La Commissione europea presenta il suo piano per l’economia sociale


Patrizia Toia | 27 Dicembre 2021

L’economia è fatta di esseri umani e non può essere ridotta a bilanci e profitti.

Per questo è importante che, dopo tanti anni di lavoro e di battaglie di chi crede nel valore e nella centralità delle persone, la Commissione europea abbia finalmente presentato un piano d’azione per promuovere l’economia sociale. È il risultato del lavoro e dell’impegno appassionato del Commissario Nicolas Schmit, oltre che di tutti gli attori del settore e anche dell’Intergruppo parlamentare, di cui sono co-presidente.

L’economia sociale comprende una serie di imprese, organizzazioni e soggetti giuridici, come le imprese sociali, le cooperative, le società di mutuo soccorso, le mutuelles,  le associazioni senza scopo di lucro e le fondazioni. Questi soggetti, che sono gestiti in modo partecipativo e dal basso, mettono le persone e l’ambiente al centro della loro missione e reinvestono la maggior parte dei loro profitti nell’organizzazione stessa o in una specifica causa sociale.

 

L’Europa conta 2,8 milioni di soggetti dell’economia sociale, i quali danno lavoro a 13,6 milioni di persone. Sono tante, ma la loro importanza non è solo nei numeri o nei servizi sociali che offrono, quanto nella loro capacità di dimostrare che c’è un modo diverso, praticabile e concreto, di fare impresa, di usare i fondi e di essere degli operatori economici attivi e dinamici.

Con questo piano d’azione finalmente si apre una pagina nuova della politica europea che offre al settore dell’economia sociale il sostegno di cui ha bisogno per crescere, avere successo e creare lavoro e coesione sociale. Si tratta di un piano a cui lavoriamo da tanto tempo e che prende le mosse dall’iniziativa della Commissione per l’imprenditoria sociale del lontano 2011, oltre a essere il risultato di un ampio processo di consultazione con i cittadini e i portatori di interessi.

Un’iniziativa tanto più importante in questo momento di difficoltà in cui la crisi causata dal Covid-19 ha messo in luce la resilienza e l’inventiva dei modelli di business dell’economia sociale. Si tratta però di un percorso lungo su cui dovremo lavorare nei prossimi anni.

 

Secondo il piano nel 2023 la Commissione proporrà una raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale e su questo tema lavorerà la presidenza francese del Consiglio Europeo nel semestre prossimo.

In pratica bisognerà creare negli Stati membri dei quadri fiscali adeguati alle specificità delle organizzazioni dell’economia sociale e agevolare l’accesso agli orientamenti in materia di aiuti di Stato, oltre a favorire le buone pratiche in materia di appalti pubblici socialmente responsabili.

Inoltre per il periodo 2021-2027 la Commissione intende aumentare il proprio sostegno oltre i 2,5 miliardi di € stimati destinati in precedenza all’economia sociale (2014-2020). Sempre nel 2023 la Commissione inaugurerà un nuovo portale dell’Ue per l’economia sociale per permettere agli attori dell’economia sociale di trovare in un unico luogo tutte le informazioni di cui hanno bisogno circa i finanziamenti, le politiche, la formazione e le iniziative dell’Ue, mentre nel 2022 sarà istituito un Centroeuropeo di competenza per l’innovazione sociale.

 

Nel grande ripensamento del nostro sistema economico imposto dalle crisi degli ultimi anni, non solo la pandemia ma anche la crisi finanziaria globale e la crisi dell’euro, l’Unione europea sta scoprendo di avere al suo interno un bacino di esperienze, buone pratiche, innovazioni e una riserva di valori e di persone competenti e determinate che sarà sempre più fondamentale per costruire un nuovo modello di sviluppo.