Le mafie sul PIL


30 Novembre 2017

Su LaVoce, Eleonora Montani riflette su quanto emerso dal report Istat L’economia non osservata nei conti nazionali negli anni 2012-2015. Il documento sottolinea come nel 2015 l’aumento del PIL italiano sia connesso all’aumento dell’economia illegale e, nello specifico, al traffico di sostanze stupefacenti, alla prostituzione e al contrabbando di tabacco. A partire dal 2014, gli Stati membri dell’UE hanno adottato un metodo omogeneo che impone di comprendere nelle stime nazionali del PIL tutte le attività produttive di reddito, anche quelle illecite. Ma è giusto ricomprendere nel PIL voci riconducibili ad attività promosse da organizzazioni mafiose? Secondo l’autrice, “se da un punto di vista economico si può ritenere neutro lo status giuridico del reddito, in uno stato di diritto la criminalità dovrebbe essere sempre combattuta”.