Attivazione inclusiva: un nuovo approccio basato sulla persona

 Migliorare l’accesso al mercato del lavoro per le persone in condizione di vulnerabilità


Valentina Guerra | 20 Marzo 2019

Fin dagli anni novanta, il dibattito sulle politiche di attivazione impegna gli attori del sociale, sia pubblici che privati, in vari paesi europei. L’Unione Europea ha adottato una serie di raccomandazioni di policy su questo tema. Nel 2008, la Commissione Europea adotta la Raccomandazione relativa all’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro e nel 2016, il Consiglio dell’UE adotta la Raccomandazione sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro.  Altre iniziative, come il Social Investment Package e la Strategia Europa 2020 danno un ulteriore contributo allo sviluppo delle politiche di attivazione. In ultimo, il novello Pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato nel 2017, sancisce una serie di diritti sociali quali il diritto all’istruzione, alla formazione, la parità di genere, le pari opportunità e il sostegno attivo all’occupazione.

 

In un recente toolkit, lo European Social Network (ESN), evidenzia che l’attivazione basata solo sull’occupazione non offre una reale opportunità di inclusione sociale alle persone più distanti dal mercato del lavoro, specialmente a coloro che si trovano in una situazione di vita complessa. Pertanto, è fondamentale un’evoluzione delle politiche e delle pratiche da un approccio di attivazione focalizzato esclusivamente sull’occupazione a un approccio più olistico, dove i servizi sociali, sanitari, educativi, abitativi e di collocamento vengono considerati ugualmente rilevanti per migliorare i risultati dell’inclusione sociale dei soggetti più vulnerabili.

 

Il concetto di ‘attivazione inclusiva’, si basa su sei pilastri (come da figura): servizi integrati, supporto finanziario adeguato, piani personalizzati basati su una visione olistica dei bisogni della persona, accesso a servizi di qualità e mercato del lavoro inclusivo.

 

Diagramma 1. Pilastri dell’attivazione inclusiva

Fonte: European Social Network (2019)

 

L’offerta dei servizi parte da una valutazione dei bisogni condotta dagli assistenti sociali, che in molti casi diventano case manager. La valutazione dei bisogni specifici è utile al fine di stabilire un piano personalizzato, che prevede anche l’aspetto dell’occupabilità. Fornire un adeguato sostegno al reddito è una parte importante del piano personalizzato soprattutto nell’ottica di prevenzione della trasmissione multigenerazionale della povertà.

 

Questo concetto è stato il fulcro di un seminario tenutosi a Vienna (Austria) il 5 e 6 novembre, dove oltre 170 delegati provenienti da tutta Europa si sono riuniti per discutere di tale approccio. Le idee emerse dalle discussioni si focalizzano sulla necessità di un migliore coordinamento dei servizi e di un piano personalizzato che prenda in considerazione le necessità degli utenti su base individuale. Tra gli esempi citati al seminario, é spiccato il Progetto ESTI@, realizzato dalla Città di Atene (Grecia). Il progetto, finanziato dal programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), offre un pacchetto integrato di servizi e la creazione di un singolo punto d’accesso per gli utenti. Il progetto ruota attorno allo sviluppo della seguente offerta di servizi:

  • due singoli punti di accesso (single-entry-point SEP): introducono un ampio spettro di servizi psicosociali, legali, medici e di collocamento. Il personale dei due SEP partecipa alla formazione in base ai ruoli e alle responsabilità.
  • case manager: centrale al progetto é la nuova figura professionale del case manager, che diventa il punto di riferimento per gli utenti, dando un supporto concreto per aiutarli a navigare il sistema dei servizi e per gestire i loro profili. Il ruolo del case manager é fondamentale per sostenere l’utente nell’accesso ai vari servizi di cui necessita, evitando il problema della mancata fruizione dei servizi a cui avrebbe diritto. I case managers potranno beneficiare di un supporto integrato informatico connesso a varie autorità locali che permetterà agli utenti di ricevere una serie di servizi e prestazioni economiche, oltre ai servizi offerti direttamente nei SEP.
  • assistenza legale: l’obiettivo specifico é quello di fornire alle persone in situazione di vulnerabilità un servizio di assistenza legale gratuito, che promuova il diritto dei cittadini di avere una rapprentanza legale di qualità.
  • servizio di collocamento: viene offerto un set di servizi per migliorare l’occupabilità e aiutare a trovare opportunità di lavoro. Questo viene fatto attraverso sessioni di consulenza sul lavoro personalizzate, un internet point e il rinvio ad altri esperti quando necessario.
  • childcare e supporto alle famiglie: è stato creato un centro di assistenza all’infanzia multifunzionale all’interno di ciascuno dei due SEP.
  • assistenza medica: l’obiettivo specifico del servizio di assistenza medica è migliorare e aumentare l’accesso all’assistenza sanitaria di base delle popolazioni vulnerabili, emarginate, svantaggiate e gravemente colpite dalla crisi economica.
  • primi servizi di assistenza: il supporto materiale e il sostegno sono offerti alle persone più indigenti. L’assistenza materiale – cibo, articoli non alimentari e alcuni farmaci – é offerta a coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà. Inoltre, un team di operatori di strada svolge attività di sensibilizzazione specificamente per le popolazioni molto vulnerabili, come le persone senza fissa dimora e le persone tossicodipendenti con l’obiettivo di offrire loro il sostegno fornito all’interno del progetto.
  • imprenditoria sociale: l’Athens Development and Destination Management Agency (ADDMA), partner del progetto, supporta lo sviluppo di imprese sociali sostenibili, contribuendo alla creazione di opportunità di lavoro che potrebbero essere rilevanti per i beneficiari del progetto ESTI@.

 

Il servizio pubblico per l’impiego di Aarhus (Danimarca) ha realizzato il Progetto ‘Long-Term Unemployed Take the Lead’ con un gruppo di 100 cittadini disoccupati di lungo periodo che hanno ricevuto un’erogazione economica di 50.000 DKK (circa 6 700 EUR). Questo progetto si inserisce in una serie di azioni volte a co-produrre i servizi con gli utenti. Ad ognuno é stata data l’opportunità di scegliere come utilizzare la somma di denaro, e dalle prime valutazioni, é risultato che molti hanno preferito utilizzarla per avviare un’attività. Un altro aspetto importante del progetto é il partenariato tra attori pubblici e privati, tra il comune di Aarhus, l’Università di Aarhus, il Centro per lo sviluppo sociale e la Fondazione Velux. Il progetto è stato finanziato da una combinazione di finanziamenti pubblici e privati ​​dei vari partner per un costo totale di circa 1,5 milioni di euro.

In conclusione, al fine di dare un supporto alle persone in condizione di vulnerabilità, é necessario continuare ad offrire un sostegno integrato anche dopo la sottoscrizione di un contratto di lavoro. Inoltre, migliorare il monitoraggio e la valutazione dei programmi personalizzati é una condizione indispensabile per garantire il successo dei piani stessi.

 

Per maggiori informazioni ed esempi di buone pratiche sull’inclusione attiva si prega di scaricare il toolkit di ESN ‘Tools for inclusive activation. Improving the social inclusion of people furthest from the labour market’.

Le presentazioni e il video sono disponibili sulla pagina web del seminario.