Contrasto alla povertà: il monito dell’Alleanza in vista delle elezioni


La Redazione di Welforum.it | 8 Settembre 2022

La povertà è per sua natura multidimensionale e complessa, ce lo insegna la letteratura scientifica sul tema ormai da diversi decenni e lo ha dimostrato in tutta la sua forza l’evidenza empirica, specie in questi ultimi anni di pandemia e crescente crisi economico-sociale. Una versione monocausale della povertà è irrealistica, come non rispondente alla verità dei fatti è supporre che l’unico rimedio alla caduta in povertà sia il lavoro.

Il Reddito di Cittadinanza certo non è una misura perfetta, ma è stata una fondamentale rete di protezione in fase pandemica, seppur parecchio strumentalizzata e fatta oggetto di campagne mediatiche spesso distorte che, ad una trattazione franca e basata su analisi fondate, hanno preferito l’enfatizzazione di casi di frode e di abusi.

L’Alleanza contro la Povertà in questi anni ha raccolto dati, informazioni ed elementi per studiare la misura e per proporre correttivi alle sue principali criticità, al fine di renderla più adatta alla fase sociale in corso, ma con la profonda convinzione che una misura rivolta ai più fragili non possa essere smantellata in quanto rappresenta un traguardo di civiltà per un paese e per una democrazia.

Di seguito una sintesi delle 8 proposte di modifica del Reddito di Cittadinanza che l’Alleanza presenta ai partiti politici in vista delle imminenti elezioni. Per una trattazione completa del pensiero dell’Alleanza e delle proposte di modifica da apportare alla misura, si rimanda al documento esteso.

 

Modifiche dei requisiti all’accesso

  1. Presentazione della domanda: accompagnamento delle persone nella fase di presentazione della domanda presso i punti unici di accesso.
  2. Scala di equivalenza: la scala attuale penalizza le famiglie con più figli. La soluzione coerente consiste nel far uso della scala di equivalenza Isee.
  3. Stranieri: la norma attuale prevede un vincolo discriminatorio di 10 anni di residenza che si propone di ridurre a 2 anni.
  4. Patrimonio mobiliare: allentamento del vincolo aggiuntivo sul patrimonio mobiliare, prevedendo un innalzamento della soglia per includere coloro che sono poco sopra il margine.

 

Modifiche della presa in carico e della gestione

  1. Analisi preliminare: la normativa del RdC prevede un automatismo rispetto alla destinazione della presa in carico (personalizzata) tra Centri per l’Impiego e Servizi sociali comunali. L’Alleanza propone di reintrodurre l’analisi preliminare del nucleo beneficiario al fine di valutare adeguatamente i suoi bisogni prima dell’invio ai servizi; inoltre, insiste sul rafforzamento della collaborazione tra CpI e Servizi sociali territoriali, tramite la definizione di protocolli di lavoro congiunti e la maggiore interoperabilità tra banche dati (INPS, Comuni, GEPI, MyAnpal).
  2. Progetti utili alla collettività: i PUC dovrebbero essere resi volontari, secondo una logica basata sull’empowerment e la capacitazione dei soggetti più fragili.
  3. Percorsi di riqualificazione: il RdC deve prevedere percorsi ben funzionanti e mirati di aggiornamento e miglioramento delle competenze che sappiano tener conto dei nuovi profili di povertà e una maggiore compatibilità tra la misura ed il reddito da lavoro, per evitare la trappola della povertà.
  4. Inwork benefit: un RdC “amico dell’occupazione” attraverso la riduzione dell’aliquota marginale (la “tassazione”) applicata al reddito da lavoro, abbassandola dal 100% fino al 60%.