La sfida del PNRR per Imprese Sociali e PA
Le evidenze dell’ultima edizione dell’Osservatorio Isnet sull’impresa ad impatto sociale
Laura Bongiovanni | 10 Maggio 2022
Come è noto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato nel mese di aprile 2021 prevede diversi interventi nel settore sociale distribuiti a loro volta in settori definiti “Missioni”. Anche se la parte più significativa di questi è collocata nella Missione 5 “inclusione e coesione” è possibile affermare che il documento nel suo complesso sembra valorizzare il ruolo delle imprese sociali in veste di “antenna” del territorio, catalizzatori di conoscenza ed esperienza, perché capaci di intercettare i bisogni e identificare le strategie di risposta. Lo stile del documento richiama gli ambiti di attività dell’economia sociale: su un totale di 273 pagine la parola “comunità” appare ben 68 volte; la parola “prossimità” 30; “inclusione” 25, “sostenibilità/sostenibile” 159 volte.
Oggi, anche a seguito della pubblicazione di alcune delle opportunità di finanziamento quali ad esempio il Bando “Attrattività dei Borghi” del Ministero della cultura scaduto lo scorso 15 marzo, imprese sociali e amministrazioni pubbliche si stanno sperimentando nella verifica delle piste di collaborazione sinergica1.
Il processo era già stato avviato con la Riforma del Terzo Settore e successivi Decreti. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con DM 72 del 31 marzo 2021 ha recepito l’intesa raggiunta il 25 marzo dalla Conferenza Unificata circa l’adozione delle Linee guida sul rapporto tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti del Terzo settore negli artt. 55-57 del D.lgs. n. 117/2017 (Codice del Terzo settore). Le Linee guida, preso atto della sentenza 131 della Corte costituzionale e delle modifiche introdotte al Codice degli Appalti, costituiscono uno strumento cui tutti gli Enti Pubblici possono riferirsi per realizzare iniziative di co-programmazione, co-progettazione, accreditamento, convenzionamento con Enti di Terzo Settore. Il significato e le fondamenta di questa specifica forma di relazione, marca la differenza di presupposti e logiche con il Codice degli Appalti e viene enfatizzata l’importanza di agganciare il Terzo Settore in funzioni di co-creazione e co-progettazione.
In sintesi, si riconosce il ruolo del Terzo Settore e dunque anche delle imprese sociali nelle politiche pubbliche e la specifica attitudine a collaborare con l’ente pubblico, evidenziando una caratteristica di questi attori organizzativi che è anche una forte peculiarità.
All’interno di questo scenario legislativo e programmatico, qual è il punto di osservazione delle organizzazioni protagoniste e, soprattutto, quali sono le sfide in atto?
La domanda ha ispirato, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, una sezione speciale dell’annuale Osservatorio Isnet dedicato all’impresa ad impatto sociale in Italia2 con l’obiettivo di indagare il sentiment delle organizzazioni e verificare potenzialità e criticità.
Dalla ricerca3 emergono tre fattori correlati:
- un forte protagonismo delle organizzazioni negli ambiti di attività designati dal PNRR
- un elevato livello di fiducia
- un accentuato realismo nel riconoscere criticità e sfide in atto
Punto 1: forte protagonismo negli ambiti di attività designati dal PNRR
A partire da una disanima delle missioni, delle componenti e degli investimenti previsti dal documento4, sono state selezionate quelle a potenziale interesse perle imprese sociali. In sede di indagine si è poi verificata l’esperienza per ciascuno degli ambiti selezionati e ne è emerso un forte protagonismo delle organizzazioni.
Sono riportati qui di seguito per ogni missione del PNRR, le percentuali delle imprese sociali che hanno dichiarato di avere maturato esperienze e buone pratiche su almeno un ambito della componente della missione:
Grafico 1 – Esperienze imprese sociali per Missione
Fonte – Osservatorio Isnet XV edizione
Il numero medio di componenti indicati dal Panel delle imprese sociali è 3,9 sui 7 totali e le esperienze crescono in funzione della capacità innovativa delle imprese: in questa porzione (rappresentata dal 46,5% del campione di imprese innovative) si registra infatti un +8,1% di esperienza media su ogni componente del PNRR rispetto al Panel complessivo.
Proseguendo nell’approfondimento, sulle 26 tipologie di investimenti selezionati dalla ricerca, il gruppo dei 5 settori più segnalati dalle imprese sociali indica che sono molto diffuse le esperienze negli ambiti: occupabilità dei giovani M5C1(72%); servizi socioassistenziali MCC3 (69%); servizio civile orientato all’apprendimento MCC1 (54,5%); sostegno capacità genitoriale delle famiglie vulnerabili MC52.1 (52,5%); imprenditoria femminile MC51 (47,5%). Queste esperienze sono più diffuse tra le imprese innovative con un valore medio superiore di + 8,9 punti percentuali.
Grafico 2 – 5 settori più segnalati
Fonte – Osservatorio Isnet XV edizione
La rassegna complessiva delle attività di potenziale interesse per le imprese sociali legate alle singole missioni rivela da un lato – come era prevedibile – un forte posizionamento negli ambiti tradizionali e consolidati come ad esempio i servizi socioassistenziali ed educativi. D’altro canto, scorrendole singole variabili, si riconosce la presenza di una avanguardia di esperienza nei settori quali la rigenerazione urbana, la co-progettazione con gli Enti locali per le città smart e sostenibili, l’housing sociale o stazioni di posta per senza fissa dimora.
Sono solo alcuni esempi che testimoniano della convivenza tra servizi più tradizionali e altri più innovativi che dicono di come il cambiamento tanto evocato dallo stesso documento programmatico, sia in realtà già in atto nel mondo dell’impresa sociale.
Grafico 3 – Rassegna esperienze delle imprese sociali per gli ambiti selezionati
Fonte – Osservatorio Isnet XV edizione
Legenda
M1C3 = Turismo e Cultura | M5C1 = Politiche per il lavoro | M5C2.1 = Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale
M5C2.2 = Rigenerazione urbana e housing sociale | M5C3 = Interventi speciali per la coesione territoriale
M6C1 = Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
M4C1 = Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università
Punto 2: c’è un elevato livello di fiducia
Quasi otto su dieci delle imprese interpellate (75,5%) considera il PNRR un’occasione di rilancio dell’economia sociale. La domanda recita: “Pensate che il PNRR possa rappresentare un volano di sviluppo per la vostra organizzazione?” Il 43% afferma che i PNRR è un’occasione di rilancio storica per l’economia sociale, il 32,5% è d’accordo, a patto però che ci sia una comunicazione efficiente pubblico/privato sociale.
Grafico 4 – Sentiment delle imprese sociali sul PNRR
Fonte – Osservatorio Isnet XV edizione
Di fatto solo il 10,5% delle imprese interpellate assume un atteggiamento negativo e di automarginalità
Punto 3: criticità e sfide in atto
Nella quota complessiva del 75,5% di imprese che sono state definite “consapevoli” circa le opportunità in campo, va rimarcato che il 32,5% afferma “a patto però che ci sia un dialogo efficiente pubblico/privato sociale”. L’affermazione riguarda in modo esplicito 3 organizzazioni su 10 del Panel Isnet. Per queste organizzazioni sviluppare modelli di raccordo con la Pubblica Amministrazione con la capacità di mettere in campo rapporti collaborativi non è affatto scontato, e su questo si gioca la sfida più alta del momento presente. Una sfida che riguarda sia le imprese sociali e gli ETS, che sono chiamati ad affinare le capacità di risposta e familiarità e conoscenza non superficiali delle tematiche del PNRR, ma anche l’attore pubblico che deve tradurre in atti amministrativi la parte legata ai rapporti collaborativi, rivedere attività di programmazione ed erogazione, facendo anche la scelta amministrativa più adeguata tra appalti e rapporti collaborativi.
Conclusioni: cosa ci suggeriscono i dati
I dati dicono della volontà delle imprese sociali di uscire da un senso di autoesclusione e marginalità nel voler affermare un nuovo protagonismo con la possibilità di contribuire alla definizione di una grammatica ispirata ai principi della co-programmazione e co-progettazione come rimarcato anche nel PNRR. L’osservazione delle esperienze attraverso i dati e il confronto continuativo con gli attori in gioco, dice però delle difficoltà e delle sfide in atto. Per mettere a punto il potenziale creativo, serve accompagnamento, formazione, monitoraggio, identificazione delle best practice e loro modellizzazione.
Vanno attivati processi dinamici, capaci di integrare ascolto, verifica e revisione lungo un circolo virtuoso di azione e apprendimento e miglioramento. Viceversa, il rischio è quello di un sistema pubblico che abdica la funzione politica al progettista esterno e resta chiuso nella rigidità della delega continuando a considerare l’impresa sociale come mero fornitore di servizio e di un’impresa sociale che non contribuisce alla costrizione di una nuova dinamica di relazione, non riesce a presidiare i fronti, si disperde nel realizzare una sorta di progettificio senza vera strategia. Il PNRR porta in dote con sé un metodo, quello della co-progettazione, rispetto al quale tuttavia le pubbliche amministrazioni rischiano di essere drammaticamente in ritardo, ma che anche le imprese sociali potrebbero non coglierne la portata radicalmente innovativa. Questa impostazione sarà il cuore della programmazione comunitaria 2021-2027. Sarà importante sia per la parte pubblica che per il terzo settore, non farsi trovare sprovvisti delle competenze partecipative necessarie.
- Le progettualità sono legate nel caso del Bando “Attrattività dei Borghi” principalmente all’ambito culturale (ed in particolare alla categoria del welfare culturale) con la possibilità di creare partenariati per realizzare attività finalizzate alla rigenerazione e allo sviluppo di aree spopolate e partenariati speciali per attivare la gestione di beni di proprietà pubblica. In questo bando la presenza di partenariati è prerequisito di partecipazione e non solo elemento di valutazione ed inoltre la co-progettazione può essere di iniziativa pubblica, ma anche partire dalla stessa comunità e dalle imprese sociali.
- Il Panel Isnet è composto da 500 organizzazioni e rappresentativo delle imprese ad impatto sociale in Italia: Cooperative Sociali di tipo A e B, loro Consorzi e Imprese Sociali ex Lege, Società Benefit B-Corp e SIAVS, le Start Up innovative a vocazione sociale. Associazione Isnet dialoga con una rete di 1290 imprese sociali in tutta Italia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia sociale.
- I risultati della ricerca sono stati presentati in anteprima a dicembre 2021, in occasione di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato per una lettura condivisa dei dati: Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo Settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, Luca Pacini, Capo Area Welfare e Immigrazione ANCI.
- I progetti di investimento del PNRR sono suddivisi in 16 componenti, raggruppate a loro volta in 6 missioni