Registro Unico Nazionale del Terzo settore. Ecco i primi dati


Gianfranco Marocchi | 20 Settembre 2023

Si ringrazia Massimo Novarino, responsabile dell’Ufficio studi del Forum Nazionale del Terzo settore, per il supporto e il confronto nella stesura di questo articolo.

 

Nei mesi scorsi il Registro Unico Nazionale del Terzo settore (RUNTS) ha iniziato ad accogliere sia gli enti provenienti da precedenti albi o registri (associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali già precedentemente iscritte ai rispettivi registri), sia altri enti che hanno fatto richiesta di iscrizione.

In queste settimane il RUNTS viene frequentemente aggiornato con nuovi ingressi e cancellazioni e, alla data del 15 settembre in cui questo articolo viene scritto, conta 114.412 enti. Per diversi motivi – procedure di transito non ancora ultimate per oltre 4.000 enti, alcuni nodi da sciogliere, soprattutto in ambito fiscale, che potrebbero portare o meno taluni enti e in particolare oltre 22.000 onlus ad iscriversi o meno al RUNTS – la consistenza del registro è ancora instabile. Si pensi, ad esempio, che il RUNTS il 7 settembre, 8 giorni prima del  giorno di redazione di questo scritto, conteneva 114.091 Enti, 321 in meno; e che nel maggio 2023 conteneva 104.098 ETS, circa 10 mila in meno). Ma ciò non toglie che, già allo stato attuale, sia possibile provare a proporre alcune prime elaborazioni.

Va premesso che, almeno ad oggi, i dati rilasciati sono piuttosto poveri: oltre al codice fiscale e alla denominazione, è indicata la sezione di appartenenza, la qualifica eventuale di rete associativa e il luogo dove l’ente ha posto la propria sede legale. Dunque ogni considerazione sulla diffusione degli ETS basata su questi dati deve fare i conti con l’assenza di qualsivoglia elemento dimensionale: il fatto che in una certa regione vi siano relativamente pochi ETS (o pochi ETS di una specifica sezione) non ci dice molto sulla consistenza del fenomeno, perché tali poche organizzazioni potrebbero essere molto grandi e viceversa potrebbe altrove trovarsi una molteplicità di enti di dimensioni minime.

Una volta esplicitate queste limitazioni, ecco alcuni tra i primi dati disponibili.

Le sezioni

Il primo dato disponibile riguarda le sezioni di iscrizione degli Enti. Sono iscritti al RUNTS 49 mila APS, 35 mila OdV, 24 mila imprese sociali. che insieme rappresentano ad oggi oltre il 95% degli ETS italiani. A prima vista, sembra che le imprese sociali esistenti siano tutte incluse nel RUNTS, mentre su volontariato e associazionismo rimangano ampi spazi per ulteriori associazioni esistenti, ma che almeno per ora non figurano nel RUNTS. È da notare anche la presenza di 5413 “Altri Enti di Terzo settore”, evidentemente nuove iscrizioni, dal momento che si tratta di una categoria inaugurata dal Codice del Terso settore e quindi non comprende enti trasmigrati da precedenti registri o albi.

Sezione

Numero enti

 

Associazioni di promozione sociale

49065

42.9%

Organizzazioni di volontariato

35313

30.9%

Imprese sociali

24324

21.3%

Enti filantropici

199

0.2%

Società di mutuo soccorso

96

0.1%

Altri enti del terzo settore

5413

4.7%

Reti associative senza altra collocazione nelle sezioni

2

0.0%

Totale complessivo

114412

 

È possibile azzardare, seppure con metodi artigianali – la ricerca nella ragione sociale di espressioni quali “cooperativa sociale”, “coop. sociale” o simili – un approfondimento della sezione “Imprese sociali” per comprendere quante di queste siano cooperative sociali e quante abbiano una forma giuridica diversa. Le cooperative sociali sono 21276 e rappresentano l’87.5% del totale delle imprese sociali; una considerazione più attenta del fenomeno può richiedere – anche in questo caso cercando traccia nella denominazione – di verificare se l’ente sia in liquidazione; si trovano 2279 enti in liquidazione tra le imprese sociali, con una sovra rappresentazione delle cooperative sociali (91.5%); quindi, se consideriamo solo le imprese sociali attive (il 90% del totale), ne troviamo in tutto 22045, di cui 19187, pari all’87%, cooperative sociali. Va per completezza segnalato che, per le imprese sociali come per altri enti, la presenza nel RUNTS, ancor più quando originata dalla trasmigrazione, non garantisce che l’ente sia di fatto attivo: potrebbero esserci, nel caso specifico, imprese sociali non “in liquidazione” che però di fatto sono inattive e quindi quello utilizzato è solo un primo filtro teso a “pulire” il RUNTS.

IMPRESE SOCIALI

Attive

In liquidazione

Totale

Cooperative sociali

19187

2089

21276

Altre

2858

190

3048

Totale

22045

2279

24324

La seconda dimensione che i dati consentono di studiare è quella della collocazione geografica. Nella prima colonna (ETS da RUNTS) è indicato il numero di Enti di Terzo settore in ciascuna regione italiana; la Lombardia, con oltre 15 mila enti registrati, è la regione che ne conta in numero maggiore, seguita dal Lazio (oltre 11 mila) e dall’Emilia Romagna (oltre 10 mila). Nella colonna successiva tali numeri sono espressi in percentuale sul totale degli ETS registrati sul territorio nazionale.

Quindi, nella colonna successiva (ONP Istat 2020), sono indicate le organizzazioni non profit censite dall’Istat in occasione dell’ultimo censimento; come è noto i due universi – ETS e ONP Istat- sono solo in parte sovrapponibili, dal momento che molte ONP non hanno caratteristiche tali da renderle nemmeno potenzialmente ETS, ma in ogni caso può essere interessante confrontare questi due indicatori del “tasso di attivazione civica” nei diversi territori. A livello nazionale gli attuali iscritti al RUNTS rappresentano il 31.5% delle ONP censite dall’Istat, frutto di percentuali variabili tra il 38.7% della Campania e il 20% della Valle D’Aosta; interessante notare a questo proposito come la Lombardia, che pure raccoglie il numero più alto di ETS, mostra una quota di ETS/ONP piuttosto bassa (26.7%), al contrario dell’Emilia-Romagna che si colloca con il 36.8% sulla parte superiore della distribuzione.

Infine, l’ultima colonna confronta il numero di ETS registrati con gli abitanti di ciascuna regione, con un valore medio nazionale di 1.9 ETS per mille abitanti, frutto di un’oscillazione che va dagli 1.6 ETS di Basilicata, Campania e Lombardia ai 3.8 del Trentino-Alto Adige.

Accanto alle cautele già espresse, connesse all’assenza di un dato dimensionale – economico, relativo al numero di volontari, di lavoratori, ecc. – le cartografie sotto riportate evidenziano come sia difficile, anche rispetto al semplice dato del numero di ETS, rispondere in modo netto alla domanda relativa ai contesti territoriali dove essi sono presenti in maggior numero: come si può vedere, a seconda del tipo di indicatore utilizzato, la mappa del nostro paese cambia sensibilmente.

Solo con riferimento al numero di ETS iscritti al RUNTS, si riproduce di seguito una cartografia per provincia, che evidenzia un quadro ulteriormente complesso, in quanto aiuta a comprendere come i dati complessivi siano, almeno ad oggi, influenzati in modo significativo da specifiche situazioni territoriali; solo in futuro si potrà comprendere se esse rispecchino effettivi fenomeni relativi agli ETS o siano frutto di tempistiche diverse nell’afflusso iniziale di dati presso il RUNTS.

Nella successiva tabella si trova invece il confronto tra la ripartizione degli ETS tra sezioni del RUNTS a livello nazionale (ultima riga) e la situazione in ciascuna delle regioni, indicando la percentuale di enti in ciascuna sezione sul totale degli enti del territorio considerato; sono segnati in grigio i casi in cui una specifica forma di ETS risulta particolarmente numerosa in una regione rispetto alla media nazionale. Ad esempio, le Associazioni di promozione sociale rappresentano il 42.9% degli ETS a livello nazionale, ma in Emilia-Romagna sono il 59.4% e in Toscana e Umbria superano il 55%.

La lettura di queste percentuali richiede alcune cautele: si tratta, appunto, di percentuali sul totale degli ETS di ciascuna regione e quindi i dati non rispecchiano la numerosità di una certa sezione – es. OdV, imprese sociali – sul totale nazionale, ma sul totale della regione considerata; in sostanza si tratta di dati che rispondono alla domanda: data una certa consistenza del RUNTS in una determinata regione, quale quota di ETS è APS, OdV, impresa sociale, ecc.?

Ciò premesso, alcuni aspetti non del tutto attesi emergono: in particolare, mentre nelle regioni del Centro nord appare una quota maggiore di ETS nelle sezioni OdV e APS, al sud vi è una quota maggiore di imprese sociali rispetto al totale degli ETS di ciascuna regione. In altre parole, il Terzo settore del Mezzogiorno sembra più incline a orientare i propri sforzi per sviluppo locale e occupazione, mentre quello del Centro nord vede un maggiore sviluppo percentuale di enti orientati a organizzare la partecipazione e la cittadinanza attiva.

Va infine segnalato che sono presenti nel RUNTS 35 ETS registrati come Reti associative: soggetti quali ACLI, ANPAS, ARCI, Croce Rossa, AUSER, Misericordie, Legambiente, MCL, solo per fare alcuni nomi. Si tratta di Enti che hanno visto riconosciuta tale qualifica avendo almeno 100 ETS aderenti e che sono presenti in almeno 5 regioni; sono inoltre riconosciuti come reti associative nazionali nel caso in cui vi aderiscano almeno 500 ETS in almeno 10 regioni. Questi enti – e solo questi – possono essere iscritti in due sezioni: in quella delle reti e in una delle altre sezioni del Registro; in specifico 29 Reti sono iscritte anche come APS, 4 reti sono iscritte come OdV mentre 2 Reti non sono iscritte in altre sezioni del Registro.

Si è consapevoli che, come più volta richiamato, questi dati siano ancora fragili e incompleti e pertanto essi sono stati commentati quasi esclusivamente in senso descrittivo, escludendo interpretazioni che potrebbero essere smentite nel giro di pochi mesi. Ma senz’altro il RUNTS promette di rappresentare una fonte di grande utilità anche per i ricercatori, che nel corso dei prossimi mesi cercheranno nei suoi dati informazioni utili alla comprensione del Terzo settore italiano.