Il Tribunale per i minorenni non va abolito


Ariela Casartelli | 27 Aprile 2017

È attualmente in discussione al Senato il Disegno di Legge 2284, Delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile che contiene, tra le altre misure, la soppressione dei Tribunali per i Minorenni e l’istituzione di sezioni circondariali e distrettuali specializzate per la persona, la famiglia e i minori presso i Tribunali Ordinari e le Corti di Appello. Il disegno di legge è presentato dal Ministro della Giustizia, Orlando, di concerto con il Ministro per l’Economia Padoan.

Le sezioni specializzate circondariali, presso il Tribunale del capoluogo del distretto di Corte di Appello, dovrebbero occuparsi delle controversie che sono attualmente di competenza del Tribunale Civile Ordinario: stato di famiglia, divorzi e separazioni, e dei procedimenti di competenza attualmente del giudice tutelare. Le sezioni specializzate distrettuali, istituite presso le Corti di Appello, invece dovrebbero occuparsi di adozioni, di interventi sulla responsabilità genitoriale ex artt. 333  e 330 cc, dei procedimenti relativi ai minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo, e dei procedimenti penali a carico dei minorenni.  Per quanti hanno promosso la riforma, la soppressione dei Tribunali per i Minorenni e l’istituzione di sezioni specializzate presso i Tribunali Ordinari, costituisce una possibilità di contrasto alla grande frammentazione che contraddistingueva, fino ad oggi, l’attribuzione di funzioni e competenze in materia civile e penale riguardo ai minori. Secondo questo punto di vista la riforma punta, infatti, a limitare la presenza di strutture parallele, pur senza eliminare la specializzazione dei giudici che si occupano di minori.

In realtà la composizione, prevista dalla legge, delle sezioni specializzate che andranno a costituire il gruppo specializzato in materia di persona, famiglia e minori, evidenzia che delle questioni dei minori non si occuperanno più magistrati specializzati nella delicata materia minorile ma  magistrati che si occupano anche di altro. A questo si aggiunge l’assenza di esclusività delle funzioni dei pubblici ministeri e vale la pena di ricordare che ai pubblici ministeri in ambito minorile compete un delicato ruolo di indagine che richiede competenze e sensibilità molto diverse da coloro che seguono indagini in altri ambiti.

Un recente convegno1 ha consentito di ascoltare  l’opinione di tutti i più autorevoli “attori” del Sistema di Tutela dei Minorenni. Al convegno i relatori2 che rappresentavano le istituzioni coinvolte: Roberto Bichi presidente del Tribunale di Milano, Luca Villa giudice del Tribunale per i Minorenni, Ciro Cascone Procuratore della Repubblica presso il tribunale Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto Presidente del Tribunale per i Minorenni Brescia e Cristina Maggia, vicepresidente AIMMF (l’Associazione Nazionale dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia), si sono espressi, concordemente, contro la riforma supportando le loro argomentazioni anche con dati quantitativi che mostravano come a Milano per il Tribunale sarebbe impossibile assorbire le competenze dei Tribunali per i Minorenni e come l’applicazione della riforma, se approvata, porterebbe a una situazione di blocco delle attività vista la già grave situazione di carenze di organico in cui ci si trova.

A queste osservazioni si sono aggiunte quelle di altri rappresentanti autorevoli Joseph Moyerson dell’Associazione Nazionale dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia, Grazia Cesaro, dell’Unione Nazionale delle Camere Minorili, Liviana Marelli in rappresentanza del Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida.

Si è affermato che il sistema della giustizia minorile italiano è apprezzato in Europa e in sintonia con la raccomandazione europea in tema di giustizia “child friendly” del 17.11.2010. Tutti hanno espresso forti preoccupazioni in merito ad una perdita di qualità, di scarsa tutela del “superiore interesse del minore” e anche di perdita di efficienza, ovvero il contrario di quello che sarebbe l’intento della legge. Sono stati citati studi della Commissione Europea sull’efficacia della giustizia, da cui si desume che sono più efficienti i tribunali specializzati. La giustizia minorile italiana vanta una lunga storia che ha portato a scelte innovative e coraggiose nell’interesse superiore del minore e il servizio sociale è sempre stato presente al fianco dei Tribunali per i Minorenni portando le sue competenze e il suo contributo e facilitando l’incontro tra provvedimenti giudiziari e famiglie. Annunziata Bartolomei, vice presidente CNOAS, ha sottolineato che la riforma renderebbe particolarmente difficile i rapporti tra il Servizio sociale e il Tribunale Ordinario, poco abituato a lavorare con la presenza dei servizi sociali.

La domanda ricorrente è stata: se il nostro sistema è riconosciuto come un buon sistema perché modificarlo in direzione contraria alle direttive europee? Il ministro Orlando, invitato al convegno, non ha partecipato e quindi non ha dato risposte alle osservazioni critiche. In compenso la sala era affollata di operatori e di esperti che volevano tenere vivo il dibattito e anche il Tribunale per i Minorenni.

Di fatto su questa riforma si sono avviate diverse iniziative, una petizione3 è stata lanciata su change.org e in questi giorni l’AIMMF ha presentato un Manifesto contro la soppressione dei TM, firmato da oltre 300 personalità, tra le quali: Valerio Onida, Giuliano Pisapia, Gherardo Colombo, Luciano Violante, Gustavo Zagrebelsky, e altri.

In questi giorni inoltre l’associazione Defence for Children Italia ha inviato al ministro una lettera a firma dei rappresentanti dell’associazione di 26 paese europei che chiede a gran voce di ritirare la riforma e riafferma che: “La cultura della giustizia minorile e l’eccezionale sistema adottato in Italia sono di ispirazione per lo sviluppo di un sistema giudiziario minorile specializzato negli altri paesi.”

Restiamo in attesa dei risultati dell’iter legislativo con la speranza che alla fine il Ministro ci ripensi.

  1. Lunedì 6 marzo 2017 si è tenuto a Milano il Convegno “Decidere con lo sguardo al futuro. Quale giustizia per i minorenni e le relazioni familiari?”, organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, in collaborazione con CNCA, Camera Minorile di Milano e CNOAS.
  2. Accedendo al sito Ubi minor, è possibile trovare alcuni interventi dei relatori e materiali presentati.
  3. È possibile leggere la petizione sul sito AIMMF.