Covid-19. La mortalità nelle strutture residenziali per anziani


Franco Pesaresi | 7 Luglio 2020

La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani in Italia

In Italia, dati certi e completi sulla mortalità collegata al Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani non ci sono.

L’unica rilevazione nazionale è una survey sul contagio Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani realizzata dall’Istituto superiore di Sanità (ISS) (5/5/2020). Premetto che non userò, come fanno altri la parola RSA, ma userò il termine “strutture residenziali per anziani” perché in realtà le strutture che ospitano anziani sono di diverse tipologie (RSA, residenze protette, case di riposo, case protette, centri servizi, ecc.). La survey è stata realizzata inviando un questionario a 3.417 strutture a cui hanno risposto 1.356 strutture per un totale di 97.521 anziani ospitati (il 33,7% dei posti letto che sono 289.164). In 5 regioni il tasso di rispondenza delle strutture è stato inferiore al 20%. Fra le altre cose, la survey ha chiesto alle strutture di indicare il numero dei decessi complessivi di anziani, di quelli con positività accertata da Covid-19 e di quelli con sintomi simil-influenzali (ma senza positività accertata) dal 1/2/2020 al 5/5/2020.

 

Che cosa emerge dalla survey? Gli anziani deceduti nelle strutture residenziali per Covid-19 accertato dal tampone sono un numero pari al 7,4% di tutti i deceduti del periodo. Ma se a questi aggiungiamo tutti i deceduti con sintomi simil-influenzali senza alcun accertamento di positività, i deceduti per sospetto Covid-19 arriverebbero  al 41,2% di tutti i deceduti. Si tratta di una dimensione molto importante perché significa che i morti nelle strutture, nel periodo considerato, sono quasi raddoppiati a causa del Covid-19. Ho usato il condizionale perché sappiamo che non tutti quelli che sono morti con sintomi simil-influenzali hanno contratto il Covid-19. Nell’ipotesi massima prospettata dalla survey dell’ISS il tasso di mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali sarebbe pari al 3,8% di tutti gli ospiti delle strutture stesse (Cfr. Tab. 1).

 

Tab. 1 – Survey ISS. Numero dei decessi totali, Covid-19 positivi (conferma da tampone) e con sintomi simil-influenzali. (dal 1/2/2020 al 5/5/2020)

Regione Totale decessi Decessi covid19 positivi Decessi con sintomi simil- influenzali Decessi covid19 + sintomi % deceduti covid19 + sintomi sul totale regionale Tasso di mortalità* covid19 + sintomi. %
Lombardia 3.793 281 1.807 2.088 55,0 7,5
Trento 99 33 45 78 78,8 6,4
Marche 160 13 59 72 45,0 5,2
Emilia Romagna 639 81 265 346 54,1 4,2
Liguria 136 20 34 54 39,7 3,5
Piemonte 1.658 161 410 571 34,4 3,3
Bolzano 28 3 10 13 46,4 3,1
Campania 50 6 13 19 38,0 2,9
Sardegna 67 0 17 17 25,4 2,8
Toscana 640 36 154 190 29,7 2,0
Umbria 38 0 11 11 28,9 1,5
Friuli V.G. 222 6 41 47 21,2 1,3
Veneto 1.136 38 180 218 19,2 1,2
Sicilia 73 0 11 11 15,1 1,0
Molise 24 0 2 2 8,3 0,9
Lazio 158 1 28 29 18,3 0,6
Abruzzo 47 1 0 1 2,1 0,2
Puglia 111 0 4 4 3,6 0,2
Calabria 75 0 1 1 1,3 0,1
TOTALE 9.154 680 3.092 3.772 41,2 3,1

Note: *Tasso di mortalità espresso per 100 residenti nelle strutture.  Fonte: ISS (2020).

 

Queste prime rilevazioni nazionali, purtroppo, non coincidono con i pochi dati forniti dalle regioni. Pur facendo le opportune interpolazioni per tener conto dei dati forniti dall’ISS che si riferiscono al 33,7% di tutti i posti letto mentre quelli forniti dalle regioni e da altre fonti si riferiscono a tutte le strutture, i dati delle singole regioni non si allineano a quelli dell’ISS (Cfr. Tab. 2).

 

Tab. 2 – Dati sulla mortalità degli anziani per Covid-19 nelle strutture residenziali forniti dalle regioni e da altre fonti

Regione Fonte Deceduti per Covid-19 nelle strutture residenziali Note
Veneto regione, 19/4/2020 345 Il 31,7% del totale dei deceduti. L’1,0% del totale degli sospiti delle strutture (33.311).
Piemonte Regione, 15/4/2020 660 Calcolati come differenza nella mortalità rispetto al periodo dell’anno precedente

Lombardia:

4 Ambiti: Bergamo, Milano, Brescia, Insubria

Procura Repubblica Bergamo; ATS Milano 11/6; Ats Brescia 20/4, ATS Insubria 14/4

Bergamo 1.322;

Milano: 2.574 probabili;

Brescia: 105 accertati e 322 sospetti;

ATS Insubria: 62 accertati e 161 sospetti.

Bergamo e Milano: calcolati come differenza rispetto al periodo dell’anno precedente.
Trento Az. Sanitaria 26/4 296 Il 48% del totale
Bolzano Provincia 91
Toscana Regione 168
Marche Asur Marche 118 Il 14,8% del totale.
Umbria Corriere.it  20/4 2
Puglia Corriere.it  20/4 22
Campania Corriere.it   20/4 32
Calabria Il sole 24 ore,  30/4 32
Molise Corriere.it  20/4 7
Sicilia Corriere.it   20/4 12
Sardegna Corriere.it  20/4 45 Il 52,3% del totale

 

Dalla tabella 2, certamente disomogenea e largamente incompleta, dato che mancano sette regioni, emerge comunque un primo quadro, solo indicativo, che collocherebbe il numero totale dei morti per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani sensibilmente al di sotto di quelle prospettate dalla survey dell’ISS (proiettata su tutte le strutture).

 

La mortalità per Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani all’estero

A livello internazionale esistono tre approcci principali per misurare i decessi in relazione a Covid-19:

  • decessi di persone che risultano positivi (prima o dopo la morte);
  • decessi di persone sospettate di avere Covid-19 (basato sui sintomi);
  • decessi in eccesso (confrontando il numero totale di decessi con quelli delle stesse settimane degli anni precedenti).

 

In presenza di dati assai diversi e di differenti approcci nazionali per la registrazione dei decessi, i confronti internazionali sono difficili, ciononostante i dati raccolti da Comas-Herrera et al. (2020) che  riassumono i dati più recenti provenienti da diverse fonti ufficiali sono molto indicativi (cfr. Tab.3).

Il numero dei morti collegati al Covid-19 nelle strutture per anziani di tutto il mondo è straordinariamente e drammaticamente elevato: il range va dal 25% al 85% di tutti i morti per Covid-19. In Francia, in Belgio, Irlanda, Norvegia e Spagna gli anziani morti per Covid-19 all’interno delle strutture residenziali costituiscono addirittura la maggioranza di tutti morti (Cfr. Tab.3).

 

Tab. 3 – Numero di morti collegati al covid-19 e letalità nelle strutture residenziali per anziani in alcuni paesi stranieri

Nazione Data Totale numero dei morti collegati al Covid-19 Numero di morti collegati al Covid-19 nelle strutture per anziani Numero di morti collegati al Covid-19 nelle strutture per anziani sul totale dei morti per Covid-19
Australia 21/6/2020 102 29 31%
Belgio 20/6/2020 9.696 6.213 64%
Canada 1/6/2020 7.326 6.236 85%
Danimarca 15/6/2020 598 211 35%
Francia 16/6/2020 29.597 14.341 49%
Germania 23/6/2020 8.895 3.491 39%
Ungheria 2/6/2020 532 127 24%
Irlanda 22/6/2020 1.717 1.086 63%
Israele 24/6/2020 307 137 45%
Norvegia 19/6/2020 244 144 59%
Portogallo 9/5/2020 1.125 450 40%
Spagna 23/6/2020 28.318 19.553* 68%*

Note. Per la maggior parte dei paesi, questi dati riguardano i residenti nelle strutture residenziali, indipendentemente da dove sono morti. Per il Belgio, l’Irlanda, la Norvegia e la Spagna invece, i dati sono relativi al luogo di morte. * comprende sia i casi confermati che i casi probabili.

Fonte: Comas-Herrera et al (2020).

 

E l’Italia?

Per tentare una comparazione con i dati degli altri paesi occorre proiettare i dati della survey dell’ISS al totale dei posti letto complessivi delle strutture residenziali per anziani. In questo caso, ipotizzando che tutti i morti con sintomi simil-influenzali siano dovuti a Covid-19  avremo 11.192 deceduti all’interno delle strutture per anziani che allo stato attuale costituirebbero il 32,2% di tutti i morti per Covid-19. Si tratterebbe di una percentuale probabilmente sopravvalutata per via della considerazione di tutti i sintomi simil-influenzali ma che nel confronto con gli altri paesi europei  ci vedrebbe comunque tra quelli con le percentuali più basse.

 

Il tasso di letalità per Covid-19 in relazione all’età

In Italia, l’età media di tutti i cittadini deceduti e positivi al Covid-19 è di 80 anni (mediana 82 anni). Il 95,4% dei deceduti per Covid-19 aveva un’età superiore ai 60 anni. L’85,3% dei deceduti un’età superiore ai 70 anni. Il tasso di letalità1 è il più alto fra gli ultraottantenni dove raggiunge la cifra elevatissima di quasi un morto ogni tre positivi. (Cfr. Tab.4).

 

Tab. 4 – Distribuzione dei casi e dei decessi per Covid-19 per fascia di età (al 16/6/2020)

Classi di età (anni) n. casi positivi % casi per classe di età n. deceduti % deceduti per classe di età Tasso di letalità in %
0-9 2.099 0,9 4 0,0 0,2
10-19 3.744 1,6 0 0,0 0,0
20-29 13.673 5,7 15 0,0 0,1
30-39 18.755 7,9 65 0,2 0,3
40-49 31.057 13,0 286 0,9 0,9
50-59 42.704 17,9 1.159 3,5 2,7
60-69 31.777 13,3 3.367 10,1 10,6
70-79 33.916 14,2 8.830 26,6 26,0
80-89 41.297 17,3 13.588 40,9 32,9
>90 19.020 8,0 5.895 17,8 31,0
Età non nota 40 0,0 0 0,0 0,0
Totale 235.082   33.209   13,9

Fonte: ISS (16/6/2020)

 

Le cartelle cliniche analizzate hanno evidenziato che le persone decedute, prima di contrarre il Covid-19 erano portatori  mediamente di 3,3 patologie. I dati appena riepilogati sono ampiamente noti: il Covid-19 fa le sue vittime essenzialmente nella popolazione con oltre 70 anni in condizione di fragilità caratterizzata dalla presenza di 3 o più patologie.

 

Qualche valutazione

Il Covid-19 ha colpito molto duramente gli anziani ricoverati nelle strutture residenziali per anziani. Tali strutture, come i servizi sanitari e il resto del Paese, erano impreparati ad affrontare lo tsunami Covid-19. Occorre cercare di capire perché questa tragedia sia accaduta ed in questo articolo l’obiettivo è di dare una dimensione a quanto è successo.

Non ci sono dati completi e affidabili per quantificare la rilevanza del fenomeno ma occorre comunque tentare delle stime e avere dei punti di riferimento per affrontare il problema.

Occorre innanzitutto dire che non si tratta di un problema solo italiano. In tutto il mondo la mortalità per Covid-19 è stata elevatissima tanto da costituire spesso la maggioranza di tutti i morti per il Coronavirus.

In Italia, in base ai pochi dati a disposizione, è ipotizzabile che le morti nelle strutture residenziali per anziani siano state un numero che possiamo stimare fra 8.500 e 11.000. Questo significa che i morti per Covid-19 all’interno delle strutture sono stati il 2,9-3,8% di tutti gli ospiti delle strutture residenziali e che abbiano costituito il 24,5-31,7% del totale dei morti complessivi per Covid-19 registrati in Italia. Si tratta di un numero enorme ma che si colloca ben al di sotto delle quote registrate negli altri paesi europei.

Il Covid-19, come abbiamo visto, colpisce gli anziani molto fragili: soprattutto ultrasettantenni con tre o più patologie. Queste persone si trovano ovviamente distribuite nelle loro case ma si concentrano nelle strutture residenziali per anziani. I tre quarti degli anziani accolti nelle strutture residenziali sono ultraottantenni e non autosufficienti. Le vittime privilegiate e quasi esclusive del Covid-19 sono proprio quelle che sono accolte nelle strutture residenziali. Non poteva non accadere che il Covid-19 colpisse, purtroppo, anche le strutture. Ma l’aspetto problematico non è questo. Il vero nodo è perché la mortalità italiana per Covid-19 degli ultrasettantenni è pari allo 0,2%, mentre nelle strutture residenziali essa è dieci volte più elevata?

  1. Il tasso di letalità è il rapporto tra morti per una malattia e il numero totale di soggetti affetti dalla stessa malattia; in questo caso è il rapporto tra morti per Covid-19 e soggetti positivi al Covid-19.

Commenti

…molto interessante e drammatico il suo articolo.
E ‘oltre‘ ogni numero c’erano…padri, madri, fratelli, sorelle, figli e nonni.
Singoli drammi Indeclinabili Ed indescrivibili vissuti da famiglie e dal personale socio sanitario.
Nel dramma del ‘come’ sono morti.
Non è solo morire… è ‘come’ si muore.
Cordiali saluti

Nelle strutture sono ricoverate prevalentemente persone non autosufficienti, con diverse patologie e soprattutto fragili.

All’inizio dell’epidemia la struttura di per se ha probabilmente favorito il contagio prima della presa di cosciaenza della necessità del distanziamento sociale e dell’uso e DPI

Essere ultrasettantenne non significa essere fragile e malato; si tratta di due popolazioni diverse