La Recovery House vuole essere un luogo dove le persone possono avere il tempo e lo spazio per intraprendere la loro recovery. I partecipanti devono soddisfare i seguenti criteri: avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni; essere in contatto con il Dipartimento di salute mentale; aver sperimentato un miglioramento del rapporto con il servizio del Centro di salute mentale di riferimento, così come un miglioramento delle strategie di coping. Deve esserci una maggiore consapevolezza sull’utilizzo dei farmaci e le persone devono aver espresso la loro motivazione a partecipare al progetto. Quattro ragazzi (maschi e femmine) possono rimanere nella Recovery House per un massimo di sei mesi, eventualmente prorogabile per altri sei. Una caratteristica peculiare del progetto riguarda la possibilità di continuare a collaborare con la Recovery House anche successivamente al periodo di permanenza all’interno della casa. Durante la fase iniziale del progetto, la persona sceglie, tra gli operatori, due o più partner con cui lavorare: il loro compito è quello di sostenere una revisione della storia personale e clinica degli ospiti, nonché di sviluppare e lavorare su un piano di recovery personale durante il soggiorno della persona. Lo strumento principale è un diario condiviso dove i partner scrivono i loro sentimenti, pensieri e azioni sul lavoro insieme, usando anche vari strumenti di pianificazione della recovery come il WRAP (Wellness Recovery Action Plan) e il PATH (Planning Alternative Tomorrow with Hope). Il WRAP è una guida per costruire una “cassetta degli attrezzi per il benessere” che permette alla persona di conoscersi più approfonditamente e di affinare strumenti e strategie per affrontare situazioni di difficoltà. Esso è uno spazio per riflettere sull’esperienza personale. L’obiettivo è quindi costruire un punto di vista sul “cosa succede e cosa posso fare” nelle situazioni di tranquillità e in quelle più critiche. Il PATH invece è una rappresentazione grafica la cui stesura permette di condividere una progettualità individualizzata. Esso evidenzia punti di forza, criticità, aspettative, obiettivi, azioni da intraprendere e risorse da attivare durante il proprio percorso. Tale strumento è soggetto a revisioni durante l’arco dei sei mesi e può essere condiviso con le persone che l’ospite ritiene significative nel proprio percorso di sviluppo. È inoltre utilizzato come strumento di monitoraggio dei cambiamenti durante il progetto.
Organizzare il tempo
Una parte importante della vita della Recovery House sono gli incontri quotidiani in cui le persone (compresi i professionisti) possono condividere pensieri o sentimenti personali e affrontare questioni sollevate dall’essere parte della casa, sia a livello personale che organizzativo. Agli ospiti della casa viene chiesto di partecipare attivamente a tutte le attività di gestione della casa ed altre attività proposte durante le assemblee, le quali vengono organizzate dai ragazzi e dallo staff. La riunione della casa, chiamata “House Meeting”, coinvolge tutti i soggetti che fanno parte di tale progetto: il personale nel suo complesso, i rappresentanti della cooperativa e di altre associazioni, gli operatori dei Centri di Salute Mentale, le persone che vivono nella Recovery House. Anche i familiari dei partecipanti che vivono nella casa hanno il loro incontro ogni settimana alternativa; lo scopo è quello di dare spazio per considerare i loro viaggi, i loro bisogni e le loro aspirazioni. Questi incontri includono altresì i familiari di quelle persone che hanno sperimentato l’esperienza della Recovery House nei gruppi precedenti, e che sono rimasti per condividere la loro competenza e situazione. Tali gruppi sono facilitati da un membro dello staff della casa e un assistente sociale, rappresentante del Dipartimento di Salute Mentale. La Recovery House è supportata dalla Cooperativa sociale “Germano” i cui operatori forniscono supporto 24 ore su 24, sette giorni su sette. Sono previsti dei momenti di verifica del percorso individuale (review) in cui la persona incontra gli operatori referenti della Recovery House, i referenti dei Centri, e i familiari per un confronto sull’esperienza che sta facendo e sugli obiettivi su cui sta lavorando.
Dare valore
Da diverse testimonianze è emerso come questo progetto ha dimostrato di avere un valore trasformazionale per gli individui, le loro famiglie e i servizi stessi. Ciononostante, un limite principale di questa realtà riguarda la replicabilità di un intervento complesso e modellato sull’intera realtà di Trieste1. Aleggia inoltre, tra i familiari, una certa incertezza riguardo al futuro dei loro figli, una volta terminato il progetto. La mancanza di sicurezza e l’assenza di risposte concrete da parte dei servizi, pongono una serie di interrogativi sulla vita post Recovery House, toccando in particolar modo la questione dei diritti. Quello che si auspica è favorire una diversa comprensione e visione sulle situazioni e sul disagio, superando ogni forma di riduzionismo e mettendo al centro dell’esperienza il linguaggio e le relazioni di fiducia, come strumenti essenziali nella cura della salute mentale.
Una comparazione tra strutture specialistiche
Se si vuole fare una comparazione sulle forme di residenzialità rivolte ad un determinato tipo di target, in questo caso persone giovani, una prima ma fondamentale differenza tra, ad esempio, Villa Jacobelli di Sacile e la Recovery House di Trieste, risiede nel fatto che quest’ultima non è una Comunità, bensì un progetto altamente specializzato di “abitare supportato”2. Entrambe le Strutture funzionano comunque come una casa: gli ospiti in essa partecipano alla sua gestione, come le pulizie, la preparazione dei pasti, affiancati dagli operatori delle rispettive Cooperative (FAI e Germano). Sia Villa Jacobelli che la Recovery House accolgono giovani ragazzi con un’età che va dai 18 ai 30/35 anni massimo, ma è la condizione clinica, oltre al numero complessivo, che fa la differenza: Villa Jacobelli ospita dieci ragazzi che possono essere sia psicotici, sia presentare un disturbo della personalità, Recovery House richiede invece delle persone che non abbiano un disturbo della personalità e che non siano “in crisi”. Pertanto, le attività che si svolgono al loro interno, come può essere il WRAP per la Recovery House, e dei piccoli gruppi di frame metacognitivo per Villa Jacobelli, sono diverse, poiché differenti sono le peculiarità degli ospiti che vi alloggiano. Anche la permanenza nelle due Strutture è differente: nella realtà triestina, essa di norma si limita a sei mesi nei quali si intende attivare un programma finalizzato a costruire possibilità sugli assi casa, lavoro/studio, socialità; in quella sacilese, invece, vi è sì un lavoro per obiettivi ma che si distende nell’arco di 2 o 3 anni. L’attività svolta a Villa Jacobelli è stata stimolata dall’introduzione dei Budget Individuali di Salute (BIS) che impongono questo tipo di lavoro, un tempo e una verifica rispetto al raggiungimento degli obiettivi. Grazie a ciò, l’intensità del BIS, generalmente medio/alta, può essere ridotta in corso d’opera a seconda dei bisogni e delle risorse che in tale momento sono necessari all’ospite per sviluppare capacità di autonomia. Il costo dei singoli Progetti viene calcolato sulla base della sommatoria dei costi degli interventi previsti nel Progetto personalizzato, il quale definisce l’intensità economica dello stesso. Nello specifico dei Progetti avviati in Villa Jacobelli, l’intensità economica di riferimento per persona accolta è pari a €111 al giorno. Tale importo include anche i costi di funzionamento della Struttura (utenze, spese alimentali, spese di logistica). Il costo è sostenuto al 100% dal sistema sanitario in riferimento ai Livelli Essenziali di Assistenza. Diversamente, per quanto riguarda la Recovery House, ogni persona inserita ha un BIS con una intensità altissima che si attesta sui €194 al giorno. Questo importo copre i costi della Struttura, ma vi sono anche altre attività, ovviamente remunerate, che sono collegate alla Recovery House e ne consentono la sostenibilità. Anche qui il costo è 100% sanitario in riferimento ai LEA.
Villa Jacobelli | Recovery House | |
Tipologia | Comunità Terapeutica | Progetto di “Abitare supportato” |
Numero di ospiti | 10 | 4 |
Età | 18 – 30 anni | 18 – 30 anni |
Caratteristiche degli ospiti | Gruppo diagnostico misto: soggetti sia psicotici, sia con disturbi di personalità | Persone non in crisi e prive di disturbi di personalità, che non debbono nemmeno fare uso di sostanze in atto |
Durata del Progetto | 2/3 anni | 6 mesi (eventualmente prorogabile per altri 6) |
Attività interne | Vengono svolte attività pensate per la singola persona, o al massimo in piccoli gruppi di 2 o 3 persone (frame metacognitivo) | Viene svolto il Wellness Recovery Action Plan (WRAP) assieme agli operatori |
Cooperativa | Cooperativa Sociale FAI | Cooperativa Sociale Germano |
Numero di operatori | 8+1 | 7 |
Ore di supporto | 24 ore su 24, 7 giorni su 7 | 24 ore su 24, 7 giorni su 7 |
Budget di Salute | Medio/alta | Altissima |
Costo per persona al giorno | €111,05 | €194 |
Costo complessivo3 | €81.066,5 | €34.920 |
Il Budget Individuale di Salute (BIS)
La metodologia del Budget individuale di salute ha permesso una riorganizzazione della risorsa economica investita nelle strutture (retta per l’accoglienza) in risorsa rivolta alla persona, permettendo un sostegno personalizzato anche presso il proprio domicilio. In tal modo, è stato possibile attivare progetti personalizzati di abitare supportato anche per quelle persone con un disagio e/o disturbo mentale ad alto bisogno di sostegno: il fine ultimo è quello di far riacquistare agli utenti destinatari un maggior grado di autonomia in tutte le sfere della vita, attraverso il raggiungimento o il rafforzamento di abilità e competenze, per renderli parte attiva nei percorsi di cambiamento che li riguardano, con lo scopo di costruire congiuntamente la risposta ai diversi bisogni, orientando i servizi secondo il principio della sussidiarietà e finalizzandoli alla costruzione di un welfare di comunità. I Budget individuali di salute servono a sostenere i Piani terapeutici riabilitativi individualizzati e sono determinati dal diverso grado di investimento, in termini di risorse e supporti attivati, per il sostegno e ripristino del funzionamento e dell’inclusione sociale. Gli interventi previsti consistono in co-progettazione e cogestione dell’intervento che si articola su tre livelli (strategico, gestionale e operativo-professionale) e costruzione di opportunità nei tre assi (abitare, scuola/lavoro e socialità). Sulla base dei bisogni di ciascuna persona, il Budget individuale di salute può assumere diversi livelli di intensità: altissima, alta, medio/alta, media, medio/bassa, bassa. Non esiste una legge nazionale sul Budget di salute, tuttavia il contesto normativo definisce comunque la necessità di elaborare Progetti terapeutici riabilitativi integrati e personalizzati, predisposti a livello distrettuale e basati sulla valutazione multidimensionale e multidisciplinare del bisogno complesso, sul concorso di più apporti professionali e sulla valutazione periodica dei risultati. A livello regionale, il Friuli-Venezia Giulia già dal 2005 ha sperimentato l’attivazione di numerosi Progetti personalizzati con BIS a favore di persone con problematiche complesse, in un’ottica di integrazione socio-sanitaria dell’intervento e di condivisione con la rete dei servizi coinvolti, compresi i Servizi Sociali dei Comuni. Nel 2006 l’Azienda sanitaria di Trieste ha avviato la strutturazione di tale strumento innovativo nel Dipartimento di Salute Mentale. La recente legge regionale 16/20224 definisce e aggiorna il sistema degli interventi a favore delle persone con disabilità, promuove azioni d’integrazione delle politiche regionali per la disabilità, dispone il riordino dei servizi sociosanitari in materia e configura le modalità di governo dei correlati sistemi locali. Vengono altresì promosse e sostenute iniziative di sperimentazione per l’innovazione del sistema dei servizi, incentrate sulla personalizzazione della risposta ai bisogni e a supporto dello sviluppo della persona. Per l’attuazione degli interventi è sempre previsto l’utilizzo del Progetto personalizzato e partecipato, sostenuto dal Budget di salute. Si denota come tale normativa persegua l’obiettivo di garantire il rispetto della dignità e dei diritti della persona con disabilità, di diffondere una diversa concezione della stessa – valorizzando l’apporto che tali persone possono dare alla società – di contrastare le discriminazioni, di promuovere l’autodeterminazione, di favorire la vita indipendente, la partecipazione, l’inclusione e l’accessibilità, sia delle persone con disabilità che delle loro famiglie. Tutto ciò è strettamente in linea con la politica del recovery model, pertanto con la finalità ultima della Recovery House.
- R. Casadio, I. Marin, T. Thomé, R. Mezzina, P. Baker, J. Jenkins, P. Martin Pérez, R. Pocobello, “The Recovery House in Trieste: rational, participants, intervention as the “work””, The International Journal of Therapeutic Communities, Vol. 39, No. 4, 2018, p. 158.
- Questa modalità di costruzione dei progetti laddove vi siano dei bisogni abitativi può avere differenti intensità a seconda dei bisogni delle persone inserite
- Si riferisce al costo complessivo del Progetto per una singola persona.
- Friuli Venezia Giulia, legge regionale 14 novembre 2022, n. 16, “Interventi a favore delle persone con disabilità e riordino dei servizi sociosanitari in materia”.