Giovani e servizio civile
Considerazioni a partire dagli ultimi dati disponibili
Diego Cipriani | 10 Novembre 2022
Lo scorso 20 settembre il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del consiglio ha comunicato che “alla data del 16 settembre 2022, il numero di operatori volontari avviati al Servizio civile universale nell’ambito della misura M5.C1 Investimento 4 ‘Servizio civile universale’ raggiunge il totale di 45.582 volontari” il che “segna il superamento del target M5C1-16-ITA 1, che indica per il primo ciclo PNRR, l’avvio al servizio di 40.000 operatori volontari”. Si tratta di un’ottima notizia che, tra le altre cose, testimonia di come siano finora andati a buon fine i fondi destinati nel PNRR al servizio civile.
Appurato che il servizio civile è ancora un’esperienza che riesce a coinvolgere (unica nel suo genere) decine di migliaia di giovani in quella forma di “difesa della patria” civile, non armata e nonviolenta che proprio quest’anno compie 50 anni dal suo riconoscimento giuridico nel nostro Paese, proviamo a vedere che cosa i numeri ci possono indicare sulle più recenti tendenze di questa esperienza1.
Il primo dato è la risposta dei giovani all’offerta di servizio civile proposta dagli enti. Il bando del 14 dicembre 2021 ha offerto inizialmente 56.205 posti. A questi, il 25 gennaio 2022, si aggiungono ulteriori 8.481 posti, per un totale complessivo di 64.686 posti in Italia e all’estero. Per questa mole inedita di posti si sono candidati 112.008 giovani (1,7 domande per ogni posto disponibile). Tanti, si dirà. Ma non tanti quanto se ne aspettavano gli enti. Basti pensare, infatti, che per il bando dell’anno precedente, del 21 dicembre 2020, che prevedeva 55.793 posti, furono presentate 125.286 domande (2,2 domande per ogni posto disponibile). Una dinamica che si era già verificata nel bando del 4 settembre 2019: 85.552 domande presentate a fronte di 39.646 posti (2,1 domande per ogni posto disponibile). Pertanto, secondo il trend dei due anni precedenti, alle 135.000-142.000 domande che era legittimo attendersi, ne sono mancate circa 20.000-30.000.
Anno | Posti a bando | Domande presentate | Domande/posti |
2021 | 64.686 | 112.008 | 1,7 |
2020 | 55.793 | 125.286 | 2,2 |
2019 | 39.646 | 85.552 | 2,1 |
(dati DPGSCU)
Ovviamente è prematuro parlare di “fuga” dei giovani dal servizio civile, ma certamente il prossimo bando (atteso entro la fine del 2022) fornirà un’eventuale conferma a questa ipotesi.
Ma c’è un altro fenomeno che sta cominciando a preoccupare gli enti ed è quello dei giovani che, pur avendo presentato domanda di servizio civile, poi non si presentano alle selezioni o non le portano a compimento. Dai dati finali delle selezioni effettuate nella scorsa primavera, e riferite ai progetti di molti grandi enti nazionali, emerge che il 30% circa dei giovani candidati non si è presentato ai colloqui. Si tratta di un trend in aumento rispetto al passato, che accomuna la partecipazione al bando del servizio civile a molti altri concorsi pubblici, per i quali si registra un alto tasso di assenza alle prove selettive. Non dipenderà mica dalla facilità con cui ci si può candidare, grazie a un semplice click? Non a caso per il servizio civile questa tendenza è andata aumentando proprio con la digitalizzazione della procedura di candidatura, che un tempo il giovane doveva presentare a mano o spedire per posta, facilitando anche un contatto diretto con l’ente proponente il progetto. In ogni caso, si tratta di un fenomeno da monitorare e indagare più a fondo.
Nel frattempo, quello che si può fare è prevenire un possibile ulteriore calo di interesse e agire in almeno un paio di direzioni: una maggiore ed estesa pubblicità istituzionale e una contrazione dei tempi di apertura del bando. Il bando 2021, ad esempio, tra periodo natalizio, bando di recupero, proroga per un ricorso amministrativo, è stato aperto per 86 giorni (contro i 58 giorni del bando 2020 e i 44 del 2019). Per facilitare l’auspicabile riduzione dei tempi si potrebbe evitare il ricorso ad un secondo bando di scorrimento. Nel 2021, dietro richiesta della Consulta nazionale del servizio civile, ai progetti finanziati col bando del 21 dicembre 2020, se ne aggiunsero altri il 15 gennaio utilizzando i risparmi di spesa dell’esercizio 2020. Nel 2022, ai progetti finanziati col bando del 14 dicembre 2021, se ne sono aggiunti altri il 25 gennaio utilizzando i risparmi del 2021.
Ma da dove derivano questi “risparmi”, tenendo conto che oltre il 90% del budget complessivo disponibile ogni anno è destinato a coprire i costi dei giovani che svolgono il servizio civile? Da varie situazioni di cui si rendono protagonisti i giovani stessi. Ad esempio, non sempre chi si candida e supera le selezioni accetta poi di iniziare il servizio. A leggere la relazione al parlamento sul servizio civile riferita al 2021, si scopre che oltre il 12% dei giovani con in tasca il “contratto di servizio civile” ha scelto di non firmarlo, non prendendo servizio alla data prevista. Nel 2020 era stato il 10%.
E quest’anno? I dati provvisori forniti dal Dipartimento dicono che il numero dei mancati avvii ha raggiunto il 27% dei posti messi a bando. Si tratta di un risparmio rilevante, che si aggiunge allo stanziamento previsto dall’annuale legge di bilancio e dal PNRR e che sarebbe già oggi utilizzabile per il bando 2022, in modo da rendere più corposo il numero dei nuovi posti da finanziare (sono circa 80.000 i posti richiesti dagli enti nei progetti presentati nel maggio scorso e in valutazione da parte del Dipartimento). Giova qui ricordare che già nel 2008 la Corte dei Conti raccomandava un utilizzo più efficace delle risorse a disposizione per assicurare il finanziamento di un numero maggiore di posti.
Stando ai dati ufficiali provvisori dei giovani in servizio (qui sotto riferiti ai dieci enti col maggior numero di avviati) il sistema dunque non è al momento a pieno regime.
Ente | Operatori Volontari avviati | a Bando |
FONDAZIONE AMESCI | 2.422 | 2.806 |
CONFEDERAZIONE NAZIONALE MISERICORDIE D’ITALIA | 2.187 | 3.281 |
A.N.P.AS. – ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE | 2.074 | 3.319 |
ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCI SERVIZIO CIVILE ASC APS | 1.968 | 2.626 |
UNIONE NAZIONALE PRO LOCO D’ITALIA | 1.743 | 1.939 |
ASSOCIAZIONE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA | 1.613 | 3.160 |
CONFCOOPERATIVE – CONFEDERAZIONE COOPERATIVE ITALIANE | 1.506 | 2.325 |
ANCI LOMBARDIA | 1.450 | 2.390 |
SALESIANI PER IL SOCIALE APS | 991 | 1.441 |
CARITAS ITALIANA | 783 | 1.218 |
totale | 16.737 | 24.505 |
(dati DPGSCU al 16 settembre 2022)
Un’altra fetta di risparmi, cioè di fondi già stanziati ma che non verranno utilizzati, deriva dai quei giovani che, dopo aver iniziato il servizio civile, decidono di interromperlo. La relazione al parlamento per il 2021 riferisce che quasi il 20% dei giovani ha abbandonato il servizio, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Anche questo delle interruzioni è un fenomeno non nuovo nel servizio civile, ma che meriterebbe di essere studiato a fondo anche per individuare possibili correttivi: risale all’ormai lontano 2008 la prima e unica indagine nazionale (condotta dall’IRS) dedicata agli “abbandoni” e alle “interruzioni” del servizio civile.
Insomma, mentre si tirano le somme del bando 2021 e gli enti scaldano i motori in vista del prossimo bando, resta l’urgenza di studiare più a fondo questo nostro istituto repubblicano, anche facendolo uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori, per poterne dispiegare tutte le potenzialità a vantaggio dei giovani e della comunità.
- Sullo stesso tema segnaliamo l’articolo di Diego Cipriani, Caritas: l’impatto della pandemia sui giovani in servizio civile, pubblicato su Welforum il 13 dicembre 2021.