Esplorazione e descrizione dell’esperienza di tirocinio

L’uso di uno strumento analitico


Rachele Bertani | 9 Gennaio 2025

Premessa

Questo è l’ultimo di tre articoli1 pubblicati su welforum.it nei quali è stato descritto e poi presentato, nel suo possibile utilizzo, uno strumento utile alla scrittura della relazione del tirocinio curriculare nei corsi di studio cosiddetti “professionalizzanti” (Scienze del Servizio sociale, Scienze dell’Educazione, Scienze e tecniche psicologiche e Scienze Pedagogiche). È noto, infatti, come in questi corsi il tirocinio assuma una valenza formativa centrale. Allo stesso tempo, dal confronto con gli studenti e le studentesse emerge come non sia semplice riuscire a rielaborare una esperienza così ricca dal punto di vista personale e professionale2.

Partendo dall’ascolto reciproco, un gruppo di docenti e studenti di questi corsi, in diverse sedi d’Italia, consapevoli dell’importanza della scrittura nelle professioni sociali, della cura ed educative, hanno ritenuto utile proporre e sperimentare una traccia di domande che servono a supportare la dimensione riflessiva (Sicora, 2005; Gallotti, Tarabusi, 2018; Tarsia, 2020) nella fase di scrittura della relazione di tirocinio. La relazione, quindi, viene pensata non come un mero atto amministrativo ma, invece, come spazio di concettualizzazione e di autoriflessione, funzionale a far sedimentare apprendimenti formali e informali e a sfruttare la valenza conoscitiva e formativa che può avere la capacità di leggere le tensioni professionali e organizzative nell’ambito del servizio che ospita lo studente. Infine, questa traccia di domande può essere considerata uno strumento di rielaborazione collettiva dell’esperienza di tirocinio, nel momento in cui diventa stimolo alla discussione e all’approfondimento con i tutor interni ed esterni e con altri colleghi universitari.

Nel confronto nel nostro gruppo di lavoro, tra docenti e studenti, ci siamo resi conto di come possa essere uno strumento che può affiancarsi a quelli già esistenti nei diversi corsi di studio, come schemi o “linee guida”. Infine, la sperimentazione sul campo, da parte degli studenti e delle studentesse, ha permesso di capire che la traccia può essere usata in tre momenti diversi con tre funzioni differenti: 1) mentre si sta svolgendo il tirocinio: tenere a mente le domande può aiutare a guardare, notare, comprendere, in maniera situata, alcuni aspetti di ciò che accade; 2) nella fase di scrittura: può diventare uno strumento di supporto per la stesura della relazione sull’esperienza del tirocinio; 3) nella fase post tirocinio: può essere usato come strumento di analisi e di ricerca collaborativa in cui ci si può confrontare tra studenti e studentesse a partire da un elaborato che tocca punti comuni anche se riferiti a vissuti e organizzazioni diversi.

Lo strumento analitico: applicazioni nella scrittura della tesi

Durante la fase di stesura della parte di tesi inerente la mia esperienza di tirocinio, ho avuto modo di utilizzare uno strumento analitico3 che si è rivelato fondamentale al fine di strutturare le riflessioni e organizzare al meglio l’esperienza maturata. Questo strumento mi ha permesso di esplorare in profondità i vari aspetti del tirocinio, valutandone le dinamiche, i risultati e le implicazioni personali e professionali ad esso connesse. Nel corso di questo articolo descriverò come i diversi punti che compongono tale strumento mi hanno aiutata a sviluppare una comprensione più articolata del tirocinio e delle conoscenze acquisite durante l’intero percorso.

Analizzerò inoltre i benefici e le potenzialità che tale approccio offre sottolineandone il valore formativo e la capacità di promuovere una crescita consapevole.

Come già detto nei precedenti articoli, tale strumento è strutturato in una serie di macro-aree che guidano la riflessione e l’analisi del percorso di tirocinio. Ciascuna area propone domande specifiche che invitano il tirocinante a soffermarsi su aspetti chiave dell’esperienza. La suddivisione in diverse aree dello strumento mi ha permesso di raccogliere informazioni da molteplici prospettive, rendendo l’analisi più completa ed evitando di tralasciare parti fondamentali dell’esperienza.
Per quanto riguarda gli aspetti generali, mi hanno consentito di riflettere sulle motivazioni che mi hanno spinta a impegnarmi in un’esperienza del genere. Domande come “Reputi formativo il tirocinio che stai svolgendo?” mi hanno aiutato a prendere consapevolezza del valore dell’opportunità che stavo vivendo e interrogarmi sulle mie aspettative.

Apprendere dalle relazioni

Una delle aree che ho trovato più significative è quella dedicata a ciò che ho imparato e a chi ha contribuito al mio apprendimento. Questo mi ha permesso di riconoscere non solo l’importanza delle relazioni con i tutor e i colleghi, ma anche il valore dell’apprendimento informale derivante dall’osservazione dell’ambiente circostante e delle dinamiche organizzative.
Quanto all’esplorazione delle tensioni vissute durante il tirocinio, è una fase che mi ha posto faccia a faccia con tutto ciò che ho affrontato. In ogni contesto, difatti, è possibile trovarsi di fronte a situazioni stressanti o conflitti, ed è proprio attraverso le domande che tale area dello strumento propone che sono riuscita a riflettere su come ho affrontato e, indirettamente, su come poter affrontare situazioni di stress e incertezza. Alcune delle domande presenti in questa macroarea sono le seguenti: si tratta di un conflitto che ti riguarda direttamente? Chi è stato coinvolto? Cosa è successo? Anche in questo caso, perciò, è stato facile soffermarsi su ogni aspetto del conflitto vissuto senza tralasciarne alcuno.

Scrittura e crescita professionale

Un momento chiave del percorso è stata dunque la scrittura riflessiva su quanto sperimentato durante il tirocinio, poiché oltre a permettermi di sistematizzare le esperienze vissute, trasformandole in un racconto coerente e significativo. La struttura suggerita dallo strumento analitico si è rivelata preziosa per organizzare i contenuti suddividendo il racconto in sezioni ben articolate, seguendo una linea logica che ha facilitato la comprensione delle mie riflessioni.

Un aspetto per me innovativo dello strumento analitico è stata la possibilità di effettuare una valutazione in itinere del proprio percorso. Durante il tirocini, ho periodicamente monitorato i progressi rispetto agli obiettivi prefissati. Questo processo mi ha aiutato a mantenere il focus sui risultati attesi e a intervenire in caso di difficoltà o rallentamenti.

Alla fine del tirocinio, la valutazione ex post mi ha permesso di analizzare il percorso nel suo complesso, confrontando i risultati ottenuti con le aspettative iniziali. Questo processo ha fornito un quadro chiaro e articolato della mia crescita.

Utilità e benefici dello strumento

Grazie a questo strumento, sono riuscita a riflettere con maggiore profondità sulle dinamiche vissute durante il tirocinio. La struttura chiara e le domande mirate mi hanno permesso di esplorare aspetti che probabilmente avrei trascurato senza una guida. Inoltre, il processo di riflessione ha avuto un impatto significativo sulla mia consapevolezza personale e professionale, aiutandomi a: individuare punti di forza e debolezza, collegare teoria e pratica, gestire in modo più efficace situazioni complesse e stressanti.
Mi ha fornito una struttura chiara per riflettere sul percorso svolto, permettendomi di trasformare le esperienze pratiche in un’elaborazione critica e consapevole. Tale strumento ha rappresentato un valido supporto per mettere ordine nelle mie riflessioni e fornire un quadro completo delle dinamiche che osservavo.

Conclusioni

In conclusione, lo strumento analitico che ho utilizzato, suggerito in fase di stesura della tesi dalla mia relatrice, si è rivelato un prezioso alleato per comprendere meglio il contesto lavorativo e approfondire le mie conoscenze. I suoi punti di forza, tra cui la capacità di fornire un metodo strutturato e di stimolare una riflessione critica, hanno reso lo strumento formativo a tutti gli effetti. Questa esperienza mi ha insegnato l’importanza di adottare approcci analitici anche nei contesti delle pratiche, non solo per comprendere meglio la realtà che ci circonda, ma anche per crescere a livello personale e professionale. Mi auguro che lo strumento possa essere ulteriormente diffuso, in modo da offrire un supporto efficace a tutti coloro che, come me, si trovano ad affrontare la sfida di integrare la teoria con la pratica. Il suo valore risiede nella capacità di trasformare le esperienze pratiche in un’elaborazione critica e consapevole.

  1. Faustini E., Lisa V. (2024) Scrittura e tirocini delle professioni sociali. «welforum.it» ;
    Baho S., Del Bello A., Verardi S. (2023) Analizzando la scrittura riflessiva nei tirocini professionali. «welforum.it»
  2. Si ricorda che il progetto di ricerca si intitola Pratiche co-costruite di scrittura nel lavoro sociale. L’articolo è stato scritto da Rachele Bertani ad eccezione della premessa, scritta da Tiziana Tarsia, utile a collegare questo articolo con i precedenti. La scrittura di tutti e tre gli articoli è stata considerata un ulteriore spazio di riflessività tra gli studenti e le studentesse e i docenti componenti del Comitato Scientifico del progetto. Scrivere ha permesso infatti di condividere riflessioni e considerazioni nei vari passaggi di bozza.
  3. Lo strumento di cui si parla è quello illustrato nei due articoli precedenti pubblicati su welforum.