L’avvio del SIOSS e i vasi (non) comunicanti

Opportunità e limiti da superare nel nuovo sistema informativo nazionale sull’offerta dei servizi sociali


A cura di Lombardia Sociale | 5 Giugno 2021

Questo articolo è stato pubblicato anche su lombardiasociale.it

 

Cos’è il SIOSS

Un po’ a sorpresa è stato dato avvio alla rilevazione prevista per il SIOSS, il sistema informativo dell’offerta dei servizi sociali. Si tratta di una parte del più ampio SIUSS – il sistema informativo unitario dei servizi-sociali previsto dal d.lgs 147/17 che integra e sostituisce il casellario dell’assistenza, deputato alla raccolta dati sul sistema d’offerta sociale del nostro paese.

I Comuni conoscono, ormai da qualche tempo, la parte del SIUSS afferente all’Inps e utilizzata per registrare le prestazioni erogate al singolo cittadino, funzionale a mantenere una banca dati su servizi e benefici resi e utile anche a rafforzare i controlli su quanto eventualmente percepito indebitamente. Il sistema informativo previsto è però più articolato ed include anche una parte di rilevazione sul sistema d’offerta, in capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha come unità di rilevazione – questa volta – l’ambito territoriale. Il decreto che norma questa parte risale ad agosto 2019 ma il sistema informativo, nella sua operatività, vede la luce solo oggi, con l’attivazione di due banche dati, una riferita al sistema d’offerta e l’altra riferita alle professioni.

A dire il vero, una prima parziale attivazione del SIOSS, era stata introdotta ad inizio di quest’anno, ai fini delle prenotazioni delle risorse stanziate dalla legge di bilancio a riconoscimento del raggiungimento di livelli essenziali ed obiettivi di servizio rispetto al numero di assistenti sociali stabilizzati nel territorio. Ma si è trattato di una prima parziale rilevazione sulle professioni, che oggi andrà completata all’interno della banca dati dedicata.

A queste prime due rilevazioni ne seguiranno altre riferite al monitoraggio dei fondi nazionali, in particolare Non autosufficienza e Fondo nazionale politiche sociali.

 

Obiettivi e articolazione

L’obiettivo del sistema è plurimo. Certamente concorrere ad accrescere la conoscenza dei bisogni sociali del nostro territorio, funzionale anche ad una migliore programmazione delle politiche e dei servizi, a tutti i livelli. La finalità è concorrere anche al monitoraggio dei livelli essenziali delle prestazioni, come si è visto di recente nel caso delle rilevazioni citate sugli assistenti sociali. Serve inoltre ad elaborare dati a fini statistici e di ricerca. Un sistema informativo omogeneo a livello nazionale era previsto sin dall’art.21 della legge quadro 328 e oggi vediamo dunque compiersi un altro importante tassello di questo disegno.

 

Certo i territori sono stati colti un po’ di sorpresa da questo adempimento, che è l’ennesimo, dobbiamo dirlo. Solo ad inizio di questo mese è stata emanata una nota da parte del Ministero che indicava l’obiettivo di popolare entro il 31 maggio di ogni anno tali banche dati e sono stati realizzati da poco un paio di seminari per illustrarne il funzionamento.

La rilevazione poi è tutt’altro che banale. Per il sistema d’offerta ci si riferisce a:

  • la fotografia della governance, in particolare come avviene la gestione dei servizi e se associata, attraverso quali forme. Un dato importante a livello nazionale, considerata l’eterogeneità ancora elevata di attuazione della gestione associata e delle molteplici forme esistenti;
  • la mappatura dei servizi presenti sul territorio dell’ambito, unicamente in termini di presenza appunto, funzionale ad avere un quadro completo dell’offerta esistente sul territorio nazionale;
  • una prima fotografia di dettaglio in merito ad alcuni specifici servizi quali il segretariato sociale, il servizio sociale professionale, il servizio affido e l’inserimento di minori in struttura (ovvero la tutela minori). Parti che contemplano la raccolta di informazioni sia di taglio organizzativo che riferite al target raggiunto e al personale impiegato.

 

Per ambiti con molti Comuni nei quali, come spesso accade, alcuni di questi servizi sono di norma realizzati in forma singola (si pensi al segretariato o al servizio sociale di base) e con modalità differenti, si tratta di una rilevazione abbastanza onerosa, soprattutto nei tempi in cui deve essere realizzata.

Per la banca dati delle professioni il taglio è ancor più dettagliato poiché si chiede di mappare le figure professionali impiegate nell’assolvimento della funzione socio-assistenziale, dunque non solo il personale proprio dei comuni e delle gestioni associate, ma anche di servizi di titolarità ma erogati tramite appalto o accreditamento, con livelli di dettaglio riferiti al genere, l’età.

 

In tutto questo le Regioni, da decreto, hanno un ruolo di coordinamento della rilevazione. Sono coloro che possono vedere i dati complessivi a livello regionale, abilitare le forme di gestione specifiche presenti nei propri territori e supportare gli ambiti nella rilevazione, anche fornendo dati derivanti da sistemi informativi propri, potenzialmente anche alimentando direttamente il SIOSS per alcune sue parti.

 

 Limiti da superare

A vedere le reazioni dei territori, certamente l’aspetto più problematico è riferito al tempo a disposizione, sebbene all’ultimo momento (e forse fuori tempo massimo1) il Ministero abbia concesso due settimane di proroga. La gestione dei tempi genererà con tutta probabilità rilevazioni incrementali, arrivando alla dead line di fine mese con una prima fotografia parziale, da precisare via via, nelle annualità successive, quando il sistema sarà meglio conosciuto, e digerito, dal territorio.

La cosa più evidente che emerge però, e che abbiamo osservato più volte in questo sito in relazione ai diversi livelli istituzionali, è il moltiplicarsi di adempimenti riferiti a debiti informativi di varia natura, che rischiano di essere percepiti unicamente come onere, senza vederne alcun elemento di beneficio. Una dinamica che, nel tempo, sta portando ad una progressiva disaffezione e ad una diffidenza nei confronti delle richieste dati, anche quando importanti per lo sviluppo delle politiche sociali del nostro paese. Basti pensare ad esempio che una parte delle informazioni oggi chieste dal SIOSS, sono contenute in altre rilevazioni che i territori (talvolta i comuni direttamente, oppure agli ambiti) sono tenuti a comunicare. A livello regionale infatti sono da tempo attivi diversi debiti informativi che, in qualche parte, incrociano il dettaglio chiesto oggi dal SIOSS. Si pensi al sistema di conoscenza, alla spesa sociale, alla rilevazione delle unità d’offerta (Afam). Guardando un po’ più in là, al tema della banca dati su FNA e FNPS, è recente l’implementazione nella nostra Regione di una nuova modalità di rilevazione, che incrocia FNPS e spesa sociale. Quando entrerà in vigore anche questa parte del SIOSS come funzionerà per gli ambiti? Dovranno alimentare, sugli stessi dati, due rilevazioni impostate diversamente? Così come dallo stesso livello nazionale, esistono già rilevazioni che in parte incrociano gli stessi dati, come ad esempio la rilevazione dell’Istat in collaborazione con il MEF sugli interventi e servizi sociali.

 

Coordinare le rilevazioni effettuate da livelli istituzionali diversi, implementare l’interoperabilità delle banche dati, restituire i dati in termini di benchmark possibili, sarebbero passi importanti da realizzare per non rischiare boicottaggi o approssimazione negli adempimenti, che rischiano di rendere assolutamente falsata la fotografia e dunque non raggiungere l’obiettivo stesso per cui un sistema informativo viene realizzato.

  1. Il Ministero ha inviato il 31 maggio stesso alla Regioni una nota che indicava il mantenimento dell’apertura della piattaforma, per il popolamento dei dati SIOSS, sino al 18 giugno 2021. Tale  nota è arrivata poi ai territori lombardi il 1 giugno, pertanto successivamente alla dead line stabilita da decreto.