Perché gli italiani si sentono così insicuri


Giancarlo Lizzeri | 22 Febbraio 2021

La conta dei reati

Comparare il livello di criminalità non è facile, anche tra Paesi relativamente simili. I crimini sono diversissimi tra loro, pesano in modo diverso in ogni Paese e sommarli è semplice ma più o meno inutile. Un furto non pesa come un omicidio. Forse nemmeno 20 o 30 furti potrebbero pesare come un omicidio.

C’è di più. La misura “oggettiva” dei reati spesso non è così oggettiva. Prendiamo il caso più serio. Gran parte dei reati sessuali non vengono denunciati alle autorità di polizia. Si stima (stima!) che nei Paesi europei più avanzati non più del 50/60 per cento delle violenze sessuali sia denunciato. In altri molto meno.

 

Ma ottenere una valutazione comparativa non è impossibile. Occorre prendere in esame solo crimini che vengono denunciati in modo integrale o quasi integrale, vuoi per la loro gravità vuoi per i rischi che si corrono in caso di mancata denuncia. Tra questi, per fortuna, è possibile prendere in esame tre tipi esemplari di reati:

  • omicidi: il reato più efferato e il meno frequente;
  • rapine (furti accompagnati da atti di violenza): un reato di media gravità e di media frequenza;
  • furti di autoveicoli: un reato di gravità relativamente lieve, e che occorre con frequenza elevata.

Si tratta di una comparazione limitata, ma comunque di notevole utilità. Tanto più se, come si vedrà, una considerazione a suo modo congiunta delle tre tipologie di reato permette di spiegare in buona misura il livello di insicurezza che l’attività criminale induce nei cittadini di ogni Paese1.

 

Quanti omicidi

L’omicidio è il reato più grave. In quasi tutti i Paesi europei esso è un reato relativamente raro. L’Italia ha un tasso di omicidi decisamente più basso rispetto alla media dei 12 Paesi presi in esame: 0,6 per 100.000 abitanti contro 0,87 nella media dei 12 Paesi. In Gran Bretagna e Francia si commette ogni anno il doppio degli omicidi commessi in Italia. In Danimarca il 50% in più, in Germania un terzo in più. Solo la Svizzera ha un tasso di omicidi più basso (0,5) rispetto all’Italia. Nei due Paesi dell’America del Nord gli omicidi sono più frequenti: sia in Canada che soprattutto negli Stati Uniti. In quest’ultimo Paese il tasso di omicidio è superiore di sei volte alla media dei 12 Paesi europei e di oltre 8 volte rispetto al tasso di omicidio in Italia.

 

Tavola 1
PAESI Omicidi per 100.000 abitanti (2018)
Svizzera 0,50
Italia 0,60
Spagna 0,63
Olanda 0,70
Germania 0,80
Austria 0,85
Portogallo 0,83
Danimarca 0,90
Svezia 1,05
Francia 1,15
Gran Bretagna 1,20
Belgio 1,55
Media 12 Paesi europei 0.87
Canada 1,76
Stati Uniti 5,10

Fonte: Eurostat 2020

 

Quante rapine (furti con uso della forza)?

In Italia avvengono ogni anno 51 rapine ogni 100.000 abitanti. Esse sono quindi 80 volte più frequenti rispetto agli omicidi. La cifra italiana è di circa il 60 per cento inferiore rispetto alla media di 12 Paesi europei. In Belgio e Francia la frequenza delle rapine è tripla rispetto all’Italia. In Germania e Olanda la frequenza è appena inferiore a quella italiana. Solo in Svizzera (21 rapine ogni 100.000 abitanti) e in Danimarca (35) le rapine avvengono con frequenza notevolmente minore a quella del nostro Paese.

Sia per omicidi che per rapine l’Italia si colloca quindi in una posizione decisamente positiva rispetto alla media europea.

 

Tavola 2
PAESI Rapine per 100.000 abitanti (media 2016-18)
Svizzera 21
Danimarca 35
Germania 48
Olanda 49
Italia 51
Portogallo 87
Svezia 86
Austria 96
Gran Bretagna 117
Spagna 133
Francia 153
Belgio 154
Media 12 Paesi europei 86
Canada 62
Stati Uniti 96

Fonte: Eurostat 2020

 

Quanti furti di autoveicoli?

Il furto di autoveicoli viene quasi sempre denunciato alle forze di polizia: è necessario farlo sia dal punto di vista assicurativo, sia anche per non incorrere in azioni di corresponsabilità per eventuali azioni illegali compiute dai ladri del veicolo.

In Italia il numero di furti di autoveicoli è decisamente elevato. Sono oltre 4 volte più frequenti rispetto alle rapine. Nel nostro Paese, ogni anno più di 2 persone su 1000 subiscono un simile furto, un livello che supera quasi dell’80% la media di 12 Paesi europei. Solo in Francia ci sono più furti di autoveicoli rispetto all’Italia. Pure in Gran Bretagna e (a sorpresa) in Svezia vi è un livello elevato di questi furti. In Svizzera la frequenza di questi furti è meno di metà rispetto al livello italiano. In Germania, Spagna e Austria poco più di un quarto. In Danimarca solo un sessantesimo.

Per motivi già detti non abbiamo preso in considerazione altre tipologie di furto. È tuttavia opinione diffusa che la graduatoria per i furti di autoveicoli sia rappresentativa della graduatoria per tutti gli altri furti (scippi e furti alle persone e nelle abitazioni, in particolare). A questo farebbe eccezione la Svezia, dove “altri furti” non imitano la frequenza del furto di automobili. Questo è elevato anche per l’elevato “gradimento” che le automobili Volvo sembrano avere se rivendute nei Paesi dell’Est Europeo.

 

Tavola 3
PAESI Furti di autoveicoli per 100.000 abitanti (2018)
Danimarca 4
Germania 61
Spagna 65
Austria 71
Svizzera 90
Portogallo 96
Belgio 121
Olanda 163
Gran Bretagna 195
Svezia 219
Italia 233
Francia 250
Media 12 Paesi europei 131
Stati Uniti 229
Canada 231

Fonte: UNODOC 2020

 

Valutazione di insieme sull’attività criminale nei dodici Paesi

Supponiamo, non costa molto farlo, che i tre tipi di crimini per i quali abbiamo fatto una comparazione tra i 12 Paesi, siano nel loro insieme un buon indicatore complessivo del livello di attività criminale in atto in ogni singolo Paese. Supponiamo ancora che nel loro insieme, il peso da attribuire a omicidi, rapine e furti di autoveicoli sia più o meno uguale (questa ponderazione è del tutto soggettiva, e la si può sostituire con un’altra se ritenuta più confacente). Si ottiene in questo modo una sintesi quanto meno ordinale nella comparazione dell’attività criminale in atto nei 12 Paesi europei. Nella prima colonna della Tavola 4 è espresso il posizionamento medio di ogni Paese nelle tre tavole appena viste per ogni singolo reato. Per fare un esempio, prendiamo il punteggio 6,3 attribuito al nostro Paese. Esso deriva dal fatto che l’Italia si colloca in seconda posizione nella graduatoria per reati di omicidio (2) in quinta posizione nella graduatoria per le rapine (5) e in dodicesima posizione nella graduatoria per furti di autoveicoli. In termini algebrici la media delle tre posizioni in graduatoria è (2+5+12)/3 = 6,3.

 

Nella seconda colonna si da un valore ordinale alla posizione di ogni Paese. Svizzera è in prima posizione nella graduatoria complessiva, l’Italia in sesta posizione, la Francia in dodicesima posizione. In testa alla graduatoria, con il più basso livello complessivo di reati, abbiamo Svizzera, Germania e Danimarca. In coda, con il livello più elevato, abbiamo Gran Bretagna, Belgio, oltre alla Francia. Italia si colloca quindi, come il Portogallo, esattamente a metà strada. Ma è utile vedere la differenza che sta dietro a queste due posizioni identiche. Mentre il Portogallo si colloca in effetti in una posizione intermedia in tutte e tre le graduatorie, la posizione intermedia dell’Italia sembra quasi l’opposto. L’Italia si infatti si colloca nella parte poco onorevole della graduatoria per quanto riguarda i furti di autoveicoli, in posizione intermedia per quanto riguarda le rapine, in una posizione quasi ottimale per quanto riguarda gli omicidi.

 

Tavola 4
PAESI Posizione media nelle tre graduatorie di reati Graduatoria complessiva per reati commessi
Svizzera 2,0
Germania 3,3
Danimarca 3,7
Olanda 5,3
Austria 6,0
Italia 6,3
Portogallo 6,3
Spagna 7,0
Svezia 8,3
Gran Bretagna 9,7 10ª
Belgio 10,3 11ª
Francia 11,0 12ª

 

Il livello di insicurezza nei 12 Paesi

Fin qui l’analisi comparativa è stata svolta sulla base del numero oggettivo di reati in ogni Paese. È interessante adesso proseguire il confronto per quanto riguarda invece gli aspetti soggettivi. L’attività criminale induce insicurezza nei cittadini. Mettiamo quindi ora a confronto il livello di insicurezza percepito dai cittadini di ogni Paese. Il livello di insicurezza può essere misurato solo attraverso rilevazioni hoc. Ne esistono molteplici fatte all’interno di ogni Paese, che non prenderemo in esame. Per poter fare un confronto tra Paesi, abbiamo scelto di utilizzare la rilevazione forse più autorevole, quella contenuta nel lavoro svolto dallo SPI (Social Progress Index), di cui ho già parlato nella mail inviata lo scorso 23 settembre. Oltre che autorevole, essa ha appunto il vantaggio di essere svolta con gli stessi criteri all’interno di tutti i Paesi.

 

Secondo questa fonte, l’Italia è il Paese i cui cittadini segnalano il livello nettamente più elevato di insicurezza rispetto ai cittadini di altri 11 Paesi europei. Come si vede nella Tavola 5, in Svizzera ed in Olanda il senso di insicurezza è molto ridotto (8-10 su scala 100). Esso aumenta leggermente via via che si passa ai posti successivi in graduatoria: Svezia (12), Danimarca e Germania (15), Austria (17), Portogallo (18). L’indice fa poi un balzo in su per la Spagna (25), la Gran Bretagna (28), la Francia (31) e il Belgio (33). Il livello di insicurezza italiano (43) è quasi doppio rispetto alla media dei 12 Paesi. Solo negli Stati Uniti il livello di insicurezza è (di parecchio) superiore rispetto a quello italiano ed è anche oltre il doppio rispetto alla media dei 12 Paesi europei. Tutto il contrario in Canada: se fosse un Paese europeo sarebbe al primo posto in graduatoria.

 

Tavola 5
PAESI Indice di insicurezza personale (scala da 1 a 100)
Svizzera 8
Olanda 10
Svezia 12
Danimarca 15
Germania 15
Austria 17
Portogallo 18
Spagna 25
Gran Bretagna 28
Francia 29
Belgio 31
Italia 43
Media 12 Paesi europei 25
Canada 7
Stati Uniti 57

Fonte: Social progress index – 2020

 

Domandiamoci ora quale è il rapporto tra la graduatoria di ogni Paese in termini di reati commessi e la graduatoria di ogni Paese in termini di livello di insicurezza soggettiva? Nella Tavola 6 abbiamo messo a confronto il posto in graduatoria di ogni Paese per quanto riguarda l’indice di insicurezza personale (derivato da Tavola 5) con il posto che quel Paese occupa nella graduatoria complessiva per i tre tipi di reato prima analizzati (seconda colonna di Tavola 4).

 

Per otto Paesi su 12 (Svizzera, Danimarca, Austria, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Francia e Belgio) vi è una corrispondenza piena o elevata tra le due graduatorie. A questi otto Paesi si può aggiungere la Germania. Essa si colloca in quinta posizione nella graduatoria per livello di insicurezza, ma, come si può vedere dalla Tavola 5, ed in seconda posizione per graduatoria dei reati. La distanza assoluta con il livello di insicurezza espresso dai primi quattro Paesi è tuttavia minima e quindi si tratta anche in questo caso di una sostanziale corrispondenza. Per Olanda, Svezia e Italia esiste invece una differenza elevata nel posizionamento tra le due graduatorie. Conviene commentarla.

Olanda e Svezia registrano un livello di insicurezza soggettiva contenuta e un livello relativamente elevato di reati commessi. Non è una cosa sorprendente: il livello di sicurezza è determinato in parte dalle attività criminali in atto nel Paese e in parte dalla capacità del Paese di farvi fronte in modo adeguato. Olanda e Svezia sono Paesi la cui organizzazione statale è contrassegnata da un elevato livello di efficienza, anche nel perseguire tutti i reati. Non nuoce di sicuro il fatto che la società di entrambe i Paesi è dotata di un tessuto connettivo assai saldo e storicamente basato sulla fiducia.

 

In Italia si registra la situazione opposta: un livello di insicurezza molto superiore a quello imputabile al livello di attività criminale in atto nel Paese. La spiegazione è probabilmente, in modo rovesciato, la stessa già vista per i due Paesi del Nord-Europa. Il numero di furti di autoveicoli in Italia è particolarmente elevato e, per quel poco che è dato sapere, esso è la spia di un altrettanto elevato numero di reati analoghi (furti/scippi alle persone e ancor più furti nelle abitazioni). Questo elevato livello di microcriminalità diffusa da sè solo non basta a giustificare l’elevato senso di insicurezza, anche perché i reati più gravi sono molto meno frequenti nel nostro Paese. Ma l’elevato numero di reati commessi in Italia dalla microcriminalità diffusa è purtroppo accompagnato dalla percezione, sostanzialmente corretta, che quei reati diffusi non sono attivamente perseguiti dalle forze dell’ordine e dall’apparato di giustizia. Di qui, quasi sicuramente, deriva lo scompenso negativo, tipico in Europa solo dell’Italia, tra livello di insicurezza percepito e livello effettivo di reati commessi.

 

Tavola 6
PAESI Graduatoria Indice di insicurezza personale Graduatoria complessiva per reati commessi
Svizzera 1 1
Olanda 2 4
Svezia 3 9
Danimarca 4 3
Germania 5 2
Austria 6 5
Portogallo 7 7
Spagna 8 8
Gran Bretagna 9 10
Francia 10 12
Belgio 11 11
Italia 12 6

 

  1. Per i precedenti articoli di Lizzeri sulla giustizia vedi qui e qui

Commenti

condivido le conclusioni: resta però altrettanto chiaro che se si guardassero quanti rei commettono certi tipi di reato (furti,scippi,truffe assicurative e simili) credo che saremmo nella media europea. Voglio dire che un furto d’auto viene magari compiuto x volte prima di essere beccato in ogni posto ma in Italia abbiamo x+y e forse +z…
Poichè l’allarme sociale può essere una legittima aggravante di reato come la ripetizione dello stesso, forse bisognerebbe considerare punibile molto più severamente chi ripete più volte i reato singolarmente preso come “lieve”.
Più carceri e penitenziari dove però il costo di oltre 70 Euro al giorno per detenuto deve essere ridotto da lavori “socialmente utili” (lo smart working può aiutare?)