La salute della popolazione italiana


Paolo Peduzzi | 6 Aprile 2017

Secondo il  Global Health Index 2017, pubblicato recentemente da Bloomberg che utilizza come fonte dei dati l’OMS e le Nazioni Unite, l’Italia risulta il paese al mondo la cui popolazione gode della migliore salute. Il  livello di salute è determinato da un punteggio, che sintetizza alcuni indicatori di salute, e da alcune penalità  collegate a indicatori che rappresentano fattori di rischio. Gli indicatori di salute sono il tasso di mortalità per malattie trasmissibili, malattie non trasmissibili e per eventi traumatici, l’aspettativa di vita alla nascita, nell’infanzia, nella giovinezza e al momento del pensionamento. Gli indicatori collegati ai fattori di rischio sono relativi sia a fattori comportamentali/endogeni che a fattori ambientali esogeni. Gli indicatori collegati ai fattori di rischio sono l’elevata pressione del sangue, il livello di glicemia e colesterolo, la prevalenza di sovrappeso, il consumo di tabacco e di alcol, la scarsa attività fisica, la malnutrizione infantile, la salute mentale, il grado di copertura vaccinale. Gli indicatori relativi ai fattori ambientali esogeni sono l’emissione di gas serra per abitante e la percentuale di popolazione con accesso all’acqua potabile.   Nello studio, che ha utilizzato i dati più recenti disponibili, sono stati valutati 163 paesi per i quali erano disponibili abbastanza dati per essere inclusi nella classifica; che l’Italia figuri ai primi posti negli indicatori internazionali che vengono utilizzati per valutare le condizioni di salute di una popolazione non è un fatto nuovo, così come la presenza nella popolazione di fattori favorenti la salute quali la dieta mediterranea. L’Istat, nel rapporto “Noi Italia 2016evidenzia come il tasso di mortalità infantile continua a diminuire, alcuni tassi di mortalità quali quelli per tumore e malattie cardiocircolatorie sono inferiori alla media europea, i fattori di rischio collegati agli stili di vita presentano un trend in miglioramento.   Contestualmente però lo stesso rapporto Istat evidenzia che nel 2015, per la prima volta dopo molti anni, cambia verso il trend della speranza di vita, presentando un decremento di alcuni decimali sia per gli uomini che per le donne: rispettivamente 80,1 e 84,7 nel 2015 rispetto a 80,3 e 85 nel 2014. Campanello di allarme da valutare, come sostenuto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che si accompagna ad alcuni elementi critici presenti nell’area della prevenzione.   Il rapporto “Osserva Salute 2015”, che valuta lo stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane, evidenzia un calo nella copertura vaccinale contro l’influenza negli  anziani e per le principali vaccinazioni dell’infanzia. A fronte di una diminuzione degli italiani che fumano e che bevono alcolici è in continua crescita la popolazione che presenta un eccesso ponderale e si assiste ad un decremento del consumo di frutta e verdura. Dati che segnalano la necessità di una maggiore attenzione e investimento nella prevenzione che risente maggiormente della contrazione della spesa sanitaria pubblica.   Un documento interessante per approfondire le condizioni e i determinanti di salute, accanto all’efficacia e alla qualità dell’assistenza sanitaria  è il documento dell’OECD/EU Health at a glance: Europe 2016 – State of health in the EU cycle” che fornisce un quadro articolato dei principali indicatori mettendo a confronto la situazione dei diversi paesi europei.  I dati di questo documento confermano la buona posizione dell’Italia nei confronti degli altri paesi europei  per alcuni importanti indicatori quali l’aspettativa di vita alla nascita e all’età di 65 anni, il tasso di mortalità infantile e il tasso di mortalità per le principali patologie,il tasso di mortalità prevenibile ed evitabile, i tassi di ricovero per alcune patologie quali le bronco pneumopatie e lo scompenso cardiaco, i tassi di mortalità successivi al ricovero per infarto miocardico e ictus, ma evidenziano l’esistenza di margini di miglioramento per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura, l’attività fisica, gli screening dei tumori, le vaccinazioni.