Aprile 2017


Sergio Pasquinelli | 1 Maggio 2017

In termini di lotta alla povertà e di una misura universale di sostegno ai redditi, possiamo finalmente dire che l’Italia si sta allineando con la maggior parte dei paesi europei. Già approvata alla Camera nel luglio scorso, il 9 marzo anche il Senato ha varato definitivamente la Legge Delega che istituirà il REI (Reddito di Inclusione). Si prevede a questo punto che il Governo emani, entro le prossime settimane, il decreto con il quale dare concreta attuazione ai principi contenuti nella delega.

 

Nonostante la natura ancora categoriale, tutta da specificare nel dettaglio, ed un impegno di spesa, circa 1,8 miliardi, pari a un quarto di quanto necessario per un reddito minimo in grado di beneficiare tutti i poveri assoluti, si tratta di una tappa fondamentale nel quadro evolutivo delle politiche di contrasto alla povertà nel nostro Paese perché da uno schema transitorio di lotta alla povertà qual è il SIA (Sostegno all’Inclusione Attiva), si passerà ad una misura strutturale caratterizzata da un graduale incremento del beneficio e da una graduale estensione dei beneficiari.

 

Intanto rimane aperta la questione dei tagli ai fondi sociali. Governo e regioni hanno annunciato la volontà di non procedere al taglio dei fondi sociali che era stato concordato il 23 febbraio, per il Fondo Non Autosufficienze e quello per i servizi sociali. Questa scelta in corso d’anno impone modifiche ai bilanci regionali già approvati il che potrà causare incertezze e ritardi.

Inoltre la cosiddetta “manovrina” approvata a fine aprile (DL. 24/4/2017 n. 50) non ripristina quei fondi sociali, mancando così un’opportunità per conferire loro un carattere solido e strutturale.

 

Si registrano poi alcune novità importanti che prefigurano sviluppi nelle politiche per le persone con disabilità. Innanzi tutto la pubblicazione dei nuovi LEA sociosanitari (DPR 12 gennaio 2017) e del Decreto attuativo della legge 112/1996 portatore di un fondo di 90 milioni di euro per i progetti personalizzati per il Dopo di Noi che, per essere tali, necessitano “di una valutazione multidimensionale, dell’individuazione di un case manager, del protagonismo della persona con disabilità che si riappropria di un potere, quello di immaginare e costruire il proprio futuro”. Inoltre, sul piano normativo, i Decreti delegati della “Buona Scuola” e lo Schema di Decreto sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione aprono a impatti positivi sul piano dell’integrazione dei giovani e adulti con disabilità e della loro partecipazione attiva alla vita sociale. A livello internazionale si è infine pronunciato il Consiglio d’Europa, riconoscendo che le persone con disabilità debbano aver accesso e godere, al pari di tutti, al complesso dei diritti sanciti dalla Carta sociale europea e dalla Convenzione ONU (Strategia 2017-2023 Human Rights: A Reality for All).

 

Sul fronte delle migrazioni attraverso il Mediterraneo, cresciute in modo rilevante nelle ultime settimane, è montato e non accenna a placarsi il caso sollevato dal Capo della Procura Catanese di una possibile collusione tra Ong e traffico di migranti. Solo ipotesi, ma di grande risonanza mediatica. Come ha ben argomentato Maurizio Ambrosini su Lavoce.info, a chi non ama il lavoro delle ONG e sospetta trame e arricchimenti potrebbe sostenere l’iniziativa dei corridoi umanitari. Intanto è partita la raccolta di firme (ne servono 50.000) a favore del disegno di legge di iniziativa popolare nell’ambito della campagna “Ero straniero – l’umanità che fa bene”, con l’obiettivo di superare la Bossi-Fini, evitare situazioni di irregolarità e puntare su accoglienza, lavoro e inclusione. Promotori Acli, Caritas, Arci, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Migrantes, la Casa della Carità di don Virginio Colmegna, molte altre associazioni, con un elenco che si allunga sempre.

Tra i molti cambiamenti che la proposta contiene ci limitiamo a ricordare la reintroduzione del sistema dello “sponsor” già collaudato con la legge Turco-Napolitano, con un cittadino italiano che garantisce l’ingresso di uno straniero; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri già integrati in Italia; nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali; misure di inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo.

 

Per concludere, la fine del mese ha visto da parte dell’Inps l’apertura della procedura di presentazione per ricevere il cosiddetto “Bonus mamma”, 800 euro alle mamme che hanno avuto figli o li hanno adottati a partire dal primo gennaio di quest’anno. Dell’andamento di questa misura daremo conto sul mese sociale di maggio.