REI: il lungo cammino per una grande riforma


A cura di Gianfranco Marocchi | 14 Maggio 2018

Esattamente un anno fa, mentre l’Italia, con il SIA da poco operativo, muoveva i primi passi verso una misura organica e universalistica di contrasto alla povertà, Welfare Oggi dedicò un focus al tema; è tornato ad occuparsene in uno scenario che in pochi mesi è evoluto in modo significativo e positivo.

Dal SIA si è passati al REI, con una misura che, come ricorda Mesini compie, soprattutto a partire dal 1 luglio 2018, un passo decisivo nella direzione dell’universalismo, con il superamento delle residue impostazioni categoriali e il conseguente aumento dei destinatari, che prevede al tempo stesso anche un significativo rafforzamento dei servizi territoriali.

Si tratta, come evidenzia Tangorra, Direttore generale per l’Inclusione e le Politiche sociali, di una sfida epocale che rilancia il ruolo dei servizi dopo un lungo periodo arretramento: “Dopo anni di trascuratezza, si ritorna ad investire nei servizi. Per questo si sente un’energia in movimento che mai si era registrata nella storia recente del nostro Paese”.
Ma allora, è necessario chiedersi, come ha reagito il sistema dei servizi all’introduzione del SIA? Quali sono i punti di forza e le criticità con le quali si approccia alla gestione del REI? E, quindi, quali saranno gli aspetti più delicati sui quali sarà necessario concentrare gli sforzi per accompagnare al meglio la misura? Domande che, negli interventi dei diversi autori, si accompagnano sempre a proposte operative per affrontare le possibili difficoltà che l’implementazione di una riforma di questa portata immancabilmente comporta.

Leone affronta il tema concentrandosi sulla differenziazione dei contesti territoriali del nostro Paese, in cui i territori del Mezzogiorno si caratterizzano per la maggiore concentrazione di destinatari, ma anche per una più debole struttura dei servizi.

Fanelli si concentra invece sul tema della relazione tra Servizi sociali e Centri per l’Impiego, che rappresenta uno degli snodi cruciali per una misura che assegna un ruolo di rilievo al reinserimento lavorativo dei destinatari come strumento per conseguire autonomia e fuoriuscire dalla condizione di povertà.

Come molti autori sottolineano, uno dei punti più delicati è rappresentato dalla capacità dei servizi di realizzare la presa in carico; Nothdurfter approfondisce questo tema a partire dalla dimensione del patto che impegna insieme il destinatario e i servizi entro un paradigma di welfare (inter)attivo.

Una riforma di ampia portata come il REI presenta necessariamente aspetti di complessità di tipo operativo e non solo, che se ignorate possono trasformarsi in “bucce di banana” su cui la riforma rischia di scivolare e sui quali si sofferma Motta.

Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà in Italia, traccia l’agenda politica per gli anni futuri, elencando con chiarezza i passi da compiere affinché questa riforma non rimanga incompiuta.

Infine Gori, ideatore e coordinatore scientifico dell’Alleanza contro la povertà, ripercorre i fattori che hanno portato all’approvazione del REI, una grande riforma coerente con un diverso modo di vedere sia la povertà – non colpa, ma una delle possibili vicende biografiche del cittadino – sia l’intervento sociale. Una riforma ambiziosa che richiederà pazienza e determinazione nella fase attuativa. Un rischio? Che i diversi Governi che si succederanno vogliano cimentarsi nella “riforma della riforma”, con il risultato di ricominciare sempre da capo. “L’esperienza dimostrerà che l’attuale impianto richiede aggiustamenti, – ricorda Gori – ma una cosa è lavorare nell’ottica di attuare e implementare una riforma, un’altra è partire ogni volta da zero. Questo è un rischio da evitare.”
Restano fuori da questo focus molte questioni importanti, in primo luogo le caratteristiche dei progetti di integrazione sociale e lavorativa e il ruolo del terzo settore e della società civile nel costruirli. Si tratta di aspetti in forte evoluzione e soprattutto destinati a svilupparsi in modo significativo con l’utilizzo dei fondi PON Inclusione – da poco nella disponibilità dei Servizi – e poi della quota di Fondo nazionale per la lotta alla povertà destinati al rafforzamento dei servizi. Welforum.it e Welfare Oggi ci torneranno nei prossimi mesi.

Scarica il Focus Povertà del numero 1/2018 di Welfare Oggi