Terzo settore, il punto sulla Riforma


Gianfranco Marocchi | 5 Febbraio 2020

Come è noto, la Riforma del Terzo settore ha la forma di un “cantiere aperto”: dall’approvazione della Legge 106/2016 sono discesi i successivi decreti applicativi del 2017 (d.lgs. 40/2017, sul Servizio Civile Universale; d.lgs. 102/2017, sull’impresa sociale; d.lgs. 111/2017, sul 5 per mille; d.lgs. 117/2017, il Codice del Terzo settore) che a loro volta prevedono però successivi atti applicativi affinché la Riforma sia completamente operativa. Gli ultimi atti significativi sono state le Linee guida per la redazione del bilancio sociale, le Linee guida sull’impatto sociale e, il 30 gennaio scorso, il Decreto del Ministro del lavoro sulle “Erogazioni liberali in natura a favore degli Enti di Terzo settore”, temi trattati sulle pagine di Welforum. Ma gli atti da approvare sono ancora molti, tenendo conto che:

  • il Codice del Terzo settore (d.lgs. 117/2017) richiede ben 24 decreti da emanarsi a cura dei Ministri del Lavoro e delle politiche sociali o del Ministro per lo Sviluppo Economico, del Ministro dell’Economia e delle Finanze o della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma solo 9 risultano essere stati effettivamente adottati e si ha notizia di 4 in fase di elaborazione;
  • circa l’impresa sociale (d.lgs. 112/2017), dei 12 atti applicativi attesi ne sono stati effettivamente adottati solo 3 e uno risulta in fase di elaborazione;
  • mancano inoltre ancora alcuni decreti applicativi sul 5 per mille e sul Servizi Civile nazionale.

In sostanza, risultano ancora da approvare ventotto atti applicativi dei 43 previsti e solo 6 risultano in fase di elaborazione, mentre degli altri atti non vi è ancora alcuna traccia (vedi qui lo schema completo curato dal Forum del Terzo settore sullo stato di attuazione della Riforma).

 

Alcune di queste mancanze sono di particolare rilievo: prima tra tutte la mancata istituzione del Registro Unico del Terzo settore, indispensabile per tracciare in modo coerente con la Riforma il perimetro degli Enti di Terzo settore, con la conseguente attribuzione di misure di sostegno e di corrispondenti obblighi. È vero che, sino alla istituzione del registro, fanno fede i registri o albi preesistenti e che quindi cooperative sociali, associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato sono già ora a tutti gli effetti di legge considerati Enti di Terzo settore, ma un ente diverso, poniamo un’associazione che non sia né di volontariato né di promozione sociale, ma che abbia le caratteristiche previste dal Codice del Terzo settore, non potrà essere riconosciuta come tale sino all’istituzione del Registro. A tale riguardo, sia rispondendo a interrogazioni parlamentari sia nella sede del Consiglio Nazionale del Terzo settore, il Ministro Catalfo ha assicurato che gli uffici sono al lavoro per giungere sollecitamente all’applicazione della riforma.

 

Ma l’istituzione del Registro non è l’unica urgenza, tra i molti atti da emanare: dalla disciplina dei controlli e delle funzioni di vigilanza e monitoraggio alle “attività secondarie” che gli Enti di Terzo settore possono svolgere, dalle regole sulle raccolte di fondi ai modelli di bilancio per gli Enti di Terzo settore, tema sul quale, nel Consiglio Nazionale del Terzo settore del 23 gennaio 2020, sono state accolte alcune modifiche proposte dal Forum alle bozze di decreto predisposte dagli uffici. Nella stessa riunione si è evidenziata la necessità, più volte sottolineata da Welforum, di porre mano sul fronte normativo alle incertezze applicative emerse sul tema della coprogrammazione e coprogettazione, nonché delle convenzioni con le organizzazioni di volontariato e per il trasporto sanitario, tutti aspetti trattati negli articoli 55, 56 e 57 del Codice del Terzo settore. Il fatto che il Consiglio di Stato abbia delegittimato l’intervento dell’ANAC in materia sottolinea in modo ancora più forte l’esigenza che la politica intervenga con norme che favoriscano l’adozione di questi strumenti, superando le eventuali perplessità che possano sorgere rispetto a supposte sovrapposizioni con altre normative come il Codice degli appalti o normative comunitarie in tema di concorrenza.

 

La ridotta operatività del Consiglio Nazionale del Terzo settore – organo cui spetta una funzione consultiva sui provvedimenti di legge in materia di Terzo settore – rispecchia le incertezze nel percorso applicativo della riforma: dopo una riunione nel 2018 successiva alle elezioni, ma precedente all’insediamento del nuovo Governo (quindi con ancora in carica il governo precedente per il disbrigo degli affari correnti), il Consiglio è stato convocato in questa legislatura una volta nell’aprile 2019 e poi non più sino appunto alla citata riunione del 23 gennaio 2020; ciò in effetti rispecchia l’assenza di provvedimenti da sottoporre all’esame dell’organo.

 

Ma, accanto agli adempimenti normativi, una forse ancora maggiore criticità riguarda il mancato avvio da parte del Governo, ad oltre due anni dall’approvazione dei decreti legislativi sull’impresa sociale e sul Codice del Terzo settore, delle procedure nei confronti della Commissione Europea necessarie per attestare la compatibilità delle previsioni fiscali con le normative comunitarie; questo significa, nella pratica, che tutti gli incentivi fiscali previsti per gli Enti di Terzo settore e per le imprese sociali non sono oggi applicabili, così depotenziando in modo decisivo i meccanismi di sostegno che la Riforma aveva previsto. Ciò è particolarmente urgente se si considera che, anche ricevuto l’assenso della Commissione, l’effettiva fruibilità delle incentivazioni fiscali risulta applicabile dall’anno successivo: 2021, nel caso di ottenere nel 2020 dalla Commissione Europea l’assenso che oggi non è nemmeno stato chiesto. Anche su questo tema il Ministro Catalfo ha assicurato l’intenzione del Governo di provvedere in tempi brevi.

 

Va infine evidenziato come dopo diversi mesi dall’istituzione dell’attuale Governo, non sia ancora stata attribuita a un sottosegretario la delega sul Terzo settore, cosa che rende più faticosa l’interlocuzione su questi temi.


Commenti

Articolo molto interessante che, con molta chiarezza, mette in luce il vero stato dell’arte della riforma. Grazie per il vostro servizio.