La responsabilità nella nuova era dell’emergenza


Noemi Terranova | 15 Febbraio 2022

L’evento improvviso ed imprevisto della pandemia Covid-19 ha indotto l’attore pubblico al coinvolgimento di una molteplicità di soggetti del tessuto locale, portando alla nascita di inedite forme di prossimità e solidarietà di vicinato, con un’estensione dei confini della responsabilità che tende oggi ad assumere un carattere sempre più condiviso. Operativamente, con il concetto di responsabilità si intendono le modalità e gli strumenti attraverso cui le società umane provvedono a soddisfare le necessità e i bisogni degli individui che compongono le collettività, allo scopo di perseguire insieme sia il benessere individuale che il bene comune. A livello locale, la condivisione di responsabilità ha determinato risposte più incisive e uno spostamento dell’attenzione verso problematiche e materie su cui probabilmente non si sarebbe agito con la stessa forza, visibilità e rapidità, offrendo in alcuni casi opportunità per introdurre cambiamenti di policy. Occorre, pertanto, riflettere sull’importanza di un’azione condivisa, vale a dire ripensare con maggior forza alle potenzialità che la collaborazione tra differenti attori possa generare, cercando di trarre dai nuovi rapporti emersi, un paradigma di riferimento che vada oltre la dicotomia, non ancora del tutto superata, tra settore pubblico e privato.  

Esperienze

Il nuovo Dispositivo di Aiuto Alimentare del Comune di Milano        

Nel marzo del 2020 per rispondere all’incremento delle richieste di aiuto alimentare conseguente all’emergenza sanitaria Covid-19, il Comune di Milano ha promosso il progetto Dispositivo di Aiuto Alimentare. Questo progetto nasce con l’obiettivo di centralizzare le azioni dei vari soggetti attivi sul territorio, con i quali si sono rafforzate o avviate nuove relazioni di partenariato, al fine di sopperire alle chiusure delle associazioni ed enti caritatevoli presenti nella città dovute al periodo di lockdown. In particolare, l’Amministrazione comunale ha assunto la regia del sistema, svolgendo un forte ruolo di coordinamento, controllo e promozione delle attività svolte dalle varie associazioni del Terzo settore. Il pubblico si è incaricato delle scelte dalle quali è dipesa l’efficacia della programmazione locale con azioni di sistema dirette a miglioramenti organizzativi e al rafforzamento della rete territoriale. Il Comune di Milano, integrando così le risorse del Terzo settore e del mondo privato, ha ottimizzato le azioni di tutti gli attori coinvolti, costituendo un sistema di reti multi-attore che è stato capace di fornire una risposta tempestiva e capillare sul territorio. Tutto ciò è stato possibile grazie al modello logistico degli Hub di Quartiere ― punti di prossimità ― dedicati alla raccolta e alla ridistribuzione degli aiuti alimentari. Questo modus operandi ha innescato prassi innovative come l’Hub Ortofrutta, responsabilizzando commercianti e produttori locali che hanno collaborato per fornire kit composti da frutta e verdura in aggiunta agli aiuti alimentari. Sul territorio si è realizzata una governance di rete che ha valorizzato le potenzialità di tutti: implementando nuove visioni dirette a migliorare l’efficacia degli interventi e la loro efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibili ed aumentando al contempo la condivisione delle responsabilità degli attori istituzionali e sociali. La nuova strategia di contrasto alla povertà alimentare è arrivata a supportare, in 15 settimane di attività, 20.700 persone e oltre 6.300 nuclei familiari in difficoltà.  

La Rete di Torino Solidale             

Nel marzo del 2020 nasce Torino Solidale, un progetto di solidarietà sociale, volontariato e assistenza, promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Torino, insieme a diversi soggetti del Terzo settore che si occupano di welfare e assistenza. L’ideazione del progetto ha avuto origine sotto la spinta dei bisogni espressi sul territorio di cui hanno dato voce le varie organizzazioni non profit, coinvolti dal pubblico non solo nella fase erogativa dei servizi, ma anche in quella progettuale. La coprogettazione tra ente pubblico e soggetti privati ha prodotto un’organizzazione reticolare, che è stata in grado di incrementare la condivisione di responsabilità, di rischi e di vantaggi tra i soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi per la comunità. Da ciò ne è derivata una comune attenzione alle specificità del territorio sia dal punto di vista delle necessità che delle risorse. Sul suolo urbano si è così ridefinito il perimetro dei soggetti chiamati a produrre benessere e sostegno territoriale, con una logica incentrata sul riconoscimento delle peculiarità di ciascun attore. La compartecipazione dei vari soggetti del tessuto locale, inoltre, ha dato vita a tredici snodi territoriali in varie zone della città, permettendo di costruire risposte più efficienti, a fronte dell’aumento delle richieste di aiuto, con azioni di sostegno alimentare per le persone e famiglie in difficoltà. La vasta rete di aiuti messa in campo è riuscita a raggiungere 10.000 famiglie e tra le 25.000 e le 30.000 persone, cercando di tutelare con le risorse e i mezzi a disposizione il benessere delle fasce più fragili. Questo progetto ha consentito alla città di crescere, pensando ad una strategia di lungo termine, ossia prevedendo una politica ordinaria di sostegno alimentare, diretta non solo alla ridistribuzione ma anche al recupero delle eccedenze alimentari e alla lotta allo spreco. L’emergenza ha avuto l’effetto di responsabilizzare tutta la comunità sul fronte alimentare che ad oggi si pone l’obiettivo di consolidare le interazioni avviate tra la città, gli enti del Terzo settore e le reti di comunità per promuovere, anche nel lungo periodo, un’articolazione progettuale stabile a supporto delle famiglie vulnerabili.  

Il progetto Akkittate!

Nella Capitale, alla diffusione del Covid-19, si è sommata l’emergenza freddo provocando esiti nefasti sulle fasce di popolazione più deboli, sia in termini sanitari che sociali ed economici, andando a colpire in particolar modo i senza fissa dimora. All’evidente stato di povertà ed emarginazione sociale, si è osservata un’immobilità delle istituzioni e una negligenza alle richieste di aiuto dei cittadini e delle associazioni del territorio. L’inadempienza del pubblico ha avuto l’effetto di generare un welfare dal basso: gli attori locali si sono attivati per la comunità con una modalità orizzontale di sostegno e di accoglienza, tipica del mutuo soccorso, riaffiorata con la pandemia e tornata di attualità in un periodo incerto e difficile come quello attuale; che ha di fatto supplito le responsabilità della programmazione pubblica capitolina. Il Terzo settore ha ricoperto un ruolo decisivo nel sostenere le persone in difficoltà economica e i senza fissa dimora, promuovendo il progetto Akkittate!. Esso rappresenta un’iniziativa di Mutuo Soccorso di Arci Pianeta Sonoro e di Arci Roma, nato per prestare assistenza e ristoro ai senza fissa dimora e per fornire loro opportunità di reinserimento nella società. Queste due realtà associative, da centri di attività artistiche, culturali e di promozione sociale, si sono trasformate dal novembre del 2020 in punti di raccolta e di distribuzione di beni di prima necessità. In pochi mesi dallo scoppio della pandemia, il progetto è arrivato a coinvolgere la cifra considerevole di trecento volontari, che sono riusciti a loro volta ad attrarre numerosi attori del territorio fino a strutturare una rete composta da più di sessanta associazioni. Un aspetto innovativo ha riguardato la condivisione di intenti tra associazioni che nell’ordinario si occupavano di perseguire obiettivi diversi tra loro e che in parte non avevano mai lavorato insieme, trovandosi a cooperare per il bene della comunità. In particolare, tre sono state le sfide principali che hanno dovuto affrontare: promuovere forme di solidarietà orizzontali, crescere dal punto di vista organizzativo e rispondere ad un forte bisogno di tutela del benessere dei cittadini più fragili. La rete solidale è arrivata a supportare 500 homeless, tutelando quella dimensione sociale e relazionale risultata essere indispensabile per affrontare la pandemia tanto quanto le forme di sostegno economico.  

La piattaforma territoriale NapoliWelfare

Nella provincia partenopea, per rispondere ai nuovi bisogni emersi, nell’aprile del 2020 è stato ideato e realizzato un modello digitale innovativo: la piattaforma territoriale multicanale NapoliWelfare. Questa piattaforma è il frutto di un progetto promosso dal Consorzio di Cooperative sociali Proodos insieme al Gruppo Cooperativo “Consorzio Gino Mattarelli” e il partner informatico Moving. Un segnale positivo del mondo cooperativo, venuto alla luce dalla volontà dell’ambito privato di creare un nuovo strumento di prossimità digitale, in un momento storico contrassegnato da limitazioni e ristrettezze. L’obiettivo del progetto ha visto riunire servizi di protezione, cura e inclusione dei vari soggetti pubblici, privati, locali, territoriali, comunali e aziendali. L’esperienza consolidata del Consorzio Proodos con organizzazioni non profit, istituzioni ed aziende locali ha permesso di istituire numerose partnership con questi diversi attori al fine di mettere in campo un’azione condivisa per la comunità. I diversi soggetti del territorio provinciale hanno avuto la possibilità di contribuire e collaborare offrendo prestazioni e servizi, mediante la creazione di un proprio canale all’interno della piattaforma. Questa, difatti, ha valorizzato le risorse di tutti: competenze specialistiche e sapere diffuso, figure professionali e volontariato, aziende e territorio. Questo modo innovativo di operare ha consentito di rispondere ai nuovi bisogni sociali emergenti con maggiore efficacia, efficienza, inclusività ed empowerment rispetto alle pratiche già esistenti. Inoltre, va sottolineato come la piattaforma abbia non solo aggregato e distribuito l’offerta dei diversi servizi pubblici e privati, ma anche costituito uno spazio sociale virtuale che ha permesso di connettere i cittadini con una variegata gamma di professionisti (assistenti sociali, psicologi, pedagogisti, project manager), dando anche la possibilità di co-partecipare al fine di rintracciare nuove soluzioni ai propri bisogni.  

Iniziative solidali nella Città di Palermo

Nel capoluogo siciliano non si è osservato un unico progetto capace di aggregare i vari soggetti locali, bensì numerose iniziative solidali dislocate sul territorio e avviate da istituzioni, associazioni o cittadini per aiutare le fasce di popolazione più deboli. Tra le diverse iniziative analizzate vi sono: Centrale Unica di aiuto alimentare; Agenzia sociale per la casa; Spesa in sospeso e Solidarietà Attiva Palermo – Emergenza Covid-19. In questo ricco panorama sono emerse relazioni innovative fra i cittadini della comunità locale che hanno mostrato come anche la cittadinanza sia stata in grado di aiutare sé stessa. In particolare, l’iniziativa Solidarietà Attiva Palermo – Emergenza Covid-19 ha portato ad un’inedita forma di cittadinanza attiva, che ha visto giovani cittadini organizzarsi tra loro per fare la spesa o acquistare farmaci ad anziani e malati del proprio quartiere di pertinenza. Tale azione al fine di arrivare ai potenziali destinatari è stata divulgata sui social ma anche affiggendo volantini nei condomini e per mezzo del passaparola. La consapevolezza da parte dei cittadini di un bisogno di aiuto sul territorio ha permesso di intercettare e rispondere ai bisogni dei concittadini, contribuendo a migliorare la qualità della vita comunitaria: il benessere è stato così inteso come una vera e propria disposizione a sentire come propri i problemi di chi è “vicino”, con un rinnovato senso di appartenenza territoriale, di solidarietà e di vicinato.  

Verso una responsabilità condivisa?

I valori della partecipazione e della condivisione di responsabilità hanno rappresentato una scelta preferenziale per garantire il benessere degli individui attraverso modalità di relazione ispirate al principio di collaborazione, capaci di lavorare più che sull’autorità, sull’esercizio della fiducia. In tal senso, si sono valorizzati rapporti già in essere sul territorio locale e realizzate nuove alleanze di natura formale o informale, immaginando soluzioni creative e provando a dare continuità a queste esperienze.