I passeur dell’inclusione


Marino Bottà | 5 Gennaio 2023

Le persone con disabilità disoccupate dispongono di figure professionali che le affiancano nelle fasi del percorso di avvicinamento e mantenimento al lavoro. Non esiste però un “traghettatore” in grado di portarle dalla disoccupazione al lavoro. Nei paesi di frontiera, il passeur è colui che aiuta i clandestini a passare il confine. Per fare questo deve conoscere il percorso, le abitudini delle guardie frontaliere, le risorse psico-fisiche delle persone che accompagna, e i problemi che possono insorgere lungo il cammino. Dal passeur dipende la possibilità di oltrepassare il confine.

Il Disability Job Supporter è il passeur della disabilità, è una figura professionale non assimilabile ai tutor, disability manager, coach, promotore 68, ecc. È un operatore indispensabile per supportare le persone con disabilità nel difficile percorso di accesso al lavoro, per rendere efficace il lavoro dei servizi di inserimento o collocamento al lavoro, ed è estremamente utile per le aziende soggette all’assolvimento degli obblighi della legge 68/1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.

Ma chi è il Disability Job Supporter (d’ora in avanti DJS)? Quali sono le sue competenze? Dove opera? Il DJS opera nella scuola; prende in carico gli studenti disabili che frequentano l’ultimo anno del percorso scolastico e i disoccupati, e dopo aver fatto il bilancio di competenze, valutato il potenziale occupazionale, verificata l’intensità di aiuto, e calcolato la distanza dal mondo del lavoro, redige il progetto personalizzato di accompagnamento al lavoro.

 

Per curare il passaggio dallo stato di disoccupato a quello di occupato è però indispensabile una conoscenza funzionale non solo della persona disabile, ma anche del mercato del lavoro e del mondo del lavoro. Deve conoscere i soggetti che se ne occupano – pubblici, privati e del privato sociale, gli strumenti disponibili, le politiche attive, ecc. È inoltre consapevole del ruolo delle Agenzie per il lavoro, del loro modo di operare, e le trasformazioni in essere. Non c’è possibilità di collocamento senza la conoscenza di come si muove il mercato e senza conoscenza dell’evoluzione tecnologica che lo interessa. Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente e cambierà radicalmente, repentinamente, costantemente. Nell’arco di dodici anni ci sono state la crisi finanziaria del 2008, la pandemia, la guerra in Ucraina, la globalizzazione, e ora la stagnazione e la crisi della globalizzazione. A questo si è sommata l’evoluzione tecnologica: si è passati dalla meccanica avanzata, alla robotica, all’intelligenza artificiale, alla digitalizzazione ecc. Tutto questo ha trasformato gli ambienti produttivi, le mansioni, i rapporti di lavoro, e le relazioni interpersonali. Non è quindi pensabile erogare servizi per l’inserimento o il collocamento senza un aggiornamento continuo degli operatori.

 

Il DJS deve possedere anche particolari competenze e qualità personali per rapportarsi con le imprese, conoscere il linguaggio imprenditoriale, realizzare il concetto di collocamento mirato (la persona giusta al posto giusto), presentare adeguatamente il candidato con disabilità, gli strumenti contrattuali, le agevolazioni economiche a cui fare ricorso. Garantisce inoltre, attraverso il monitoraggio, interventi risolutivi in caso di qualsiasi necessità derivante dal rapporto disabilità/lavoro. Conosce gli adempimenti previsti dalla legge 68/1999 a carico dell’azienda, ed è in grado di redigere il “Progetto personalizzato per l’assolvimento degli obblighi”. Le aziende sono diverse le une dalle altre, pertanto devono essere conosciute direttamente. Il DJS non confeziona abiti standard, ma su misura, sartoriali, ossia costruisce un progetto non utilizzando unicamente gli istituti previsti dalla normativa, ma ricorrendo alle buone prassi e alle sperimentazioni, come previsto del D.Lgs. 151/2015 e dalle Linee Guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità1. Strumenti che consentono di tenere in giusta considerazione il lavoratore, l’azienda e il contesto socio economico di riferimento. Non è possibile operare in questo campo restando in ufficio. Nessuna realtà viva può essere oggettivata e decodificata su tavoli tecnici. Di conseguenza il DJS opera direttamente e concretamente con le persone, con i servizi e con le aziende della realtà territoriale interessata.

Il DJS è un operatore competente, creativo, con buone doti negoziali, che vive nel territorio. Si tratta di una figura professionale che lavora nella scuola, nei servizi pubblici e privati, negli enti accreditati al lavoro e alla formazione, nelle aziende, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, nelle agenzie per il lavoro, nelle associazioni imprenditoriali e sindacali, nelle associazioni dei consulenti. Può essere un libero professionista o un dipendente, oppure “noleggiato” dalle realtà elencate.

Il mercato del lavoro, le fasce deboli, e soprattutto la disabilità, hanno bisogno di passeur esperti per non essere perennemente esclusi dal contesto sociale in cui vivono. Purtroppo i servizi per il collocamento pubblico, privato e del privato sociale, sono mal distribuiti sul territorio nazionale, sono del tutto quantitativamente insufficienti, dispongono di personale non adeguatamente preparato. Personale che non conosce a fondo le leggi che regolano il mercato e i rapporti di lavoro, l’organizzazione aziendale, il linguaggio imprenditoriale e, troppo spesso, nemmeno il potenziale occupazionale dei lavoratori con disabilità che hanno in carico.

 

Competenze necessarie, ambiti di intervento e formazione specifica

Il DJS è quindi un passeur delle persone con disabilità che opera attraverso un’inversione di marcia, non parte dalla persona per cercargli il lavoro ma dall’azienda; inverte il paradigma: “non dal disabile al lavoro, ma dall’azienda al disabile”. L’associazione ANDEL (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro) ha coniato questa figura professionale e, in collaborazione con l’Università E-Campus, ha realizzato un primo master terminato nel 2022. Visti i risultati conseguiti, si è deciso per una riedizione nel 2023, affiancata da tre corsi formativi di 40 ore, strutturati per aree di interesse (scuola, mercato del lavoro, mondo del lavoro). Il programma di formazione, i contenuti, e la conduzione delle lezioni sono fortemente pragmatici, pertanto consentiranno un utilizzo immediato degli apprendimenti. DJS deve avere una formazione teorica complessiva, estremamente pratica, e deve operare quotidianamente, come le mondine, con le gambe e le mani immerse nel mercato del lavoro.

 

Il Disability Job Supporter che opererà in ambito scolastico prende in carico gli studenti disabili che frequentano l’ultimo anno del percorso scolastico, con il compito di verificare il possesso delle certificazioni di invalidità necessarie per l’iscrizione ai centri per l’impiego, fare una valutazione funzionale del potenziale occupazionale; dopo di che, cura l’orientamento al lavoro e redige il progetto di accompagnamento al lavoro personalizzato. Cura inoltre il processo di affidamento ai soggetti sociali che si occupano di inserimento lavorativo. È anche in grado di seguire l’orientamento scolastico e il ri-orientamento, richiamando nel contempo l’attenzione dei docenti allo sviluppo, delle autonomie e dei prerequisiti necessari per l’accesso al lavoro. Sostiene inoltre gli insegnanti nella ricerca di stage adeguati alle reali prospettive occupazionali dello studente. Infine supporta il giovane e la famiglia nella delicata fase di transizione dalla scuola al lavoro. Il corso formativo prevede la trattazione delle seguenti tematiche: l’orientamento e il ri-orientamento scolastico, gli apprendimenti utili per l’accesso al lavoro, la ricerca e la personalizzazione degli stage, la valutazione funzionale, l’orientamento al lavoro, la transizione scuola/lavoro, il ruolo e l’operatività dei servizi.

Le funzioni del Disability Job Supporter scolastico potranno essere attribuite agli insegnanti di sostegno, agli operatori degli enti accreditati al lavoro e alla formazione, o al personale del collocamento disabili. Quindi una azione possibile, a basso costo, facilmente sostenibile dalla scuola o dalle regioni.

 

Il Disability Job Supporter che agirà nel mercato del lavoro è colui che affianca e sostiene la persona con disabilità durante il percorso di accompagnamento al lavoro. Tutti i servizi che si occupano dell’inserimento lavorativo dei disabili e del mercato debole del lavoro, dovrebbero disporre di questa figura professionale. Attualmente questo compito è svolto dal tutor. Questa figura nata verso la fine degli anni ottanta si è sempre più qualificata come l’unica in grado di curare l’integrazione socio-lavorativa delle persone in condizioni di svantaggio sociale, ma la sua formazione è del tutto insufficiente per affrontare l’ attuale complessità dell’inclusione lavorativa. Pertanto è sempre più necessario disporre di una figura professionale in grado di conoscere le persone con disabilità e comprendere i bisogni, le aspettative, le capacità, le competenze, le potenzialità, e i punti di forza e debolezza, delle singole persone in carico, per poter elaborare con loro, con i familiari e i servizi socio-sanitari, un progetto personalizzato di accompagnamento al lavoro. Deve essere anche capace di farsi carico della ricerca del contesto di lavoro, dell’inserimento, e delle consulenze necessarie per l’azienda. Deve conoscere e adeguarsi alla crescente complessità del mercato del lavoro, a un sistema produttivo soggetto ad un continuo divenire. Il Disability Job Supporter, dopo la valutazione funzionale del potenziale occupazionale della persona, deve saper orientare, ricercare il contesto di lavoro, attivare le azioni di formazione, tutoring e monitoraggio. In altre parole, durante tutto il processo di sviluppo del progetto di accompagnamento al lavoro, dovrà offrire supporto alle famiglie, e consulenze e aiuto alle aziende, predisponendo il progetto personalizzato per l’assolvimento degli obblighi e attivando le procedure per gli adempimenti richiesti dalle norme sul collocamento dei disabili. Il Job Supporter è una figura destinata ad avere in futuro una maggiore rilevanza e presenza nei servizi che si occupano di collocamento e inclusione lavorativa. Il corso di formazione prevede di trattare le seguenti tematiche: il sistema di collocamento italiano, le barriere culturali i pregiudizi e gli stereotipi, la valutazione funzionale, l’orientamento al lavoro, il collocamento mirato e le azioni di matching, la gestione dei tirocini extracurriculari, la formazione in situazione, le barriere architettoniche gli accomodamenti ragionevoli e le agevolazioni, la formazione dei tutor aziendali, il monitoraggio dell’inserimento lavorativo.

 

Il Disability Job Supporter che opererà nel mondo del lavoro e quindi nelle imprese pubbliche e private. Le aziende, come le persone, sono diverse le une dalle altre, pertanto per poter agire gli operatori che intendono supportarle nell’assolvimento degli obblighi e nella gestione della disabilità, devono conoscerle direttamente. Il Disability Job Supporter costruisce infatti un progetto personalizzato di assolvimento degli obblighi, non utilizzando unicamente gli istituti previsti dalla normativa, ma ricorrendo alle buone prassi e alle sperimentazioni. Il progetto personalizzato per l’assolvimento degli obblighi tiene in giusta considerazione: il disabile, l’azienda e il contesto socio economico di riferimento. Il DJS opera concretamente con le persone, con i servizi, e con le aziende, cosciente che è possibile agire in questo settore soltanto spostandosi sul territorio e andando direttamente nell’impresa interessata. Attiva comportamenti ed azioni utili per migliorare le condizioni di lavoro del dipendente disabile, conciliando il diritto al lavoro e all’inclusione lavorativa, con le esigenze di efficienza produttiva dell’azienda.

Essendo promotore e supervisore delle azioni di pianificazione, programmazione, reclutamento, selezione, inserimento, formazione, e conservazione del rapporto di lavoro, è colui che facilita le relazioni interne, individua le soluzioni tecniche e organizzative per mettere il lavoratore con disabilità nelle condizioni di ben lavorare ed essere produttivo in coerenza con le sue possibilità. Sensibilizza i colleghi, contiene le conflittualità, rimuove gli ostacoli organizzativi, ambientali e comportamentali che limitano l’integrazione; favorendo così un clima positivo e una reciproca soddisfazione. Valorizza l’autonomia e la professionalità del lavoratore conciliando le esigenze di vita, di cura, e di lavoro. In concreto, il Disability Job Supporter è capace di gestire gli obblighi di cui alla legge 68/1999, promuovere rapporti con i servizi territoriali pubblici e privati, utilizzare le buone prassi e le agevolazioni di settore, curare la ricerca e selezione dei lavoratori disabili da reclutare nell’organico aziendale, coinvolgere e sensibilizzare il personale interessato, gestire i problemi connessi alla presenza di lavoratori disabili in azienda, monitorare le singole situazioni presenti in azienda, implementare utili accomodamenti ragionevoli. Abbiamo previsto un programma che tratti le seguenti tematiche: elaborare il progetto personalizzato per l’assolvimento degli obblighi, gestire i rapporti con il collocamento disabili e con i servizi territoriali, sostenere l’uso di buone prassi e sperimentazioni, offrire consulenze in merito al rapporto disabilità-lavoro, supportare l’azienda e il lavoratore disabile nella gestione del loro rapporto.

 

La disabilità ha bisogno di operatori preparati e capaci di accogliere e comprendere i bisogni delle persone con disabilità e delle aziende. Il Job Supporter è una figura professionale indispensabile nell’attuale mercato del lavoro, non solo per i disabili ma per tutte le categorie di persone in cerca di lavoro: giovani, donne, over, ecc. Questa necessità l’avevano compresa anche i politici ideatori dei navigator, si sono però dimenticati di fornirli di un’adeguata preparazione.

Ora, grazie al PNRR, siamo entrati nell’età dell’oro per il sistema di collocamento italiano. Abbiamo un’occasione storica per trasformare gli attuali uffici burocratici del collocamento in servizi al cittadino. Perché ciò avvenga, ANDEL ha previsto uno specifico percorso formativo per gli operatori del sistema di collocamento pubblico che prossimamente verrà proposto all’ANPAL Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, alle Regioni e alle Province. Un obiettivo a cui tendere è quindi aggiornare e formare il personale dipendente, ma anche uniformare a livello nazionale i comportamenti dei vari uffici e realizzare l’inclusione lavorativa anche per le persone con disabilità “deboli”. Il programma formativo prevede le seguenti tematiche: etica e filosofia della disabilità, gestione degli iscritti, gestione degli istituti previsti dalle leggi, il concetto di collocamento mirato, la rete dei servizi, cultura e linguaggio delle imprese, buone prassi e sperimentazioni.

 

È ormai assodato che il collocamento disabili italiano non funziona. Il Ministro Orlando in una audizione presso la IX commissione della camera (22 aprile 2021) aveva riconosciuto le difficoltà e le gravi disparità territoriali in cui versa il sistema pubblico italiano. Le cause sono tante, ma la principale è dovuta al fatto che non esistono operatori preparati in modo adeguato. Evitiamo quindi di sprecare ulteriori risorse economiche e professionali, e investire in politiche e progettualità che non hanno nessuna possibilità di conseguire cambiamenti e risultati positivi. Una sfida cruciale per il nuovo Governo appena insediato.

  1. Si veda l’articolo dell’autore pubblicato su questo sito.

Commenti

Figura molto interessante quella del DJS. Mi sembra pero’ che manchi un tassello importante, cioe’ l’eventuale supporto alla persona con disabilita’ nell’effettuare una scelta consapevole verso la formazione successiva alle scuole superiori (scuole post-diploma o universita’) che possono conferire competenze talvolta irrinunciabili per una certa tipologia di aziende.

Risponde l’autore:
Grazie per la sottolineatura.
Il disability job supporter nasce come passeur dalla scuola al lavoro, mentre la sua formazione riguarda l’orientamento e il riorientamento nelle scuole secondarie superiori,l’orientamento verso percorsi post-diploma, la ricerca e il monitoraggio degli stage, il confronto con i docenti per l’acquisizione di prerequisiti e apprendimenti indispensabili per l’accesso al lavoro, la verifica delle necessarie certificazioni per l’iscrizione al Collocamento Disabili, il supporto alla famiglia, il rapporto con i servizi territoriali ecc. In sostanza è un tutor dello studente disabile.