Povertà e lavoro

L’aumento progressivo dei working poor, l’attivazione lavorativa dei beneficiari nell’ambito del Reddito di Cittadinanza e l’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato del lavoro sono le principali tematiche di questo percorso di lettura. L’emergenza sanitaria di questo ultimo anno ha reso evidente, se ancora ce n’era bisogno, come la povertà non dipenda solo dalla perdita del lavoro, ma da un mix di problematiche e bisogni tra i quali, spesso, la dimensione lavorativa non è né la prioritaria, né la più urgente. È quello che ci dice da tempo la letteratura economica così come l’evidenza empirica nazionale e comparata. La stessa enfasi lavoristica martellante delle prime fasi di introduzione del Reddito di Cittadinanza sembra essersi sopita. A tal proposito il recente Rapporto di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sottolinea la valenza del RdC nel ridurre l’incidenza e l’intensità della povertà, rappresentando per oltre il 40% dei nuclei più del 90% del reddito annuo familiare. Ma quali sono i nessi tra povertà e lavoro? Quali i profili dei beneficiari più attivabili? E quali le categorie di lavoratori più a rischio in questa particolare fase storica?

Di seguito un estratto di contributi che cercano di approfondire le varie questioni.