosanitarie. Ma ipotizzando che possano rientrare le strutture sociosanitarie (ma sicuramente non quelle sociali) i finanziamenti di questo fondo potrebbero andare solo a quelle private accreditate e non a quelle pubbliche (comuni, ASP, ecc.) che costituiscono comunque circa un quarto del totale.

Occorre inoltre sottolineare che da parte delle regioni non vi è l’obbligo (si dice infatti “possono riconoscere”) di redistribuire risorse anche alle strutture residenziali per cui potremmo anche assistere comportamenti molto diversificati delle regioni, alcune delle quali potrebbero decidere di intervenire ed altre che invece non lo faranno.

 

C’è poi un secondo fondo  di 120 milioni destinato a sostenere gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali svolti in regime residenziale, semiresidenziale e domiciliare rivolti a persone con disabilità, che in conseguenza all’aumento dei costi dell’energia termica ed elettrica hanno subito un incremento dei costi dell’energia superiore al 30 per cento relativamente al medesimo periodo nell’anno 2019. Questo fondo è però destinato solo al sostegno delle strutture per disabili e non per gli anziani ed inoltre esclude sia le strutture pubbliche che quelle private for profit (che nel complesso sono quasi la metà del totale).

 

Viene previsto poi un terzo fondo, il cui importo non è stato ancora quantificato, destinato a tutti gli enti del terzo settore indipendentemente dal settore di attività per compensare una parte del maggior costo energetico. Ma per le sue caratteristiche, questo fondo non appare destinato ad incidere significativamente sui bilanci delle strutture residenziali italiane di ogni tipologia.

 

Qualche valutazione

Occorre premettere che le presenti valutazioni sono effettuate su una bozza passibile di modificazioni anche ampie prima della sua pubblicazione e che pertanto vanno lette con tutte le cautele del caso.

La bozza conosciuta suscita però grandi preoccupazioni per tutto il settore dell’assistenza residenziale e semiresidenziale per gli anziani.

L’interpretazione letterale del testo in circolazione sembra escludere un ristoro per i costi dell’energia per le strutture che accolgono gli anziani. Il primo fondo, quello più cospicuo, sembra escludere le strutture sociali e sociosanitarie (e sicuramente quelle pubbliche) mentre il secondo fondo è destinato esplicitamente solo alle strutture che accolgono i disabili. Il terzo fondo è destinato ad una platea così ampia e generica con fondi ancora da individuare che è da escludere un riparto significativo alle strutture per anziani.

E’ assolutamente necessario che il testo definitivo tenga conto della forte sofferenza delle strutture per anziani o, in alternativa, che il Parlamento, in sede di conversione del decreto lo modifichi per tener conto dell’ampia rete di strutture residenziali per anziani. Peraltro, non sarebbe spiegabile perché la gran parte dei settori economici italiani riceve un sostegno e le strutture per gli anziani ne sono escluse. Senza questo intervento di sostegno economico molte strutture residenziali entreranno in crisi andando in disavanzo con tutte le conseguenze che questo determinerà (qualche chiusura, aumento delle rette, riduzione dell’assistenza, ecc.) Conseguenze che non ci possiamo permettere.

  1. Fassari L., Dl Aiuti Ter. Contro il caro energia in arrivo altri 400 milioni per la sanità. Ok dal Cdm, Quotidiano sanità, 16/9/2022.