Disabilità: un anno di Governo M5S/Lega


Franco Pesaresi | 10 Giugno 2019

Un anno fa, il 31 maggio 2018, si insediava il governo M5S/Lega. Le due forze politiche definivano il programma di governo attraverso la redazione e la sottoscrizione di un ampio “contratto di governo”  che si sviluppa in 30 capitoli. Uno dei più corposi è dedicato alla disabilità (il titolo del capitolo è “Ministero per le disabilità”).

Che cosa è stato fatto per i disabili in questo primo anno del Governo Conte? Questo  articolo prova a raccontarlo.

 

Il contratto di governo

Il contratto di governo prevede ben 16 obiettivi per la disabilità. Si tratta di un programma esteso anche se non del tutto completo (vedi par. 4) i cui singoli obiettivi ed i risultati raggiunti nel primo anno di attività del Governo sono elencati nella tab. 1.

 

Tab. 1 – Gli obiettivi per la disabilità del “contratto di governo” e i risultati dopo un anno

OBIETTIVO STATO DELL’ARTE
Rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza.

Il Fondo Non Autosufficienze, con la legge di bilancio 2019, viene elevato a 570 milioni   per il 2019, 2020, 2021, con un aumento di 100 milioni rispetto al 2018. Solo la metà di queste risorse sono però dedicate dalle gravi disabilità mentre l’altra metà agli anziani.

 

Il fondo per il “dopo di noi” viene riportato, per il 2019, a 56,1 milioni di euro, con un aumento di 4,5 milioni rispetto alla previsione precedente del bilancio pluriennale (sempre relativa al 2019).

 

Assistenza per i disabili che frequentano le scuole superiori. La norma non è del tutto chiara ma lo stanziamento è di 25 milioni per gli anni 2019, 2020 e 2021 mentre nel 2018 era di 75 milioni per cui sembra esserci una riduzione di 50 milioni di euro.

 

Fondo inclusione delle persone sorde e con ipoacusia

La legge di bilancio 2019  istituisce, presso la Presidenza del Consiglio, un Fondo di inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, al fine di sostenere e diffondere l’uso della lingua dei segni. La dotazione del Fondo è di 3 milioni di euro per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021.

 

Fondo per l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità.

Viene istituito, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo per l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2019. Il suo scopo è quello di costruire una banca dati informatizzata per supportare  “gli interventi finalizzati alla prevenzione dell’uso indebito del contrassegno per la circolazione e la sosta delle persone con disabilità”.   Spreco di risorse?

 

Fondo diritto lavoro disabili

Incrementata la dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili di 10 mln per il 2019.

 

Nel complesso  non tutti gli interventi previsti dalla Legge di bilancio 2019 sono in aumento e non tutti gli stanziamenti appaiono strategici ciononostante l’obiettivo di aumentare le risorse per la disabilità sembra formalmente raggiunto anche se le dimensioni non sono rilevantissime. Si tratta, nel complesso di 22,5 milioni di euro, in più rispetto all’anno precedente.

Istituire un dicastero dedicato alla disabilità. Il 1°/6/2018 è stato istituito il ministero per la famiglia e la disabilità. Ministro  è stato nominato Lorenzo Fontana (Lega).
È necessario garantire la completa accessibilità dei contenuti e documenti dei siti web della Pubblica Amministrazione in ottemperanza alla Direttiva UE 2016/2102 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici. Obiettivo realizzato  con l’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 106 del 10 agosto 2018, che ha aggiornato e modificato  la Legge 9 gennaio 2004, n. 4 “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, uno dei maggiori riferimenti in materia di accessibilità.
Tempestivo aggiornamento delle agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili.

Agevolazioni sulle spese per i cani guida

Il Parlamento ha previsto un aumento a 1.000 euro della detrazione forfettaria per la spesa di mantenimento, sostenuta dai ciechi per i cani guida.

 

Altre agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili per le persone con disabilità che riguardano l’ambito delle agevolazioni IVA e le detrazioni IRPEF non sono state previste.

Garantire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità attraverso una migliore specializzazione degli insegnanti per il sostegno e l’implementazione della loro presenza in aula.

Assistenza per i disabili che frequentano le scuole superiori.

La legge di bilancio, forse per un errore,  riduce le risorse relative alle funzioni di assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale (art. 13, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104) degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali  che frequentano le scuole superiori che passano dai 75 milioni del 2018 ai 25 milioni del 2019.

 

Il 20 maggio il Governo ha approvato in via preliminare un Decreto Legislativo correttivo del Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 66 (Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità) che però non è ancora valutabile perché non ancora approvato definitivamente e pubblicato.

Fare una ricognizione dello stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento al lavoro delle categorie protette assicurandone il rispetto nel pubblico e incentivando le assunzioni nel settore privato e, se necessario, contemplando percorsi lavorativi specifici per disabilità fisiche e/o psichiche.

La ricognizione non è stata realizzata  mentre la seconda parte dell’obiettivo è già prevista  nel Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151 (attuativo del Jobs Act) e in particolare nell’articolo 8 che istituisce la Banca Dati del Collocamento Mirato opportunamente incardinata nella Banca Dati Politiche Attive e Passive. Altre funzioni che vanno nella stessa direzione sono già previste  all’art. 17 comma 1, lett. n) della Legge 7 agosto 2015, n. 124, e all’art. 10 del Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 75.

 

Fondo diritto lavoro disabili

Incrementata la dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili di 10 mln per il 2019.

I trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, qualora attinenti a condizione di disabilità, siano esclusi tassativamente dal calcolo dell’ISEE o di altri indicatori reddituali, necessari per accedere ad agevolazioni o benefici. Questo è già stato fatto ma non dal governo M5S/Lega. L’intervento, infatti, è già stato approvato con la Legge 26 maggio 2016, n. 89 che ha recepito le sentenze del Consiglio di Stato del 2016. La norma in questione già prevede che nell’ISEE non siano considerati: «i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità».
Innalzamento della invalidità civile fino alla pensione sociale. Non realizzato.
Completa attuazione della Convenzione O.N.U. sul diritto alle persone con disabilità. Non realizzato.
Superare la frammentazione dell’intervento pubblico nazionale e locale attraverso una governance coordinata e condivisa sugli interventi e la messa in rete degli erogatori degli interventi. Non realizzato.
È necessario un intervento culturale di contrasto ai pregiudizi sulle disabilità, assicurando che nel percorso didattico vi siano dei momenti di ascolto e incontro con la disabilità, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei disabili. Non realizzato.
È necessario garantire l’accessibilità di luoghi, beni e servizi attraverso un effettivo abbattimento delle barriere architettoniche, contemplando anche un audit civico nella realizzazione di opere pubbliche. Non realizzato.
Occorre implementare una “politica per la vita indipendente” che favorisca l’accesso delle persone con disabilità ad abitazioni di recente concezione o costruzione. Servono politiche di housing sociale che coinvolgano il privato e introducano, negli oneri di urbanizzazione, quote da riservarsi alle persone con disabilità. Non realizzato.
Favorire il cohousing Non realizzato. E forse è bene perché, di norma, non si capisce perché dovrebbe essere favorito il co-housing al posto di più generali e concreti servizi di sostegno all’abitare in autonomia.
Organizzare corsi di formazione specifica per i caregivers tenuti da personale sanitario e tramite incontri di auto mutuo aiuto, per aumentare conoscenze e competenze dei caregivers.

Non realizzato.

Occorre però rammentare che la legge di bilancio del 2018 aveva istituito uno specifico Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare, assegnando 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020, finalizzato a sostenere “gli interventi legislativi per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del prestatore di cure familiare”. Tali interventi legislativi, però, non ci sono ancora stati. Successivamente, la legge di bilancio 2019 ha incrementato la dotazione del Fondo di 5 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 che si potranno spendere solo dopo l’approvazione di una legge specifica.

Istituzione di un Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, quale figura di riferimento in caso di inadempienze e violazioni dei diritti delle persone con disabilità. Non realizzato, ma di difficile realizzazione dato che  trattandosi di un’istituzione incardinata nelle singole Regioni, è molto dubbio che possa essere imposta o prevista da una disposizione nazionale.

 

 

Gli atti in itinere

Nella tab. 1, non sono stati presi in considerazione due atti importanti di questo governo che risultano essere stati discussi nel Consiglio dei ministri ma che, nella prima annualità di governo,  non sono stati ancora trasmessi alle Camere o pubblicati in Gazzetta Ufficiale.

Si tratta  del  Disegno di legge recante la delega al Governo per l’adozione del  Codice della disabilità che è stato approvato dal consiglio dei ministri il 28 febbraio 2019 ma che ancora (!) non è stato inviato al Parlamento. Si tratta di una proposta molto ampia ed ambiziosa che punta a delegare il Governo ad adottare, entro due anni, uno o più decreti legislativi volti ad armonizzare, riordinare e semplificare, anche innovandole, tutte le disposizioni vigenti in materia di disabilità, al fine di arrivare all’adozione del  “Codice per la persona con disabilità”.

Successivamente, il Consiglio dei Ministri il 20 maggio 2019 ha approvato in via preliminare lo Schema di decreto legislativo concernente disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107”.  Anche questo importante Decreto non ha visto la luce entro il 31 maggio 2019 e probabilmente dovrà essere ripresentato in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva (dato che quella del 20 maggio viene definita dallo stesso Governo come preliminare).

 

Non previsto nel contratto, ma previsto nella legge di bilancio 2019

La legge di bilancio 2019  imprime una accelerazione all’effettiva adozione anche Italia della Carta Europea della disabilità. La EU Disability Card   è finalizzata all’introduzione di una tessera che permetta l’accesso alle persone con disabilità ad una serie di servizi gratuiti o a costo ridotto in materia di trasporti, cultura e tempo libero sul territorio nazionale in regime di reciprocità con gli altri Paesi della UE. L’obiettivo è garantire la piena inclusione delle persone con disabilità nella vita sociale e culturale delle comunità. Lo strumento, una Card unica appunto, dovrebbe essere uguale in tutti i Paesi aderenti e rilasciata sulla base di criteri generali omogenei già individuati dalla UE. Partecipano al progetto di avvio sperimentale 8 paesi dell’Unione: Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Malta, Slovenia, Romania e Italia.  Occorrerà un decreto interministeriale per definirne i criteri e quindi le modalità per l’individuazione degli aventi diritto e per la realizzazione e la distribuzione della stessa a cura dell’INPS. Per queste attività è autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.

L’atteso ed indispensabile decreto interministeriale non è stato ancora approvato.

 

Quello che non c’è nel Contratto di governo

Il contratto di governo pur assegnando al tema della disabilità uno spazio significativo non riesce a cogliere tutte le tematiche principali che sono oggetto di interesse dei disabili e delle loro associazioni.

Per esempio non ci sono riferimenti, neanche indiretti, al Secondo Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, che è stato approvato nel 2017. Quel programma, impegna i vari soggetti pubblici in specifiche azioni che investono tematiche strategiche, come la salute la scuola, il lavoro, la mobilità, la cooperazione internazionale, il monitoraggio delle politiche.

Non si parla di riforma dell’indennità di accompagnamento, la misura assistenziale più importante  e  universale, a sostegno della disabilità, sulla cui necessaria revisione si pronunciano in molti.

Manca infine l’attenzione alle  badanti che sono presenti in tante case e che forniscono l’assistenza alle persone non autosufficienti ma qui l’assenza è veniale dato che di questo tema se ne parla nella sezione del “Contratto” dedicata alla famiglia.

Conclusioni

Il contratto di governo M5S/Lega dedica molta attenzione alle tematiche della disabilità anche se il lungo elenco degli obiettivi non è sempre appropriato e strategico. Gli obiettivi che in qualche modo si possono dire raggiunti in questa prima annualità del governo sono quelli dell’istituzione del Ministero per la famiglia e la disabilità, dell’approvazione di norme sulla completa accessibilità dei contenuti e documenti dei siti web e soprattutto quello di aver aumentato le risorse complessive per la disabilità. Tutti gli altri obiettivi non sono stati realizzati.  Però c’è da dire che altri due provvedimenti molto importanti (legge delega sulla disabilità e decreto legislativo sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità) sono in itinere e presto saranno presentati formalmente nella loro stesura definitiva. Seppur non prevista nel contratto di governo, il Parlamento in sede di legge di bilancio 2019, ha approvato una norma integrativa per lo sviluppo della Carta europea della disabilità a cui però, a tutto oggi, non si è data attuazione.

Ad altri aspetti centrali delle politiche per i disabili non previste nel contratto di governo come l’assenza di attenzione per il secondo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità  (importane perché presenta un quadro programmatico globale), la riforma dell’indennità di accompagnamento e la qualificazione del lavoro delle badanti, non si è ancora posto alcun rimedio.

 

È del tutto chiaro che quello che si sta valutando è un programma di legislatura che non può essere affrontato ed attuato in un solo anno. La prospettiva temporale è quella quinquennale dentro la quale va collocata la valutazione degli atti compiuti fra il 1° giugno 2018 e il 31 maggio 2019. In questo primo anno di attività il governo ha affrontato le tematiche della disabilità con grande slancio nella definizione del Contratto di governo e poi con l’approvazione della Legge di bilancio 2019. Poi  l’attenzione è sfumata e la fase attuativa è quasi del tutto mancata. Tenuto conto che provvedimenti attuativi non ce ne sono stati e che i riparti dei finanziamenti per la disabilità alle regioni procedono molto lentamente o non ci sono proprio stati possiamo dire che, in questo primo anno, benefici per i disabili non si sono ancora registrati. Ma la legislatura è appena ad un quinto del suo tempo teorico di vita, un tempo tutto sommato breve per incidere significativamente nelle politiche pubbliche, per cui aspettiamo il secondo anno di attività del Governo per verificare il progredire del Contratto di governo e l’approvazione di atti che incidano efficacemente nella qualità della vita e dell’assistenza dei disabili.