Anche sul tema dell’integrazione lavorativa, sebbene lentamente, emerge sempre più, sia in Europa che in Italia, che le persone con disabilità sono delle risorse, hanno delle abilità e delle capacità e possono contribuire in modo produttivo all’economia e alla società. Leggi >
In Italia, come nel resto del mondo e in Europa, la condizione lavorativa delle persone con gravi condizioni di salute è sicuramente peggiore di quella della popolazione residente considerata nel suo complesso. I dati dell’Indagine Multiscopo dell’Istat mostrano infatti come la situazione lavorativa delle persone peggiora all’aggravarsi delle condizioni di salute. Tra le persone con disabilità, rispetto al totale della popolazione residente, è più bassa la quota di persone che partecipano al mercato del lavoro e di occupati ed è più alta la quota di inattivi, ritirati dal lavoro o inabili al lavoro. Leggi >
Il collocamento mirato, previsto dall’articolo 2 della Legge n.68 del 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, continua a rappresentare un modello all’avanguardia e riceve il conforto delle più recenti riforme di carattere nazionale ed internazionale. Leggi >
La legge n. 68/1999, attraverso il principio del collocamento mirato, intende dare attuazione al principio costituzionale che vede nel lavoro uno strumento di realizzazione della persona. Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione. Leggi >
La legge sul dopo di noi si chiama così perché deve essere letta nella sua interezza e, per comprendere meglio le motivazioni che hanno portato all’emanazione di una norma, occorre saper cogliere gli aspetti costruttivi che l’iter parlamentare ha prodotto. Tale premessa è necessaria per ben comprendere quale è stato il ruolo del movimento associativo della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap nel costante confronto avuto con il Governo passato per giungere alla promulgazione della legge sul “dopo di noi“. Leggi >
Con questo intervento l’autrice riporta brevemente l’esperienza del Comune di Milano portando alcune riflessioni su alcuni spunti che dati dai relatori che l’hanno preceduta al seminario sul Dopo di Noi.
Si tratta di un’esperienza del territorio milanese significativa e di cui far “tesoro”. In particolare, ha fatto emergere che la programmazione non è strumento sufficiente a definire obiettivi raggiungibili e che va necessariamente preceduta da percorsi da condividere con i cittadini, secondo il rafforzamento del ruolo dell’ente locale come attivatore di processi virtuosi, che ascolta i bisogni e rende protagonisti i cittadini nel creare risposte, coinvolgendo le realtà territoriali, secondo una funzione di regia. Leggi >
Sperimentare soluzioni innovative per promuovere e incrementare l’autonomia, la piena inclusione sociale, abitativa, lavorativa e culturale delle persone con disabilità intellettiva, così come sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità approvata nel 2006 e recepita dal Parlamento italiano nel 2009, che riconosce “il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone” e promuove l’adozione di “misure efficaci e adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società”. E’ questa la finalità delle iniziative realizzate dal 2014 a oggi in provincia di Cuneo, nell’ambito dei progetti sperimentali Vela-Verso l’Autonomia e poi Orizzonte Vela, promossi dalla Fondazione CRC insieme a tutti gli enti gestori dei servizi socio assistenziali e le aziende sanitarie locali, cinque associazioni di genitori e di volontariato, il centro servizi per il volontariato che consente il confronto con le altre associazioni del territorio, Confcooperative provinciale e la scuola polo per la disabilità. Leggi >
“Prima ancora di avere un nome e un cognome, prima ancora di essere cieco, sono una persona con la sua complessa natura, con i suoi pensieri, con il suo carattere, con la sua storia, con le esperienze vissute, con i suoi sentimenti, affetti, desideri, opinioni, delusioni, gioie, dolori, passioni. Sono ricco, almeno quanto te, di vita.” Leggi >
La Regione FVG, per rispondere ai bisogni delle persone con disabilità, può contare su un ricco e articolato insieme di risorse umane, economiche e strumentali che negli anni si sono significativamente incrementate sia per una continuità politica di investimento in questo ambito del welfare sia per l’intraprendenza di molte realtà del terzo settore. Leggi >
La Legge 112 anche nelle sue fisiologiche difficoltà applicative ci sta dicendo che esiste una relazione ben precisa tra il diritto che c’è e il diritto che ancora dobbiamo costruire; ed è proprio il valore dell’esperienza agita. Per promuovere innovazione dobbiamo essere capaci di costruire una specie di cinghia di trasmissione tra il diritto esistente e quello ancora da realizzare che deve essere per forza alimentata dall’esperienza. Per trasformare le nicchie di innovazione in vettori di trasformazione del sistema dobbiamo studiare attentamente i percorsi già attuati da quelle famiglie che il “dopo di noi” l’hanno realizzato già 20 anni fa quando ancora non c’era la Legge e che magari oggi che c’è si trovano spiazzate e in difficoltà se nella sua applicazione concreta non si ri-parte dai percorsi già tracciati. Leggi >