Welforum.it sul Reddito di cittadinanza


Emanuele Ranci Ortigosa | 16 Febbraio 2019

In queste settimane la XI Commissione Lavoro del Senato della Repubblica ha effettuato le audizioni sul ddl AS 1018 per la conversione in legge del dl 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni e il tema acquisisce particolare attenzione sia sui mass media che nel dibattito politico.

 

Vi troviamo ricorrenti prese di posizione propagandistiche, stimolate anche dalle consultazioni elettorali che si prospettano nel prossimo futuro. Si denigra il Rdc come sperpero di risorse pubbliche in mero assistenzialismo, o lo si glorifica come quello che abolirà la povertà e rilancerà gli anni gloriosi dello sviluppo del nostro Paese. Trascurando queste derive riteniamo che il Reddito di cittadinanza offre una preziosa opportunità di sviluppo di una politica contro la povertà, che non va snobbata né denigrata, ma su cui occorre impegnarsi per migliorarla, correggerne le criticità e superarne i molti limiti. Non a caso l’Alleanza contro la povertà afferma che “il Rdc realizza il più ampio trasferimento di risorse per la lotta alla povertà mai realizzato in Italia. In concreto ciò permetterà a molti di poter sostenere spese fondamentali per la propria vita quotidiana. Si tratta di un risultato assai positivo”1.

 

Per questo come Welforum.it abbiamo seguito con attenzione il tema pubblicando articoli e segnalando scritti interessanti ripresi da altre fonti.

In questa fase cruciale per un serio confronto nel merito della misura e al fine di proporre auspicabili correzioni e miglioramenti, dedichiamo al tema una newsletter monografica e la home page del sito. In particolare, presentiamo nuovi articoli e ne riproponiamo alcuni di recente pubblicazione, riprendendo il testo del dl 28 gennaio 2019, n. 4, e un buon numero delle memorie presentate da enti e organizzazioni in occasione delle audizioni della commissione senatoriale.

Sia gli articoli di Welforum.it che le memorie riportate contengono in varia misura valutazioni di ordine generale sulla misura, stime del target dei beneficiari e del grado di copertura delle famiglie in povertà assoluta, stime dell’entità dei benefici e dei costi conseguenti, e numerose e interessanti proposte di emendamenti correttivi o integrativi al testo del decreto.

 

Le critiche e le proposte di correzioni più rilevanti e ricorrenti riguardano soprattutto la delimitazione del target ottenuta con i requisiti di cittadinanza e residenza richiesti, eccessivamente discriminatori verso gli stranieri e anche homeless; la modifica della scala di equivalenza che penalizza gravemente minori e famiglie numerose e la scarsa possibilità che ricevano servizi educativi e sociali cruciali per progettare un domani migliore; il livello troppo elevato della soglia di integrazione che ha costretto a ridimensionare l’utenza con vari espedienti per ragioni di compatibilità con i finanziamenti disponibili; la centralità data all’incremento dell’occupazione, che non è l’obiettivo specifico di una misura contro la povertà, e che malgrado gli incentivi discutibili previsti ben difficilmente conseguirà grandi risultati; la scarsa attenzione prestata a intervenire su altri fattori di povertà che spesso impediscono anche il lavoro. Ai rilievi di merito si aggiungono quelli di processo: la frettolosità incompatibile con la complessità dell’impresa e con l’inadeguatezza dei Cpi e dei tempi necessari per attrezzarli e qualificarli; la mancata valorizzazione della governance e del sistema di accettazione e accompagnamento attivati dal Rei; l’attuale l’enfasi sulle condizionalità che non potranno essere seriamente verificate e gestite, e che però rafforzano una visione del povero come di “uno che non vuole darsi da fare”, un “furbo”. Infine, il pericolo che l’insuccesso del Rdc offra argomenti e faccia crescere la schiera di chi si oppone alla lotta contro la povertà.

 

Gli articoli di esperti qualificati che presentiamo riprendono questi e altri temi e li approfondiscono, alcuni formulando anche proposte migliorative precise e stime dei costi e degli esiti che la loro accettazione conseguirebbe, come fanno ad esempio l’articolo di Baldini e Lusignoli e quello di Di Marco e Tanda. Altri scritti si soffermano sugli aspetti più critici richiamati, considerandoli nel loro insieme, come quello di Rossini cui si accompagnano le propose formali dell’Alleanza contro la povertà. O si concentrano soprattutto su tematiche specifiche di grande rilievo, come Saraceno su minori e famiglie, Guerra sugli incentivi per l’occupazione, Candela sulla governance e la confusione sull’operatività, Caiolfa sui livelli essenziali affermati e insieme smentiti; Attene sulla mancata considerazione dei servizi e delle professionalità sociali, Pesaresi sulla Pensione di cittadinanza.

Una citazione particolare merita Motta, che propone tre operazioni: un confronto fra Rei, Reis e Rdc, una ricostruzione di ciò che resta del d legs 147 del 2017 di introduzione del Rei a seguito delle abrogazioni e modifiche introdotte al d.l. sul Rdc, una serie di proposte di emendamenti con relativa giustificazione.

Da ultimo la approfondita riflessione di Siza sul Rdc nel quadro di una riflessione sulle più generali tendenze in atto nelle politiche sociali di contrasto alla povertà.

 

A questa ricca serie di interventi si aggiunge la presentazione di molte delle memorie presentate in sede di audizioni della Commissione senatoriale, che contengono informazioni e proposte a volte molto interessanti.

Pensiamo di fornire così ai nostri lettori materiali ampi e qualificati perché possano rendersi conto e farsi una loro valutazione su quanto è in gioco in questi mesi sul tema della povertà e delle politiche di contrasto, attualmente centrale nell’agenda politica, e che speriamo che tale rimanga in tutta la fase problematica e critica, ma decisiva, di definizione e implementazione del Rdc.

 

Un anno fa, alla vigilia della tornata elettorale scrivevamo che occorre assumere e confermare tutto quanto di valido il Rei offre, sanare e superare i suoi limiti, andare oltre con il nuovo Reddito di cittadinanza, depurato a sua volta dei suoi limiti, verso una prospettiva di sviluppo incrementale. Prendendo il meglio dei due approcci si potrebbe configurare un Reddito di cittadinanza funzionale ed efficace e almeno in alcune sue componenti praticabile fin d’ora, mentre via via se ne attiveranno le altre. È quello che ancora sembrerebbe più sensato e promettente.

 

Memorie presentate alla XI Comissione Lavoro del Senato della Repubblica in occasione delle audizioni sul ddl AS 1018 per la conversione in legge del dl 28 gennaio2019, n.4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensione:

 

Pubblichiamo qui le memorie presentate alle Commissioni riunite della Camera dei Deputati XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali). 

 

Pubblichiamo inoltre le schede di lettura degli emendamenti al testo del DL 4/2019 approvati il 21 febbraio scorso dalla Commissione Lavoro del Senato.

  1. Alleanza contro la povertà in Italia, Maggiori risorse, peggiori risposte, 24.1.2019. Vedi anche l’intervista di Cristiano Gori, coordinatore scientifico dell’Alleanza, a Vita, 25.1.19