Claudio Castegnaro: coordinamento e coinvolgimento delle famiglie per una buona riforma


A cura di Andrea Parma | 15 Dicembre 2017

Claudio Castegnaro è ricercatore presso l’Irs di Milano, dove si occupa di politiche e servizi sociali e sanitari. Nel suo intervento, Castegnaro ha sottolineato come la proposta di riforma presentata nel Punto di welforum risponda alle problematiche inerenti la non autosufficienza, superando le tradizionali soglie legate all’età (così come indicato anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità). Un  aspetto fondamentale, simile alla legge 112 sul “Dopo di noi”, è inoltre quello di spostare il potere nelle mani del cittadino in modo graduato: la persona e le famiglie potranno decidere la destinazione più opportuna di queste misure.

 

In questo quadro il livello territoriale risulta uno snodo applicativo fondamentale. Portando l’esempio della legge 112 e di come la stessa è risultata applicata nei territori, Castegnaro segnala come, seppur in presenza di un dispositivo nazionale, l’interpretazione a livello territoriale può essere la più difforme, creando forti diversità a livello locale: «il Piemonte integra le misure Legge 112 con Percorsi di attività sostenibili (PASS). Il Friuli utilizza delle schede di valutazione che hanno al loro interno criteri ICF. L’Emilia Romagna pensa ad un coinvolgimento particolare delle Fondazioni di partecipazione nelle soluzioni strutturali che saranno finanziati con bandi regionali. Il Lazio ha immaginato una cabina di regia e un accento forte sulla co-progettazione e anche percorsi finalizzati a costruire un patto di cittadinanza. La Puglia ha dato indicazioni precise su come integrare le risorse da Legge 112, quindi da fondo nazionale, con le misure da fondi FSE».

 

Un ulteriore punto importante è quello di fare emergere i potenziali beneficiari della misura proposta, andando loro incontro, e cioè non attendendo che la domanda si palesi direttamente alle porte dei servizi sociali dei comuni. Qui, però, è necessario anche un cambiamento culturale da parte delle famiglie affinché si sentano “ordinarie tra altre famiglie” perché, come ricordato da un rappresentante del terzo settore ad un recente convegno a Milano sul Dopo di Noi: «d’ora in avanti dobbiamo ragionare in termine di condivisione, co-progettazione, coproduzione». Nel tentativo di mobilizzare anche le risorse proprie delle famiglie, ritorna fondamentale il tema della fiducia: le famiglie saranno tanto più coinvolte quanto più sarà presente un legame di fiducia tra famiglie e istituzioni. Inoltre, il cambiamento va accompagnato. Secondo Castegnaro, infatti, senza una cabina di regia, il cambiamento può essere più difficile, e precludere un’attuazione progressiva ed in tempi rapidi, come hanno già mostrato in precedenza diverse esperienze.