Dall’Europa: strategia sulla disabilità; reddito minimo; sicurezza sociale; migrazioni


Chiara Crepaldi | 16 Luglio 2017

Tra i temi all’esame della Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento Europeo in questo mese di luglio vi è quello della Attuazione della strategia europea sulla disabilità, volto a sostenere le iniziative proposte nell’ambito dell’Accessibilità, della partecipazione, dell’uguaglianza, dell’occupazione, dell’educazione e formazione professionale, della protezione sociale e della salute contenute nel documento di lavoro presentato nel mese di maggio. Nella riunione della Commissione del 12 luglio si sono svolte audizioni e scambio di pareri con le parti interessate per la predisposizione degli emendamenti entro il mese di settembre. La Commissione EMPL del 12 luglio ha avuto tra i temi in agenda anche la proposta volta all’introduzione di “Politiche volte a garantire il reddito minimo come strumento per combattere la povertà” presentata il 10 febbraio 2017 al Parlamento Europeo dalla parlamentare italiana Laura Agea. Il 29 giugno la Commissione per i problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo ha espresso un proprio parere decisamente positivo sull’iniziativa, e l’ha accolta con ampia maggioranza: 43 voti a favore e 7 contrari, in particolare di alcuni membri appartenenti al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei. La votazione è stata posticipata alla fine del mese di settembre. Vedremo  in quella occasione come la proposta uscirà dall’aula. Nella sezione politiche Europee di welforum potete trovare un articolo dedicato alla proposta Agea e al parere espresso dalla Commissione per i problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo. Altro tema su cui la Commissione sta lavorando in questi mesi è il Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, necessario in considerazione del fatto che ben 14 milioni di cittadini europei non risiedono nel paese di cui hanno la cittadinanza. Un maggiore coordinamento tra i sistemi di sicurezza sociale degli Stati membri è dunque necessario per concedere ad essi i benefici sociali e sanitari di cui hanno diritto. Gli attuali regolamenti (CE) n. 883/2004 e (CE) n. 987/2009 non risultano infatti più adeguati rispetto all’evoluzione avvenuta nei sistemi nazionali di sicurezza sociale. Nel dicembre 2016 la Commissione europea ha proposto di promuovere in particolare un coordinamento tra le misure di assistenza a lungo termine, oltre che di chiarire le modalità di accesso dei cittadini inoccupati alle prestazioni sociali, promuovendo in particolare nuove disposizioni per il coordinamento dei sussidi di disoccupazione al fine di migliorare le potenzialità di ricerca del lavoro e favorendo il coordinamento dei sussidi familiari e dei congedi parentali. Nessuna disponibilità invece sembra emergere rispetto alle possibilità di introdurre modifiche alle norme esistenti in materia di trasferimento delle prestazioni di sostegno economico per i minori. Il principale oggetto di discussione a livello europeo rimane tuttavia ancora ovviamente quello delle migrazioni e degli sbarchi rispetto al quale la stampa italiana sta dedicando amplissima copertura. Quello che preme richiamare qui è il continuo sforzo che il Presidente Juncker sta facendo per richiamare uno spirito di solidarietà europea tra i paesi membri, insieme al rispetto dei patti da essi sottoscritti, il tutto nell’assordante silenzio dell’aula del Parlamento Europeo e delle cancellerie europee: “la situazione disperata nel Mediterraneo non è né nuova né passeggera. In questi ultimi 2 anni e mezzo abbiamo fatto enormi progressi verso un’autentica politica migratoria Ue ma l’urgenza della situazione richiede ora di accelerare seriamente il nostro lavoro collettivo e di non lasciare l’Italia da sola”. Juncker ha promesso che con le misure per accelerare sull’emergenza migranti che la Commissione ha varato a inizio luglio “dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l’Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d’obbligo e non abbiamo diritto di perderci negli egoismi nazionali. La Commissione ha fatto molto ma non tutto quanto avrebbe dovuto fare perché i nostri mezzi tecnici e finanziari sono limitati”. L‘Unione Europea ha nel frattempo annunciato l’avvio di una procedura d’infrazione per Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca a causa dei mancati ricollocamenti dei profughi da Italia e Grecia, accusando i paesi di non aver intrapreso le misure necessarie per far fronte alla crisi dei migranti e dei rifugiati. Come riportato dal sito Regioni.it la Polonia lo definisce un errore ma “rispetterà la decisione” mentre l’Ungheria lo ritiene un “puro ricatto e un atto antieuropeo” da parte dell’Unione Europea e la Repubblica Ceca minaccia il ricorso agli organi giudiziari europei. All’Italia allo stesso tempo la Commissione europea chiede di accelerare gli sforzi per centralizzare le procedure di ricollocamento in pochi centri per semplificare le procedure di ricollocazione. Per un approfondimento sul tema del Reddito Minimo in Europa, leggi anche il nuovo articolo di Chiara Crepaldi pubblicato su Welforum.it