L’assistente sociale tra ricerca e pratiche professionali


Giovanni Cellini | 15 Ottobre 2024

Con l’edizione dello scorso giugno 2024, tenutasi a Lecce presso l’Università del Salento, è giunta alla sua quarta edizione la Conferenza Italiana sulla Ricerca in Servizio Sociale (CIRSS). Si tratta di un evento promosso dalla Società Italiana di Servizio Sociale (SocISS)1, attiva nella promozione dello sviluppo scientifico e disciplinare del servizio sociale in stretta connessione con la pratica professionale. La SocISS, infatti, mira a sostenere un’accademizzazione della conoscenza del servizio sociale, che la renda più organizzata, generalizzabile e trasmissibile; allo stesso tempo, presta particolare attenzione a non snaturare le caratteristiche distintive del sapere degli assistenti sociali, tra le quali assume un rilievo fondamentale il legame storico tra ricerca e conoscenze costruite nell’impegno professionale, profuso quotidianamente nel sistema di welfare. Vanno ricordati in proposito due aspetti. Il primo, legato alla dimensione territoriale-comunitaria del servizio sociale: ricerca è conoscenza, approfondimento, comprensione delle caratteristiche, dei problemi, delle risorse di un determinato territorio in cui l’assistente sociale lavora, con la finalità di elaborare progetti d’intervento che integrino le risorse presenti nelle istituzioni e nella comunità. La ricerca sociale assume, di conseguenza, grande importanza per cogliere bisogni ed aspettative dei cittadini, per raccogliere informazioni utili alla valutazione degli interventi di diverse istituzioni, per fare proposte al decisore politico e amministrativo, per fornire elementi oggettivi al decisore stesso. Il secondo aspetto da menzionare è quello della necessità di produrre teoria dalla pratica; la ricerca, in questo senso, è documentare, studiare, rielaborare il lavoro dell’assistente sociale, con la finalità di approfondire la metodologia professionale, di fare collegamenti con le teorie di riferimento delle discipline del servizio sociale, di elaborare approcci teorici.

Il nesso tra la sfera del sapere accademico e quella del sapere professionale esperto è stato al centro dell’attenzione nella CIRSS. La metafora dei mari che si incontrano (lo Ionio e l’Adriatico, che bagnano la terra di Puglia che ha ospitato la conferenza) è stata evocata in particolare nella tavola rotonda tenutasi nell’ultima giornata dei lavori, proprio al fine di richiamare l’impegno per il dialogo e la messa in relazione dei saperi professionali e accademici di servizio sociale. Un confronto tra esperienze di realtà universitarie, professionali ed associative che incidono sullo sviluppo del servizio sociale come professione e come disciplina scientifica, “sulle relazioni, esistenti o auspicabili, tra le stesse e sui punti rilevanti su cui fondare future collaborazioni”2

La relazione fra accademia e professione è indubbiamente complessa, a volte irta di difficoltà, ad esempio di comunicazione tra “mondi” diversi, ma al tempo stesso ricca di potenzialità. Le rappresentazioni di tale relazione “sono uno degli indicatori di una mutazione che concepisce il pensare in modo ibrido come un’ontologia, come una disposizione teorica in grado di chiedere e di rispondere a nuove e differenti questioni sulla natura della società contemporanea”3. Questo tipo di risposte esprime dunque dinamicità, una delle caratteristiche del servizio sociale, impegnato quotidianamente nella relazione individuale con le persone, in azioni collettive volte a fronteggiare il disagio che tante fasce di popolazione vivono in contesti geografici, sociali e culturali diversi. In tal senso, il servizio sociale “non è una disciplina astratta, prodotta da riflessione e ricerca deputate al mero ambito accademico, ma il risultato di processi continui di riflessività emergente “dal campo”, nella circolarità pratica-teoria-pratica che la contraddistingue. Si tratta della costruzione plurale di un sapere professionale e scientifico intessuto di ricerca, provocato da istanze di contesto. Si tratta di una ricerca intenzionale, condivisa, volta all’azione, strettamente intrecciata con le dimensioni etica, politica, metodologica”4. La CIRSS 2024 ha posto particolare attenzione ad un ampio panorama di trasformazioni dinamiche, che riguardano la società nel suo complesso ed il sistema dei servizi in cui lavora l’assistente sociale. Tra di esse ricordiamo quelle della società digitale, in cui “i sistemi informativi elettronici, le piattaforme per la comunicazione a distanza, le app, e, in alcuni Paesi, i sistemi di intelligenza artificiale sono di fatto incorporati nelle pratiche quotidiane del servizio sociale”5. La digitalizzazione può rappresentare una risorsa per le pratiche professionali, nelle interazioni con le persone, con le organizzazioni e con l’ambiente fisico e sociale in cui si realizza; può anche rendere maggiormente fruibili alcuni servizi ed attivare processi di inclusione. Al tempo stesso, però, le tecnologie digitali possono “facilitare pratiche che aumentano la sorveglianza, il controllo e l’esclusione sociale”6.

Nelle circa 50 sessioni parallele della conferenza si sono succedute presentazioni su un panorama molto diversificato di campi di ricerca, riguardanti vari ambiti di intervento del servizio sociale: sanità; giustizia; povertà, vulnerabilità ed esclusione; migrazioni; famiglie e infanzia; disabilità; anziani; contesti di emergenza. Inoltre, le sessioni si sono focalizzate su temi specifici: benessere lavorativo; formazione e supervisione; questioni di genere; ricerca; progetti condivisi; ecologia e sostenibilità; servizio sociale di comunità; terzo settore; politiche sociali e processi partecipativi; oltre alla già citata digitalizzazione. Le presentazioni sulla storia e sulla deontologia professionale hanno contribuito a tenere vivo il dibattito sui principi ed i fondamenti del servizio sociale; mentre una specifica sessione parallela è stata dedicata agli approcci teorici e metodologici.

Nell’intreccio tra ambito universitario e mondo dei servizi, la conferenza ha dato spazio sia all’illustrazione di ricerche da parte di assistenti sociali impegnati esclusivamente in ambito accademico (in quanto inseriti o incardinati a vario titolo nelle università); sia a contributi “non accademici”, che hanno rappresentato esperienze e studi realizzati nei servizi; sia a presentazioni di collaborazioni di ricerca “ibride”, nelle quali assistenti sociali che operano nei servizi e colleghi che lavorano nelle università hanno messo insieme saperi e competenze.

Nel riconoscimento della ricchezza dei contenuti della CIRSS, appare necessario rafforzare e consolidare l’impegno del servizio sociale volto alla crescita scientifica, all’ampliamento degli studi sul campo e al miglioramento della qualità della comunicazione dei risultati delle ricerche. Ci sono spazi da riempire, ad esempio, con ricerche che esplorino l’efficacia degli interventi di servizio sociale, anche attraverso metodi quantitativi (per certi aspetti sottoutilizzati). La ricerca qualitativa va rafforzata dal punto di vista del rigore metodologico e scientifico. È auspicabile, inoltre, ampliare i campi di ricerca, ad esempio sviluppando più studi basati sulle rappresentazioni delle persone utenti dei servizi e non solo su quelle di assistenti sociali, di altri professionisti o di esperti con conoscenza diretta del lavoro sociale. Il valore della ricerca, inoltre, non può prescindere dalla diffusione e dalla condivisione della conoscenza, realizzabile attraverso una comunicazione dei risultati delle ricerche sempre più diffusa e fruibile, attraverso pubblicazioni e iniziative formative rivolte a tutti gli assistenti sociali.

La promozione del valore della ricerca nel servizio sociale richiede che gli studiosi e i ricercatori in questo campo si impegnino costantemente in un processo di confronto e scambio reciproco, intrecciato con il “mondo” degli assistenti sociali. A tale proposito, la disseminazione dei risultati di ricerche da parte delle università, nell’ambito della loro “terza missione” (che si affianca a quelle della ricerca e della didattica), assume un’importanza capitale. Al tempo stesso, pare fondamentale che i professionisti coltivino e rinnovino il proprio interesse verso la ricerca scientifica, che (auspicabilmente) non sia dettato solo dalla necessità di adempiere agli obblighi della formazione continua. Sebbene possa sembrare scontato, si ritiene importante ricordare che apprendere dalla ricerca favorisce arricchimento e rinnovamento delle proprie conoscenze e competenze, generando un circolo virtuoso che dà forza e sempre maggiore credibilità alla professione. Ricerca dunque come “linfa nuova”, antidoto a possibili processi di sclerotizzazione, che possono riguardare l’attività degli assistenti sociali.

Infine, nell’approccio bidirezionale che vede un processo di condivisione costante tra saperi scientifico-accademici e saperi professionali, è da mettere in evidenza il valore di due tipi di collaborazioni: quelle per la formazione degli studenti e quelle per le ricerche partecipate. Si può affermare che tra sedi formative e servizi in cui operano assistenti sociali si è ormai strutturato un sistema, in cui professionisti che lavorano sul campo portano conoscenze nel rapporto con le sedi formative ed un contributo fondamentale alla formazione universitaria, in modo particolare nei percorsi di tirocinio delle lauree in servizio sociale, attraverso attività come la supervisione degli studenti e il tutoraggio (guida al tirocinio). Sono presenti ed in espansione, inoltre, esperienze di ricerca realizzate mediante strumenti partecipativi, utilizzati in un setting particolare, cioè quello di gruppi composti da accademici e  professionisti, non solo assistenti sociali, che hanno scelto di essere coinvolti e contribuito a costruire conoscenza. Esperienze che richiedono sensibilità ed apertura da parte dell’università, in un processo costante di costruzione e rinnovamento dei saperi7.

  1. Le precedenti edizioni della CIRSS si sono svolte rispettivamente presso le Università di Torino (2017), Trento (2019), Roma Tre (2022). Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito della SoCISS.
  2. IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale, Book of Abstract, 2024, p. 11.
  3. Rizzo A., IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale, Book of Abstract, 2024 ivi, p.7.
  4. Gui L., IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale, Book of Abstract, 2024, p.8.
  5. Sanfelici M., IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale, Book of Abstract, 2024, p.9.
  6. Ibidem.
  7. Un esempio di questo tipo di ricerca partecipata sulle pratiche professionali è stato illustrato nel contributo su welforum.it di T. Tarsia e G. Cellini.